NICOTERA (VV) – Castello Ruffo
E' una residenza gentilizia che si erge nel centro storico di Nicotera, di proprietà comunale e sede del "Civico Museo Archeologico" e del "Centro per lo studio e la conservazione della civiltà contadina del Poro". L'attuale fortificazione è opera dell'architetto Ermenegildo Sintes, allievo prediletto del Vanvitelli e inviato in Calabria dalla corte borbonica per procedere alla ricostruzione delle città più importanti andate distrutte dal sisma del 1783, che riconvertì il castello in residenza estiva per il conte di Sinopoli Fulco Antonio Ruffo. L'edificio è stato eretto sulle rovine dell'antica fortezza normanno-svevo-angioina, di cui rimangono solo alcuni basamenti in pietra e una cisterna, realizzando torri angolari ed ampie terrazze, dalla quale è possibile scorgere la marina sottostante. Un primo castello a Nicotera venne fatto costruire presumibilmente dal re normanno Roberto il Guiscardo nel corso del secolo XI, anche se altre fonti indicano il Gran Conte Ruggero il Normanno, quale promotore per la realizzazione dell'edificio militare. Di sicuro ciò che ha caratterizzato il castello per tutto l'arco della sua vita è il continuo susseguirsi di distruzioni e ricostruzioni varie, dovute sia ai disastrosi terremoti (in particolare quello del 27 marzo 1638), che in parte alle distruzioni operate dagli assalti dei saraceni nel 1074 e nel 1085, oppure nel curioso caso del 1284 quando le truppe armate dell'ammiraglio aragonese Ruggero di Lauria, artefice della cacciata degli angioini dalla Calabria, distrussero completamente il castello che venne riscostruito in seguito dallo stesso Ruggero di Lauria. Con l'avvento di Federico II sia la città che il maniero subirono un processo di ampliamento e fortificazione. Un altro ampliamento avvenne al tempo delle lotte contro Manfredi ed in modo consistente sotto gli Angioini in quanto la città divenne centro militare e sede della stessa corte reale. Il castello durante il corso della sua vita ospitò illustri personaggi, quali San Bruno di Colonia, San Ludovico d'Angiò, Papa Urbano II, Gioacchino da Fiore e l'imperatrice Costanza d'Altavilla. Tra gli ultimi proprietari del castello ricordiamo la figlia di Fulco Ruffo, Maria Giuseppa la quale sposò D. Luigi Gagliardi, quindi suo figlio Francesco Gagliardi, che morì nel 1889 senza eredi diretti. Il maniero rimase alla vedova Donna Antonietta Gurgo la quale sposò, in seconde nozze, l’onorevole avv. Pasquale Murmura. La struttura, rimasta incompleta, è a pianta quadrilatera, con tre torri laterali, quadrilatere anch’esse, mentre la quarta non venne mai realizzata. Le due torri frontali collegate fra di loro attraverso una serie di sette arcate sono munite di balcone con mensole in granito grigio, sulla quale poggia un lungo e stretto terrazzo. Oltre alla quarta torre manca anche parte del prospetto, abbattuta dal violento terremoto del 1783 che colpì la piana di Sant'Eufemia. La facciata principale del castello presenta marcate analogie con la Certosa di San Martino a Napoli. I suoi sotterranei sono raggiungibili da un ingresso posto nel cortile interno. Dall'ingresso, con portale in granito, si accede ad un corridoio con volta a botte, il quale fa da accesso anche al piano terra. Quest'ultimo ospita due ampie sale, la prima con volta a vela, mentre la seconda ospita un ampio salone con volta a crociera, salone irraggiato dalle sette finestre che si aprono nelle sette arcate della facciata principale. Nel cortile del castello trova spazio un arco alla quale si accede all’atrio, pavimentato da grandi lastre di granito e adornato da un ampio scalone. Leggende narrano che il castello sia collegato alla Marina di Nicotera attraverso alcuni passaggi segreti, tanto che alcuni prigionieri del castello per verificare l'esistenza di tali cunicoli e permettere loro di attuare un piano di fuga, lanciarono al proprio interno delle angurie che rotolarono fino a raggiungere la Marina di Nicotera.
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