giovedì 15 marzo 2012

Il castello di giovedì 15 marzo



MONTE GIBERTO (FM) – Castello

Posto sopra un colle sulla media valle dell’Ete Vivo, verso la metà del XI secolo fu presidio fortificato dei Farfensi, i monaci Benedettini provenienti dall’Abbazia laziale di Farfa. Nel secolo XII da villa divenne castello ed assorbì i castelli di Casale e del Podio, situati nello stesso territorio. Il Castello di Casale, segnalato già in un documento del 1059, si trovava a sud dell'attuale centro urbano di Monte Giberto, nella zona detta ancora oggi "Campo Casale" e si configurava come il tipico castello medievale: era, infatti, munito di porte, con un'entrata e un'uscita, di un fossato di cinta (carbonaria) e di altre difese strutturali (aedifitia), oltre che naturali con le ripe a nord ovest. Accoglieva dentro le mura una chiesa dedicata a Giovanni Battista. Gli abitanti erano liberi da ogni sudditanza rispetto al signore (dominus) Longino di Suppone e costituivano una corte (curtis), che estendeva le sue terre all'intorno. Il Castello dei Podio, è segnalato dal Regesto di Farfa nel 1070 come antica proprietà farfense, usurpata dai vescovi fermani Errnanno (1047 - 1055) e Ulderico (1057 - l073). Viene detto: Castrum quod Podium vocatur. Da vari e concreti indizi si evince che esso sorgeva nella contrada detta oggi "Castelletta", di fronte a Grottazzolina. Aveva una chiesa dedicata a S. Martino e un'altra a S. Nicolò di Bari. Estendeva le sue consistenti "pertinenze" con i "corsi d'acqua" presso il fiume Ete e il torrente Rio. Fin dal 1356 troviamo incluso Monte Giberto, il cui nome pare derivare da un suo omonimo castellano (pare che già prima del 1166 fosse possedimento del feudatario Giberto - sposo di Cecilia e padre di Trasmondo), nell’importante elenco trecentesco dei castelli fermani (la Descriptio Marchiae Anconitanae, redatta al tempo del cardinale Egidio Albornoz) che suddivideva i fortilizi in tre ripartizioni: esso rientrava in quelli “verso il monte”, di fatto un avamposto verso ovest, che perciò fu rafforzato mediante una cinta muraria con quattro torrioni, due dei quali esistenti e restaurati. Seguì in tutto le vicende di Fermo. Nel 1407 subì l’assedio di Braccio da Montone e dei suoi alleati. La sua struttura urbana si snoda secondo una caratteristica pianta compatta, semplice ma armonica ed elegante, che fa convergere l’abitato sulla piazza della Vittoria, così denominata dal 1918, forse l’antica corte del castello originario, piazza da cui si diramano vie e viuzze.

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