sabato 31 marzo 2012

Il castello di sabato 31 marzo



GENOVA – Torre Specola

Questo anomalo edificio in mattoni rossi visibile da molte zone della città, è inserito all'interno delle mura del Forte Castellaccio fin dalla costruzione, tra il 1830 e il 1836, delle cinta bastionata che racchiude sia il Forte che la Torre. Appartenente alle Torri Sabaude costruite per la difesa dei promontori, fu innalzata ad opera dell'architetto militare Giulio D'Andreis tra il 1817 ed il 1823, sul preesistente sito detto quadrato delle forche, uno sperone roccioso dove, fin dal 1509, avvenivano le esecuzioni capitali dei condannati rinchiusi nel Forte, fino allora compiute nella zona della Lanterna. Le forche erano composte da quattro pilastri in pietra che sostenevano assi trasversali, da cui pendevano catene, dalle quali penzolavano i corpi dei condannati. Si tratta di una massiccia torre a tronco di piramide, dalla pianta ottagonale irregolare, che tuttavia evidenzia un'armoniosa simmetria nel susseguirsi delle otto facce. Su ciascuno dei quattro prospetti meridionali si stagliano due ordini di aperture per bocche da fuoco, affiancate da due coppie di feritoie per fucileria. All'altezza del coronamento si protendono, in corrispondenza delle cannoniere, le caditoie appoggiate su coppie di mensoloni allungati verso il basso e divaricati, che accentuano l'aspetto possente e minaccioso della fortezza. Sulla facciata sud-occidentale si intravede - seminascosto da un casotto in muratura di costruzione risalente più o meno alla metà del secolo scorso - l'archivolto dell'ingresso principale, incorniciato da due "lesene" rastremate verso l'alto e sormontate da un architrave aggettante, sul quale si apre un lunotto a tutto sesto. L'ingresso originale della Torre è costituito da un'angusta porticina sulla facciata di ponente. All'interno la Torre Specola si presenta su due piani più un sotterraneo con cisterna, mentre la struttura reggente è composta da sei grossi pilastri, dentro uno dei quali è presente la ripida scala di servizio. La grande sopraelevazione che spicca sul tetto è stata edificata tra il 1911 ed il 1914 dall'Istituto Idrografico della Marina, per ospitare un osservatorio meteorico ed aerologico ed il relativo personale. La Torre fu abbandonata nel 1969, in seguito utilizzata come deposito materiale ed oggi come archivio. Essa era familiare ai Genovesi per l'ancora oggi ricordato "sparo del cannone di mezzogiorno". Dal 31 maggio 1875 fino al giugno 1940 (con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale), da una casamatta posta sull'angolo delle mura esterne, a mezzogiorno in punto veniva infatti sparato un colpo di cannone. Il contatto elettrico era dato da un pendolo, tuttora conservato funzionante, posto all'interno del Forte San Giorgio, sede dell'Istituto Idrografico.

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