La sua imponente struttura emerge nel cuore del paese anche grazie alle ampie zone di rispetto che lo circondano: a sud il parco privato del castello, ad est il "cono ottico" (ora parco pubblico), a nord l'ampia prospettiva di viale Roma. Un primo edificio fortificato fu realizzato all’inizio del Quattrocento dalla famiglia Porcellaga che, una volta assunta la signoria locale, realizzò varie altre costruzioni. Dotato di mura, torre e fossato, il castello sorse in mezzo alle due antiche contrade e contribuì allo sviluppo economico e demografico del territorio, che divenne sempre più abitabile e produttivo grazie ai lavori di prosciugamento degli acquitrini, di livellamento dei terreni, di canalizzazione e arginatura delle acque. I Porcellaga si fecero poi coinvolgere, tra la fine del '500 e la metà del '600, dal diffuso clima di violenza, che pesò anche sulla popolazione locale. Soprattutto Sansone, sua moglie Camilla Fenaroli e il loro figlio Pietro Aurelio assunsero ruoli da signorotti feudali e commisero vari abusi e delitti, non sempre perseguiti dalle autorità bresciane e venete. Tale situazione ebbe termine il 5 aprile 1647 con l'arresto di Pietro Aurelio e la sua condanna definitiva. Quando Chiara Camilla, unica erede legittima delle vaste proprietà dei Porcellaga a Roncadelle, sposò nel 1659 il conte Gaspare Giacinto Martinengo Colleoni, la vita civile di Roncadelle tornò alla normalità. Tale cambiamento nella realtà locale fu reso visibile, verso la fine del '600, dall'ampliamento della chiesa parrocchiale, abbellita da nuovi dipinti e arredi, e dal rifacimento del castello, trasformato in imponente e lussuoso palazzo residenziale. In particolare venne realizzata la grande ala orientale, con l'assistenza tecnica di G. B. Groppi e G. B. Avanzi. La facciata esterna, compatta e lineare, con ben sessanta aperture distribuite su quattro piani, è movimentata solo da due accenni di torrioni ai lati e da un balcone centrale in pietra. La facciata interna, nobile e sobria, è arricchita da un porticato di sette luci con pilastri in pietra bugnati. L'ala occidentale è il palazzo residenziale che i Porcellaga realizzarono nel '500 su strutture precedenti. All'interno del palazzo le stanze del primo piano sono state riccamente affrescate da Giuseppe Merati nel 1703 con scene di caccia e paesaggi naturali; nel salone centrale invece è raffigurata la scena dell'arrivo del principe Eugenio di Savoia nell'agosto del 1701. Un ampio e nobile scalone in pietra di Botticino porta alla galleria del piano superiore, che conserva ritratti della dinastia dei Guaineri, successivi proprietari del castello. Sulle volte del primo piano sono dipinti, tra prospettive di colonne e balconate, grandi medaglioni riproducenti figure mitologiche, eseguiti nel 1702. I locali sotterranei conservano ancora il pozzo coperto, un grande lavello, il forno ed il basamento in pietra di un grande torchio. Il rifacimento del castello non venne mai portato a termine dal marchese Pietro Emanuele, che si limitò ad ultimare e abbellire l'ala orientale, sia per la morte dell'unico erede maschio che per le rivendicazioni avanzate da alcuni Porcellaga di Brescia sulle proprietà di Roncadelle. Rimaste ai Martinengo, queste passarono per diritto ereditario agli Erizzo di Venezia e, nel 1816, furono vendute al nobile Scipione Guaineri, discendente di una famiglia che da alcuni secoli aveva possedimenti a Villa Nuova di Roncadelle. L'ala nord (accesso principale) venne sistemata nel 1868-69 dai Guaineri, che nel 1827 avevano sostituito il ponte levatoio sull'ampio fossato con un ponte fisso in pietra. Sulla facciata dell'ex scuderia a nord del castello è ancora riconoscibile la sinopia dello stemma araldico dei Martinengo Colleoni.
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