lunedì 2 aprile 2012

Il castello di martedì 3 aprile



CASTIGLIONE DI SICILIA (CT) – Castello di Lauria

Questo castello - detto anche “Grande” - insieme al castello piccolo che si trova alla stessa quota, domina tutto il borgo murato di Castiglione ed è ubicato nel centro urbano; un ampio recinto irregolare sulla roccia racchiude differenti corpi di fabbrica e al centro un masso roccioso sul quale si erge una torre quadrangolare. Da esso è visibile tutta la parte superiore della valle dell'Alcantara fino a Randazzo e tutto il versante settentrionale dell'Etna. Il castello si sviluppa su due livelli di rocce arenarie con giaciture orizzontali, la cui naturale conformazione è stata sfruttata per la difesa.
Alcuni archi superano le fratture verticali del masso per dare continuità alla cortina e ai fabbricati che vi si addossano. Lungo il lato ovest è disposto un lungo corpo di fabbrica rettilineo che si configura come vero e proprio palazzo feudale con due bifore ed una monofora che illuminano un unico ambiente. Una grande scalinata, un tempo completamente intagliata nella roccia, conduce al portone ogivale d'ingresso. Esso è scavato direttamente nella roccia e per il resto è realizzato in conci regolari di pietra locale (arenaria e lavica). La chiave di volta, in forma di losanga, è in pietra lavica. Superato tale portone si apre un androne, completamente scavato nella roccia, sul tetto del quale si osservano due fori circolari, ovvero delle caditoie, utilizzate per gettare pietre, olio rovente ed acqua delle latrine ai nemici che fossero riusciti ad oltrepassare il portone d'ingresso. Una piccola scalinata intagliata nella roccia ci porta nella corte, dove ci si trova subito di fronte al grande masso calcareo che rappresenta la parte più alta ed antica del castello. Al primo sguardo si nota una grande cavità scavata nella roccia, ciò che resta della chiesa rupestre di Santa Barbara, forse il primo manufatto del maniero. Purtroppo oggi non si osservano più le scalette che dovevano portare alla piccola chiesa ed alcuni affreschi che probabilmente decoravano la piccola abside. Da questa sorta di corte centrale dipartono due strade, una a destra che conduce ad una sorta di terrazza panoramica che si affaccia sul paese, e l'altra a sinistra, che porta alle antiche scuderie ed alla rupe sovrastante. La tipica costruzione medievale del Castello risale al XII secolo, con l’attiva partecipazione di manovalanza saracena, mentre le difese murarie furono fortificate durante la dominazione Sveva sotto Federico II Hohenstaufen nipote di Federico Barbarossa. Nel 1233 lo stesso Federico fregiò Castiglione col titolo di “Animosa”, concedendole il privilegio di coniare monete. Si ritiene che la zecca fosse localizzata nella “Solecchia, una torre quadrangolare isolata, datata, con incertezza, ad epoca normanna. Della sua originale struttura si conserva circa un terzo, offrendo chiaramente alla vista gli squarci causati dai terremoti del 1693 e del 1908. Non vi sono documenti a supporto del suo utilizzo come zecca, il locale poteva anche essere il luogo dove il feudatario si riparava dal sole dopo aver completato quasi per intero il suo vastissimo. E' certo che ancora oggi la costruzione di questa torre è avvolta nel mistero, forse solo uno scavo ed uno studio più approfondito potrebbero condurci alla datazione ed a svelarne i segreti. La valenza di torrione di avvistamento è comunque una tesi più che accettata. Nel complesso, oltre alla parte più nobile riservata al castellano, vi erano le scuderie, i fienili, le stalle, le abitazioni per i servi e per gli addetti alla manutenzione; vi erano le carceri, all’interno delle quali, nelle scomode celle dette dammusi, lunghe non più di due metri ed alte appena un metro, venivano rinchiusi spesso i più facinorosi avversari politici e più incalliti delinquenti; vi erano le cisterne per conservare l’acqua piovana o per nascondervi, durante gli assedi, vettovaglie e suppellettili preziosi; vi erano poi le rotonde bombe di pietra, pronte per essere scagliate contro i nemici. Durante l’epoca Angioina (1272) il Castello risultò infeudato a Pietro D’Alvernia, che cedette in cambio di Capizzi a Galvano Lancia. Nel 1245 nacque Ruggero di Lauria. Il Castello, che porta il suo nome, fu ricevuto sotto la dominazione degli Aragonesi, anche se dopo la Guerra del Vespro (1282-1302) lo stesso Ammiraglio tradì la causa con Re Giacomo, alleandosi con gli Angioini. Il 29 Luglio 1356 Federico IV detto il Semplice, ordinò ai due Sindaci-Giudici, Guglielmo Malatino e Giovanni di Avillanti che il milite Gilio de Statella continuasse ad essere il Castellano e conservasse la custodia dei castelli di Castiglione e della detta terra, purché essi prestassero il giuramento di fedeltà e di omaggio per il Sovrano e promettessero solennemente di ricevere nei castelli solamente il Re, la principessa Eufemia e le persone al loro seguito. Nel 1373 il castello con le terre di Castiglione passarono a Pirrono Gioeni primo barone e Protonotario del Regno, terre che permutò con altre con il Conte Enrico Rosso signore di Aidone. Nel 1374 lo stesso castello, venne selvaggiamente attaccato dal Conte Rosso, riprendendolo come sua proprietà con quello di Francavilla, senza però cedere Aidone. Il Rosso tornò a spadroneggiare su tutta la Sicilia Orientale, l’isola cadde in una profonda anarchia, ed il comando passò in mano ai quattro Vicari: Manfredi Chiaramonte, Artale Alagona, Francesco Ventimiglia e Guglielmo Peralta. Ciò che ha reso famoso il castello di Castiglione, fu un fatto particolarmente speciale ed importante (anche se gli avvenimenti di quel tempo erano purtroppo tristi e burrascosi) che risale al XIV sec.; esattamente, il 20 Novembre 1376 giorno in cui il re Federico IV il Semplice, fece confiscare al leggendario Enrico Rosso Conte di Aidone i mobili del castello di Castiglione e le sue terre. Il sovrano, così soprannominato per la sua inettitudine, entrò nei turpi progetti del Conte Rosso che ad ogni costo voleva accrescere le sue proprietà, (quasi tutta la Sicilia Orientale) tanto da voler gareggiare con lui e la sua potenza. Figura spietata con i nemici, ma fedele con gli Aragonesi, grande nemico degli Angioini solo perché vedeva un reale pericolo di perdita delle sue terre. Nel 1602 Castiglione divenne principato. Il castello subì gravi danni a seguito del terremoto del Val di Noto nel 1693 e del sisma di Messina nel 1908. Dopo l'ultimo restauro avvenuto tra il 2006 ed il 2008, si è molto parlato dell'apertura ai visitatori del maniero, anche in previsione della sua destinazione d'uso come Enoteca Regionale, ma fino allo scorso agosto non vi era un programma concreto per il rilancio del castello e delle attività turistico-culturali ad esso collegate. Speriamo che nel frattempo siano stati fatti passi in avanti….

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