TRESIGALLO (FE) - Palazzo Pio
Situato ad 1 km dal centro del paese, precisamente in località “Palazzi”. La costruzione di Palazzo Pio risale esattamente fra il 1517 e il 1531 ed il suo committente fu il Conte Messer Alessandro Faruffini, magnifico e generoso cavaliere nonché, Capitano delle milizie del Duca di Ferrara e Modena Alfonso d'Este. Egli partecipò coraggiosamente alla famosa battaglia di Polesella del 1509, nella quale fu sconfitta la squadra navale inviata da Venezia contro Ferrara; per questa impresa, venne ricordato nell' Orlando Furioso da Ludovico Ariosto, che aveva assistito alla battaglia. Prima di procedere alla costruzione del palazzo, il nobile Alessandro aveva sposato Caterina Macchiavelli Della Frutta, originaria di Firenze e che a Ferrara era entrata nella Corte Estense. Il palazzo prese l'attuale nome intorno alla metà del 1600; la diocesi della città estense era guidata dall' Arcivescovo Cardinal Carlo Pio la cui famiglia, quella dei Principi Pio di Savoia, proveniente dal Principato di Carpi ed entrata a far parte della nobiltà estense, acquistò l'edificio. Per entrambe le nobili famiglie, il palazzo rappresentava una "delizia" extraurbana, probabilmente adibita a punto di partenza per scorribande e puntate di caccia e pesca nelle valle attigue. Verso la fine del Settecento, alla morte del principe Giberto Pio, il palazzo venne ereditato da una famiglia appartenente alla più alta nobiltà spagnola, i Valcarcel Pastor, che poi acquisì anche il nome di Falcò. Nei decenni dal 1870 al 1890, l'edificio fu proprietà della Società Bonifica dei Terreni Ferraresi; successivamente passò alla famiglia Monesi, che vi installò un apprezzato mulino. Ultimi proprietari furono i fratelli Matteucci di Ferrara. Al di là delle modifiche strutturali e architettoniche che sappiamo aver via via accompagnato la trasformazione del fabbricato da deliziosa sede residenziale in semplice abitazione del fattore e più ancora magazzino dei prodotti e degli attrezzi della tenuta, il palazzo di fatto non ha visto compromessa né l’imponenza né tanto meno l’eleganza che i grandi volumi avevano originariamente assegnato alle diverse sue componenti, a partire dalla grande torre di scolta che da sempre svetta su tutto il complesso. Essa è formata da due piani oltre il piano terra, si basa su di un nucleo quadrangolare che però, per i volumi che vi vengono aggiunti in corso d’opera, finisce per concludersi nella grande pianta rettangolare che ancor oggi presenta. All’interno della quale, eccezion fatta per l’ultimo piano e nonostante alcune tramezzature successivamente innalzate, risulta appunto evidente quanto ampie e ariose fossero in origine le sale d’onore e i saloni di rappresentanza. Una lunga scala, agganciata a spirale nei quattro muri portanti della torre (parte integrante del palazzo in quanto sua ala destra), permetteva (e permette) di raggiungere comodamente i due piani superiori e la sua stessa sommità. Fin dall’inizio caratterizzato dai diversi ordini di finestre che ne abbellivano i tre piani e dal lungo porticato a colonne che, al piano terra, separava l’entrata principale dall’antistante cortile-giardino, è soprattutto dalla malasorte toccata a questi ultimi elementi architettonici che l’antico palazzo evidenzia i segni più appariscenti delle ferite subite. Il palazzo conserva ancora all'interno tracce di alcuni affreschi cinquecenteschi; negli ultimi anni è rimasto in stato di abbandono e conseguentemente in pessime condizioni e non accessibile al pubblico. Finalmente nel maggio del 2009, l’Amministrazione Comunale di Tresigallo ha finalmente concluso le trattative per l’acquisto dell’antico palazzo dai Fratelli Matteucci. Ora è in programma un intervento urgente, con le prime opere per la messa in sicurezza della struttura che interesseranno la copertura dell’edificio e una parte dei solai. Fatto ciò si potrà poi ragionare ed intervenire sul suo recupero e sulle modalità di utilizzo del prestigioso monumento.
Nessun commento:
Posta un commento