CASTELLAMMARE DI STABIA (NA) - Castello Angioino-Aragonese
Ha una grande importanza nella storia di Castellammare di Stabia, poiché è proprio da esso che la città prende il nome: solitamente, secondo tradizione, si dice che il mare, in tempi remoti, arrivasse fino al castello. In realtà questo aveva una cinta muraria che si originava dal complesso centrale per scendere giù per la collina fino alla zona dove oggi si trova la chiesa di Portosalvo, dove terminava con una torre di avvistamento: in questo punto il mare incontrava il castello e da qui il nome di Castello a mare. Il maniero si trova lungo la statale sorrentina, nei pressi della salita per il santuario della Madonna della Libera, e venne costruito per volere del Duca di Sorrento,per difendere il proprio ducato, sulla collina che sovrasta la città stabiese; fu in seguito riparato da Federico II di Svevia e ricostruito dagli angioini. Probabilmente in tale periodo fu notevolmente modificato e strutturato in modo tale da poter ospitare le nuove armi da fuoco; tra gli ospiti del tempo anche Giovanni Boccaccio. Nell' ottobre 1459 il castello fu ceduto a Giovanni II di Lorena e nel 1461 resistette all'attacco sferrato da Antonio Piccolimini, duca di Amalfi. Con l'avvento di Alfonso II d'Aragona, nel 1470, assunse la conformazione definitiva e all'inizio del XVI secolo fu costruito il rivellino, sul quale venivano posizionati i cannoni: divenne in tale periodo la principale struttura militare della zona, avendo influssi anche sui vicini castelli di Lettere, Gragnano e Pimonte. Quando la città divenne feudo dei Farnese, il castello fu sede di una guarnigione di soldati mercenari e nella base del torrione venne ricavata una prigione, chiamata La Papiria. Rimase attivo fino ai secoli della dominazione spagnola, ma nel XVIII cominciò il suo lento declino. Ridotto per lo più ad un rudere (ma fonte d'ispirazione per diversi artisti, molti dei quali appartenenti alla scuola di Posillipo, che lo ritrassero nelle loro opere) venne venduto dallo stato al marchese Alaponzone di Verona, che attorno agli anni trenta del '900 lo cedette a Edoardo de Martino: questi ne iniziò il restauro, completato poi dal figlio. Occupato dalle truppe inglesi durante la seconda guerra mondiale, il castello subì un secondo restauro, per riparare i danni apportati, a partire dal 1956, il quale terminò solamente dodici anni dopo. Costruito con pietra calcarea e tufo litoide, ha pianta trapezoidale, con un torrione e due baluardi cilindrici, uniti tra loro tramite un possente muro, un tempo forse merlato, nel quale si aprono numerose aperture. I baluardi hanno, alla sommità, un piano aggettante su un coronamento di archetti e beccatelli; il torrione è rafforzato col barbacane alla base e, nella parte superiore, con una fitta cornice di modiglioni di piperno, che, evidentemente, in origine, sostenevano un piano con piombatoi. Anche il camminamento lungo le mura perimetrali è aggettante e sostenuto da archi, mentre il portale d'ingresso è caratterizzato da un arco a tutto sesto e protetto da un cancello in ferro battuto[4]. L'interno è stato riorganizzato in stile rinascimentale, con fontane, pozzi, peschiere, un ponte levatoio, camini e maestose porte in muratura, mentre l'antico fossato è stato trasformato in un oliveto[5]. Oggi è tornato allo splendore di un tempo ed è una interessante location per eventi di gala, meeting e ricevimenti. Il castello ha un suo sito internet che è il seguente: http://www.castellomedioevale.com/
Nessun commento:
Posta un commento