venerdì 15 luglio 2011

Il castello di sabato 16 luglio




FALVATERRA (FR) - Castello Colonna

Tracce storiche del paese in forma documentale esistono solo a partire da dopo l'anno Mille quando il borgo era soggetto al potere della famiglia dei de Ceccano, legati alla potente Abbazia di Montecassino. Intorno al 1100 Falvaterra faceva parte del feudo del vescovo-conte di Veroli che la cedette alla famiglia Pagani nel 1178. Nel 1301 Adenolfo Pagani la vendette a Pietro Caetani, nipote del Pontefice Bonifacio VII. La famiglia Caetani governò, con alterne vicende, Falvaterra sino a quando, nel 1504, Re Ferdinando il Cattolico tolse ad Onorato Caetani ed affidò a Prospero Colonna le terre appartenenti allo Stato della Chiesa comprendenti anche Falvaterra. La famiglia Colonna la governò per molto tempo con un intermezzo sotto la corona spagnola. Nel 1549 Ascanio Colonna, che era molto amato dal popolo di Falvaterra, si dimostrò così favorevole a questa terra che, oltre a tante donazioni, le concesse, per privilegio, la nobilissima insegna della sua Casa. Il popolo di Falvaterra si gloriò di tanto favore e subito aggiunse all’incudine, sua antica impresa, la colonna, sia per dimostrare la saldezza dell’affetto della casa Colonnese verso di esso, sia per significare la costanza della sua servitù verso di essa. Il pessimo rapporto dei Colonna con il Papa costituì uno dei motivi scatenanti della guerra del 1556 tra il Papa ed il Re di Spagna, intervenuto in loro difesa. Nel novembre di quell'anno le truppe spagnole al comando del Duca d'Alba penetrarono negli Stati del Papa ed assediarono ed occuparono i Castelli del territorio papale tra i quali quello di Falvaterra che, unico, aveva resistito per nove giorni all'assedio e solo a seguito della completa disfatta delle milizie papali si arrese spontaneamente. Nel 1801 il Pontefice Pio VI rientrò in possesso del suo Stato e Falvaterra tornò sotto la Signoria dei Colonna. Altro intervallo si ebbe con l’Impero Napoleonico tra il 1809 ed il 1815; infine, nel 1816 i Colonna rinunciarono ai diritti feudali e Falvaterra rientrò sotto il diretto dominio dello Stato della Chiesa. Del castello attualmente rimangono pochi e manomessi resti, tra i quali un tratto di cinta muraria merlata ed una torre semicircolare, restaurata purtroppo ad intonaco. Il portale meridionale dell’antica città conserva i cardini con i battenti che alla sera impedivano ai malintenzionati e ai briganti di entrare nel sicuro maniero. Sorpassato l’arco si arriva subito al Ponte, in corrispondenza del quale, con ogni probabilità, doveva esserci il ponte levatoio che immetteva al castello, ma il fossato è del tutto scomparso. All’interno del castello gallerie e sottopassaggi interrotti costituivano ancora un ulteriore sistema di difesa e di contrattacco.

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