SAN SECONDO PARMENSE (PR) – Rocca Rossi
Fu costruita da Beltrando Rossi intorno al 1385, collocata in una posizione di rilevante interesse strategico e commerciale sopra il ramo della via Francigena che unisce Milano a Parma, proseguendo poi verso Roma, attraversando Bologna e Firenze. Situata a ovest dell'abitato, la rocca si apre su un ampio piazzale. Nata come rocca eretta a difesa dei propri domini, in seguito venne trasformata in sfarzosa residenza rinascimentale. Un affresco nel Castello di Torrechiara (altro maniero dei Rossi) ci restituisce il progetto nel suo aspetto originale come una rocca fastosamente turrita, mossa da rivellini, ponti levatoi, lunette, e da un grosso mastio a due piani al centro, modificato e sopraelevato nel XVII secolo. Con Troilo I (feudatario dal 1502 al 1521) e con i successori Pier Maria III (1521-1547) e Troilo II (1547-1591) i Rossi di San Secondo si imparentarono strettamente con le più importanti famiglie italiane: i Riario, gli Sforza, i Medici, i Gonzaga, i Rangone. La Corte di San Secondo per tutto il XVI secolo fu aperta alla collaborazione ed al mecenatismo di artisti e letterati insigni, da Pietro Bembo a Francesco Mazzola detto il Parmigianino, da Benvenuto Cellini al sommo Pietro Aretino, il flagello dei Principi. Del nucleo primitivo della rocca oggi resta una parte delle merlature accecate. Nel XVI secolo, oltre ai lavori al mastio, fu reimpostata la facciata, realizzandola a fronte di palazzo, di cui esistono lacerti del cornicione agli angoli del mastio e il rivellino recuperato alla fine dell'Ottocento. In facciata si vede un terrazzo settecentesco che sostituì la loggia del XVI secolo, di cui si vedono ancora le imposte delle volte. Il torrione merlato di sinistra è frutto dei lavori tardo ottocenteschi (1895-1906), epoca in cui fu separato dal mastio. Durante questi lavori che sacrificarono gran parte dell'antica struttura emersero tra l'altro i beccatelli del primo sporto del XV secolo (sinistra del mastio), simili a quelli del castello di Roccabianca, anch'esso della famiglia Rossi. Il portico e il loggiato sono del XVI secolo, decorati con Putti di scuola baglionesca. Il cortile trapezoidale (inizio XVI secolo) con portico a capitelli scolpiti e pilastri decorati a candelabri. Tutte le Sale vennero abbellite con notevole sfarzo. Suggestiva la Sala dell'Asino d'Oro (risalente circa al 1530) con l'originale ed unica rappresentazione a fresco dell'omonimo romanzo di Apuleio, diciassette quadri per un autentico fumetto ante litteram. Era la camera da letto di Pier Maria Rossi e Camilla Gonzaga come dimostrano gli stemmi delle rispettive famiglie raffigurate negli angoli della volta. Coeva è la Sala dei Cesari, lo studiolo del Conte Pier Maria III, di evidente scuola mantovana (allievi di Giulio Romano). La Sala delle gesta rossiane, a cui si accede dallo scalone d'onore ricoperto a botte, è certamente l’ambiente più sontuoso ed emozionante della Rocca, sia per dimensioni (misura 24 metri di lunghezza e 12 metri di altezza)che per apparato di affreschi circa 1200 mq di decorazioni. E’ interamente decorata da splendidi affreschi sulla volta (1565-70) di Prospero Fontana (Pier Maria Rossi che riceve la decorazione dell'Ordine di S.Michele) e di Cesare Baglione (le grottesche). Le pareti spettano ancora a Baglione (grottesche, il Leone di S.Marco e gli interi 2°, 6° e 7° in senso orario dal camino dei Fasti rossiani), mentre gli altri Fasti sono di Gerolamo Mirola (con paesaggi del Baglione) e Bertoja. Il fastigio in stucco (Efebi che reggono lo stemma dei Rossi) è di scuola bolognese. La stanza attigua è sempre del Baglione, con decorazioni a rocce costellate di uccelli, vasi ed esedre, come nel Palazzetto Eucherio Sanvitale a Parma. Vi sono poi altre sale ben conservate: dei Giganti, di Mercurio, della Giustizia, il Corridoio di Esopo. Nel corso dei secoli l'originaria struttura del maniero ha subito numerose menomazioni, in particolare alla fine dell'800, riducendosi a circa un quarto della sua estensione a causa di drastici abbattimenti che interessarono: un Oratorio contenente alcune tombe della famiglia Rossi, un teatro, il loggiato affacciato sul centro del paese, le stanze dei servitori, le scuderie e le prigioni. Sono rimaste invece le ali nord-nord/ovest (risalenti al '500) e, separati dal corpo centrale, il mastio e l'antico ingresso attraverso il ponte levatoio. Danneggiata dal terremoto del 1983, la rocca è stata ristrutturata e consolidata e attualmente è, dopo il trasferimento del consiglio comunale, meta d'interesse per i numerosi visitatori, teatro per le visite guidate diurne e notturne, queste ultime realizzate con l'ausilio di numerosi figuranti in abiti storici. Vi è un sito appositamente dedicato alla rocca: http://www.cortedeirossi.it/
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