lunedì 16 maggio 2011

Il castello di lunedì 16 maggio



PADENGHE SUL GARDA (BS) - Castello scaligero

Come molti altri paesi della Valtenesi, anche Padenghe è dominato da un castello posto su un colle, dal quale si può godere di una vista suggestiva, con il Lago di Garda e Sirmione in primo piano. Costruito tra il IX e il X secolo, su antichi ruderi di epoca romana, è forse il più antico castello fra tutti quelli della zona. Durante le invasioni ungare gli abitanti furono costretti ad abbandonare il villaggio cristiano, sorto in riva al lago e dipendente da Pieve di Desenzano, spingendosi sulle colline dove costruirono il castello. Anticamente esso era circondato da un fossato il cui riempimento è stato ultimato nel 1959. Nel Medioevo il castello divenne una roccaforte ghibellina, contesa tra Brescia e Verona. Nel 1330 Padenghe fu conquistato dagli scaligeri, che si contesero il castello tra i vari componenti della famiglia. Fu durante il loro dominio che il castello venne riutilizzato e potenziato con la creazione di un ponte levatoio e con l’innalzamento di torri. Alla fine del quattordicesimo secolo i paesi della riviera chiesero e ottennero l’autonomia dai Visconti. Nel 1414 il castello di Drugolo fu affidato a Padenghe da Pandolfo Malatesta. Dopo la pace di Lodi, nel 1454 la Repubblica Veneta tenne all’interno del castello una guarnigione. La gente di Padenghe fu definita "superba" da un poeta maccheronico che soggiornò nel convento di Maguzzano, durante il dominio francese. L’intervento del cardinale D’Amboise evitò la distruzione del castello che avrebbe portato un pericoloso malcontento nei cuori dei paesani. Padenghe dovette anche subire i saccheggi e le violenze dei soldati imperiali tedeschi provenienti da Verona nel 1532, mentre alla fine del sedicesimo secolo si vide minacciata da spietati banditi tra i quali il famoso Giacomo Dainese detto Giacomazzo da Padenghe. Il poderoso castello ha pianta rettangolare e le sue solide mura, realizzate con grossi ciottoli, presentano tre torri (quella centrale crollata) sul lato di nord-ovest. L’ingresso, che un tempo aveva il ponte levatoio, è sormontato da una torre alta mt. 21,5 circa. Entro le mura, lungo stradine ad acciottolato, si trovano ancora varie abitazioni, su tre file parallele costruite, si pensa, insieme alle mura. Alcune di queste case sono state restaurate di recente. Restano pochi ruderi invece del “castellino”, dove risiedevano il castellano e la guarnigione, eretto più tardi all'interno della cinta.

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