mercoledì 18 maggio 2011

Il castello di mercoledì 18 maggio



MARSICOVETERE (PZ) - Il castello

Con l’avvento dei Normanni nell' XI secolo il centro fu fortificato con castello e mura. Il suo primo feudatario risulta essere stato nel 1135 Adamo de Avenella. Successivamente esso fu assegnato a tale Goffredo, il cui figlio Alessandro, nel Maggio del 1151, donò all’Abbazia della Santa Trinità di Cava il monastero di S. Giovanni. In epoca sveva il Feudo fu concesso a Riccardo Filangieri e successivamente con l'avvento degli Angioini (1268) fu infeudato a Goffredo de Trizzarello. Sotto gli Aragonesi nel 1498 divenne Principe di Marsicovetere Giovanni Caracciolo i cui eredi, dopo una breve parentesi di Ferrante di Palma, lo tennero sino al 1777. In quell’anno Laura Caracciolo vendette Marsicovetere per 39.000 ducati al ricco esponente borghese del posto Bernardo Brussone. Nel 1778 le altre famiglie borghesi, impaurite dall’incombenza dei Brussone, proclamarono Marsicovetere Città Regia, chiedendo al sovrano di riconoscere Marsicovetere appartenente al Regio Demanio. Il 26 giugno 1782 la Regia Camera assecondò la richiesta, con il benestare di re Ferdinando IV di Borbone. Nel 1806 il Comune si ribellò all’occupazione dei Francesi e venne da questi incendiato e saccheggiato. Un sisma la danneggiò gravemente nel 1857. Il castello di Marsicovetere si trova nella parte più alta del paese, proprio all'estremità del dirupo. Questa meravigliosa fortezza, edificata in età medievale, impreziosisce il paese lucano fino all'epoca moderna. A partire da questo periodo, infatti, in data ignota, il castello viene abbattuto, e viene così costruito un mulino a vento. Oggi di tutto ciò rimangono soltanto pochi resti. Visibili sono parte delle mura, la torre del castello, e le due porte d'accesso principali. Una di queste due porte è percorsa da via Castello, su cui vi sono tre portali in pietra, rispettivamente del 1731, del 1806 e del 1811. Il castello è, oggi, di proprietà privata; di fatto appartiene alla famiglia Mazza.

Nessun commento: