FABRIANO
(AN) - Castello in frazione Castelletta
Nucleo fortificato appartenuto al
feudo dei conti Rovellone, deve il nome al termine latino medievale
castelletum, diminutivo di castello. Nonostante il primo documento scritto
risalga al 1292, le origini dell’abitato si fanno risalire ad epoca romana, sotto
probabile influenza del vicino municipium di Tuficum, ciò sia per il nome della
chiesa parrocchiale “Santa Maria sopra Minerva” indizio della presenza di un
luogo di culto pagano dedicato alla dea romana della guerra e della saggezza,
sia per un frammento di trabeazione sepolcrale ritrovato nei pressi, databile
tra la fine della Repubblica e la prima età augustea ed oggi conservato presso
la villa Censi-Mancia di Albacina. Nel tardo medioevo Castelletta fu prima
lembo estremo del Ducato di Spoleto, quindi territorio del Ducato di Camerino.
Visibili ancora oggi sono le strutture fortificate e difensive: la torre di
avvistamento a pianta circolare detta Rivellino con i suoi beccatelli difensivi
e l’attiguo palazzo dei conti Rovellone. La torre, posta a nord, è l'elemento più antico perché nato contestualmente al
primitivo, originario nucleo abitativo o insediamento umano, di cui
rappresentava un punto di ampio avvistamento sulla sottostante vallata ed
ovviamente di difesa. Come ben descrive il Venanzoni essa è “l’emergenza
architettonica più significativa di Castelletta. Unica nella sua impostazione
costruttiva circolare, si presenta con un corpo cilindrico realizzato in pietra
calcarea locale non squadrata ed impostato su di uno sperone di roccia”. Ben
conservata anche la più recente porta-torre di sud-est a pianta quadrata con
arco a tutto sesto e feritoie, incastonata nelle sue mura si può osservare
un’antica e rara misura romana corrispondente ad una pertica (cioè a dieci piedi, di cm. 29 cad., ossia
circa tre metri). Sono anche
visibili i beccatelli per la difesa piombante e le feritoie verticali, poste a
diverse altezze. Il corpo di fabbrica è sporgente rispetto alle mura e forma la
protezione della seconda porta di accesso al castello, realizzata in laterizio
e ad arco a tutto sesto”. Suggestivo ancora oggi è il
tessuto urbano con le stradine dette anche “rue” o “ruarelle” su cui si
affacciano case a schiera composte per lo più da due semplici ambienti: a pian
terreno dotati di ingresso e camino, al primo piano con punto luce. Il 22
ottobre 1305 donna Margherita, vedova del conte Gentile di Rovellone, cedette a
Vagnino di Alberghetto Chiavelli, che ricevette per conto del comune di
Fabriano, i possedimenti appartenuti al disciolto feudo: Rovellone,
Castelletta, Avoltore e Grotte. In seguito a questo passaggio Castelletta accrebbe
la sua importanza divenendo negli anni centro strategico e avamposto del
territorio comunale. Fabriano nominava il Castellano che doveva tutelare i
diritti del Comune. Il castello, invece, ogni due mesi eleggeva “I Quattro” che
controllavano la vita del paese. Il “Camerlengo” aveva poi il compito di
riscuotere le tasse, registrare le spese ecc. Il “balivo” svolgeva il compito
di guardia, gli “stimatori” valutavano i danni arrecati ai boschi. Gli
“abbondanzieri” duravano in carica un anno e avevano il compito di custodire e
dispensare il grano della comunità, regolare il prezzo del pane ecc. I
“deputati”, eletti dai cittadini per particolari circostanze, rappresentavano
il castello nelle cerimonie pubbliche. Il “Pubblico Consiglio” era formato dai
capifamiglia e aveva potere consultivo e di proposta. Tutte le proposte
venivano votate con il sistema delle fave bianche o nere. Legati alla storia di
Castelletta sono anche i primi secoli dell’ordine benedettino silvestrino. Il
fondatore San Silvestro Guzzolini, proveniente da Osimo, si ritirò qui nella
vicina Grottafucile dal 1227 al 1231 a vita eremitica. Molti furono i giovani
della zona che seguirono le sue orme vestendo l’abito, tra questi il giurista e
teologo Stefano di Antonio che fu Abate Generale dell’ordine presso la Curia
Romana dal 1439 al 1471. Da segnalare a riguardo anche un affresco raffigurante
San Silvestro, opera di Antonio da Fabriano, conservato nella chiesa
parrocchiale insieme ad una pregevole croce astile in rame di fattura germanica
del XIII secolo. Affreschi di scuola fabrianese databili al XV secolo sono
conservati nella chiesa di Santa Maria del Piano che si trova alle porte del
paese. Gli ultimi quattro secoli, con la perdita d’importanza dei centri
periferici e le maggiori difficoltà ad ottenere sostentamento dalla terra,
hanno visto un lento abbandono di questi luoghi, con un miglioramento della
situazione a partire dal dopoguerra grazie all’apertura della strada da Serra
San Quirico e alle opportunità di lavoro date a partire dagli anni 1960 nei
vicini stabilimenti manifatturieri del distretto fabrianese. Ecco un video di Alberto
Donati in cui si parla di Castelletta: https://www.youtube.com/watch?v=KwbkcYZ7FbI
Fonti: http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-castelletta-fabriano-an/,
http://www.castelletta.it/offerta.htm
Foto: la prima è di Renato Tittarelli su http://www.fotocommunity.it/pc/pc/display/22295187,
la seconda è presa da http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-castelletta-fabriano-an/
Nessun commento:
Posta un commento