giovedì 10 dicembre 2015

Il castello di giovedì 10 dicembre







GALATINA (LE) - Castello Castriota Scanderbeg

La storia di Galatina è documentata fin dal 1188: in un manoscritto viene citata "Maria, filia Nicolai de Papadia casalis Sancti Petri in Galatina". Ma, senza dubbio, già prima di allora doveva essere un centro di lingua greca che, "se non perde la sua origine nell'oscura lontananza de' tempi, ha con molte altre città di questa provincia incerta ed antica la sua fondazione". [B. Papadia, "Memorie storiche della città di Galatina nella Japigia", Napoli, 1792]. Grazie agli studi condotti dal Prof. Andrè Jacob sappiamo per certo che, nel 1200, Galatina era un centro importante di cultura, lingua e rito greco. Al tempo stesso le funzioni religiose erano celebrate anche in rito latino, diffusosi in tutta la Terra d'Otranto ad opera dei Normanni, che avevano occupato il Salento a partire dai primi anni dell'XI secolo. Le chiavi pontificie presenti nello stemma di Galatina testimoniano la scelta di questa città, da parte dei Papi, quale centro propulsore di latinità nel Salento proprio nell'intento di contrastare la presenza di cultura greca e il rito religioso bizantino. Le chiavi furono concesse per insegna a questa città dal Pontefice Urbano VI che, tenuto prigioniero a Nocera, fu liberato dai Galatinesi guidati da Raimondello Orsini del Balzo – come ci ricorda lo storico Silvio Arcudi: "Clavium insigna oppido Divi Petri Galatinorum concessa sunt a Pontifice Urbano VI, ob Britannorum direptionem, quam intulit ibi" ("Le insegne delle chiavi furono concesse a San Pietro dei Galatini dal Pontefice Urbano VI, per la vittoria riportata sui Britanni"). Le chiavi furono poi sormontate da una corona per aver Galatina, meglio di altre città, resistito alle incursioni dei nemici di Alfonso II, nel 1484. Nella seconda metà del '500, quasi a voler sottolineare le origini greche della città, fu aggiunta, sotto le chiavi, una civetta coronata in maestà: era l'animale sacro ad Atena, dea della sapienza. Tutto lo scudo è sormontato da una corona ducale. La tradizione locale vuole che il Cristianesimo sia stato qui introdotto dall'Apostolo San Pietro in viaggio da Antiochia verso Roma. In ricordo di questo evento la città fu chiamata per secoli "San Pietro in Galatina". Con l'Unità d'Italia le fu ridato il suo nome originario. San Pietro in Galatina era uno dei feudi che costituivano la Contea di Soleto, per cui, fino ad un certo periodo, i feudatari Conti di Soleto furono anche utili Signori di San Pietro in Galatina fino a quando, poi, questo centro prese il sopravvento sugli altri. Caduta la dinastia normanna e poi quella sveva, la Contea di Soleto, e quindi anche San Pietro in Galatina, fu concessa da Carlo I d'Angiò ad Ugo del Balzo, venuto al suo seguito dalla Francia. Alla morte di Ugo, avvenuta nel 1308, gli succedette il primogenito Raimondo che ampliò molto la città, la cinse di mura e concesse vari privilegi ai cittadini: "Le mure prime che si fecero in Santo Pietro, furo fatte nel 1334 et nel medesimo anno si murò Galatòna, Solìto, et Sternatìa". [F. Giovannini Vacca, "Un'inedita cronaca galatinese del '500"]. Il nome dei del Balzo, e poi degli Orsini – del Balzo, si intrecciò e si avvicendò col nome di Galatina, cosicché la loro storia divenne la storia della città. Poiché alla sua morte Raimondo non lasciò figli, in quanto gli erano premorti tutti, destinò i suoi feudi al nipote, ex sorore Sveva, Raimondello Orsini (+ 1406) il quale aggiunse al proprio il cognome del Balzo e inquartò l'arma degli Orsini in quella dei del Balzo. Nel 1386 sposò Maria d'Enghien Brienne (+ 1446) dalla quale ebbe quattro figli. Il primogenito Giovanni Antonio gli succedette, poi, nel principato. Al principe Raimondello Orsini del Balzo si deve la costruzione, sul finire del trecento, della straordinaria chiesa dedicata a S. Caterina d'Alessandria, luogo di culto ed insieme centro irradiatore della cultura artistica in Puglia negli ultimi secoli del Medioevo. Accanto alla chiesa sorse un convento e un ospedale, attualmente sede del Municipio. Dopo la morte di Raimondello Orsini del Balzo la moglie Maria d'Enghien sposò il re Ladislao d'Angiò – Durazzo divenendo, così, regina di Napoli. Fu lei a commissionare gli affreschi che fanno della Basilica cateriniana un'immensa pinacoteca. Il Castello si trova al centro della città e affaccia su Piazza San Pietro, Piazza Alighieri e Via Cavoti. D'impianto quattrocentesco, fu dimora della principesca famiglia Castriota Scanderbeg, originaria d'Albania, resa illustre da Giorgio (1405-1468), principe d'Albania ed Epiro e valoroso condottiero. Soprannominato Scanderbeg cioè principe Alessandro, con evidente allusione al più grande eroe del mondo classico Alessandro il Macedone, Giorgio Castriota rappresentò per oltre un ventennio il più sicuro baluardo contro l'espansionismo ottomano nella Europa Cristiana. In cambio dei servigi resi ai Re Aragonesi, ottenne per sè ed i propri discendenti il ducato di S. Pietro in Galatina e la contea di soleto, in Terra d'Otranto, dove la famiglia si radicò rimanendovi ininterrottamente sino al 1561. Tale concessione avvenne, esattamente, dal Re Ferdinando I d’Aragona detto il Cattolico. Accanto ai Castriota sorse una corte, una vita elegante, un certame poetico di cui rende testimonianza, fortunosamente sopravvissuta, il "Canzoniere" del Vernaleone. Tra Seicento e Settecento fu residenza degli Arcivescovi di Otranto. E' il caso del Vescovo Gabriele Adarzo de Santader (1657-1674) con il quale il centro amministrativo della diocesi si trasferì effettivamente nel Castello di Galatina. Qui organizzò anche un modesto cenacolo intellettuale cui parteciparono giuristi e letterati. Il Castello, successivamente dimora dei Sanseverino, degli Spinola e dei Gallarati Scotti, fu oggetto nei sec. XVIII e XIX di importanti rifacimenti, con demolizione delle antiche torri e costruzione, in adiacenza all'originario corpo quattrocentesco, della splendida ed imponente terrazza che domina piazza S. Pietro. Pare che la facciata dell'edificio in Piazza Alighieri fosse impostata sulle antiche mura della città. Oggi il palazzo è una struttura ricettiva di un certo prestigio.

Fonti: http://www.comune.galatina.le.it/territorio/cenni-storici, http://www.castellosalento.com/pagina.asp?id=70, http://www.comune.galatina.le.it/territorio/da-visitare/item/palazzo-ducale-o-castello-sec-xvi

Foto: le prime due dal sito www.castellosalento.com (http://www.castellosalento.com/public/gallery/48.jpg, http://www.castellosalento.com/public/gallery/13.jpg), la terza da http://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/lecce/01/galatin01.jpg   

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