Il castello di giovedì 26 aprile
GLORENZA (BZ) – Castello
Glorenza è la più piccola città dell’Alto Adige ed un gioiello
architettonico di cui subito ci si innamora a prima vista. Il recinto murario,
a forma di trapezio e completamente conservato, ha strade
interne regolari; le mura sono intatte, alte 7 metri e larghe 1 e mezzo,
caratterizzate da 350 feritoie, sono intercalate dalle tre massicce porte torri
quadrangolari, di Tubre, di Malles e di Sluderno, oltre che da una serie di
torrette di guardia munite di cuspide. Suggestiva la strada dei portici
medioevali, ad ogni angolo scorci delle porte torri, della pittoresca
architettura rurale altovenostana, sporti di varia forma, decorazioni e, non
ultimi, gli splendidi gerani che ornano ogni finestra. Unico esempio in
Alto Adige di antico borgo murato, compare per la prima volta nel 1163, già
molto conosciuto fra i commercianti quale nodo di scambi fra Svizzera, Austria
e Lombardia. Nel 1223 i conti Tirolo estesero il loro dominio alle estremità
della Val Venosta con l'intento di creare un contrappeso a Malles (allora sede
giudiziaria del vescovo di Coira), così da avere a Glorenza un loro tribunale. Essi
vi eressero le mura, vi trasferirono da Monastero il
mercato di San Bartolomeo e le concessero il privilegio di un peso di misura
per i cereali. e vi stabilirono un tribunale. Nel 1304,
in una lettera di concessione del duca Ottone, scritta il 30 aprile, si fa
preciso riferimento alla "nostra città di Glorenza": si presume
pertanto che l'elevazione al rango di città sia avvenuta in questo anno, se non
già prima. Nel 1317 il re Arrigo rilasciò salvacondotti per Bormio ed altre
città dell'Italia settentrionale con lo scopo di incrementarne il mercato. E a
Glorenza arrivarono mercanti lombardi, trentini, svizzeri e bavaresi, tanto che
nel periodo di maggiori traffici vi si contavano numerosi notai e ben sei
locande. Nel 1363, dai conti di Tirolo la città, tramite Margherita Maultasch,
passò ai signori di Matsch e ai loro eredi, i conti Trapp, che la tennero fino
al 1824. Dopo la distruzione seguita alla battaglia di Calven (1499) nel
corso della guerra di Engadina, l'imperatore Massimiliano - di cui si dice che
pianse sulle sue rovine fumanti - decise di ricostruirla. L'architetto militare
Jörg Kölderer presentò all'imperatore Massimiliano un progetto di ampliamento
della cinta muraria con porte e torrioni semicircolari che richiese lunghi anni
di lavori, conclusi solo verso il 1580. Glorenza conobbe comunque lunghi secoli
di prosperità come città mercantile, grazie soprattutto al commercio del salgemma
proveniente da Hall (Tirolo settentrionale) e destinato in Svizzera. Il 25
marzo 1799 la soldataglia francese penetrò nella cittadina sguarnita e si
abbandonò a ogni genere di violenza: le case e le stalle furono incendiate, le
donne stuprate. Un'altro triste episodio si verificò il 16 giugno 1855,
quando un'onda anomala di due metri e mezzo proveniente dal lago della Muta si
infranse contro le mura cittadine. La crisi dei commerci e il trasferimento del
tribunale nel 1930 provocano la decadenza di Glorenza, che oggi è riscoperta e
risvegliata a nuova vita grazie al turismo. Passeggiando per il centro storico
di Glorenza, l’unico con dei portici
in tutta la val Venosta, vi sono numerosi edifici di grande valore artistico: l'attuale
municipio, realizzato tra il
1573 e il 1591 e utilizzato come residenza nobiliare nel 1604; la torre Flurin, che dal 1499 al 1931 fu
sede del tribunale (dal 1825 al 1931 ospitò anche il carcere); la Porta di Tubre, realizzata
inizialmente come abitazione, dopo la costruzione delle nuove mura fu
utilizzata come porta d'entrata della città; la torre Kolben, inserita nei registri feudali del 1330, che appartenne
a famiglie nobili fino al 1793, quando divenne proprietà del mugnaio della
città; la Casa del Balivo, residenza signorile con smerli, dotata di belle
porte ogivali con cornici in tufo e di soffitti a volta dei tre piani.
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