venerdì 27 aprile 2012

Il castello di giovedì 26 aprile



GLORENZA (BZ) – Castello

Glorenza è la più piccola città dell’Alto Adige ed un gioiello architettonico di cui subito ci si innamora a prima vista. Il recinto murario, a forma di trapezio e completamente conservato, ha strade interne regolari; le mura sono intatte, alte 7 metri e larghe 1 e mezzo, caratterizzate da 350 feritoie, sono intercalate dalle tre massicce porte torri quadrangolari, di Tubre, di Malles e di Sluderno, oltre che da una serie di torrette di guardia munite di cuspide. Suggestiva la strada dei portici medioevali, ad ogni angolo scorci delle porte torri, della pittoresca architettura rurale altovenostana, sporti di varia forma, decorazioni e, non ultimi, gli splendidi gerani che ornano ogni finestra. Unico esempio in Alto Adige di antico borgo murato, compare per la prima volta nel 1163, già molto conosciuto fra i commercianti quale nodo di scambi fra Svizzera, Austria e Lombardia. Nel 1223 i conti Tirolo estesero il loro dominio alle estremità della Val Venosta con l'intento di creare un contrappeso a Malles (allora sede giudiziaria del vescovo di Coira), così da avere a Glorenza un loro tribunale. Essi vi eressero le mura, vi trasferirono da Monastero il mercato di San Bartolomeo e le concessero il privilegio di un peso di misura per i cereali.   e vi stabilirono un tribunale. Nel 1304, in una lettera di concessione del duca Ottone, scritta il 30 aprile, si fa preciso riferimento alla "nostra città di Glorenza": si presume pertanto che l'elevazione al rango di città sia avvenuta in questo anno, se non già prima. Nel 1317 il re Arrigo rilasciò salvacondotti per Bormio ed altre città dell'Italia settentrionale con lo scopo di incrementarne il mercato. E a Glorenza arrivarono mercanti lombardi, trentini, svizzeri e bavaresi, tanto che nel periodo di maggiori traffici vi si contavano numerosi notai e ben sei locande. Nel 1363, dai conti di Tirolo la città, tramite Margherita Maultasch, passò ai signori di Matsch e ai loro eredi, i conti Trapp, che la tennero fino al 1824. Dopo la distruzione seguita alla battaglia di Calven (1499) nel corso della guerra di Engadina, l'imperatore Massimiliano - di cui si dice che pianse sulle sue rovine fumanti - decise di ricostruirla. L'architetto militare Jörg Kölderer presentò all'imperatore Massimiliano un progetto di ampliamento della cinta muraria con porte e torrioni semicircolari che richiese lunghi anni di lavori, conclusi solo verso il 1580. Glorenza conobbe comunque lunghi secoli di prosperità come città mercantile, grazie soprattutto al commercio del salgemma proveniente da Hall (Tirolo settentrionale) e destinato in Svizzera. Il 25 marzo 1799 la soldataglia francese penetrò nella cittadina sguarnita e si abbandonò a ogni genere di violenza: le case e le stalle furono incendiate, le donne stuprate. Un'altro triste episodio si verificò il 16 giugno 1855, quando un'onda anomala di due metri e mezzo proveniente dal lago della Muta si infranse contro le mura cittadine. La crisi dei commerci e il trasferimento del tribunale nel 1930 provocano la decadenza di Glorenza, che oggi è riscoperta e risvegliata a nuova vita grazie al turismo. Passeggiando per il centro storico di Glorenza, l’unico con dei portici in tutta la val Venosta, vi sono numerosi edifici di grande valore artistico: l'attuale municipio, realizzato tra il 1573 e il 1591 e utilizzato come residenza nobiliare nel 1604; la torre Flurin, che dal 1499 al 1931 fu sede del tribunale (dal 1825 al 1931 ospitò anche il carcere); la Porta di Tubre, realizzata inizialmente come abitazione, dopo la costruzione delle nuove mura fu utilizzata come porta d'entrata della città; la torre Kolben, inserita nei registri feudali del 1330, che appartenne a famiglie nobili fino al 1793, quando divenne proprietà del mugnaio della città; la Casa del Balivo, residenza signorile con smerli, dotata di belle porte ogivali con cornici in tufo e di soffitti a volta dei tre piani.

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