sabato 15 settembre 2012

Il castello di domenica 16 settembre






PREPOTTO (UD) – Castello di Albana

Si innalza sopra un piano roccioso, a nord del paese di Prepotto nella frazione di Albana. Eretto nel XII secolo, per la sua posizione strategica e di difesa, è probabile che sia stato costruito su preesistenti fortificazioni, un castelliere preistorico o un’arimannia di epoca longobarda. Del castello si hanno notizie certe a partire dal 1185, quando Pertoldo di Albana regalò alla chiesa di Cividale i suoi beni. La donazione fu motivo di tensioni fra il capitolo di Cividale ed il ministeriale del patriarca aquileiese Dietrich di Sacile. Successivamente borgo e castello divennero feudo del Conte di Gorizia che, nel 1319 che ne confermò la proprietà a Ermanno di Traburgo. Un secolo dopo, a creare confusione sul possesso dell'edificio contribuisce uno studio dello storico Giovambattista De Crollalanza, il quale afferma che la famiglia Waldsee-Mels di Colloredo di Montalbano ottenne beni feudali ad Albana nel 1340. Eppure, da documenti certificati si sa che il matrimonio tra Fiammetta, erede di Quanzone De Portis, e Giacomo di Mels, risale solo al 1483, cioè 143 anni più tardi. Giacomo della famiglia dei Waldsee-Mels-Colloredo, sempre secondo il Crollalanza, discendeva da un ramo della casata fuggita a Gorizia in seguito all'assassinio del patriarca d'Aquileia, nonché duca del Friuli, Bertrando De Saint Genies. Alla morte di Fiammetta de Portis, Giacomo di Mels si risposò con Negra Della Frattina che gli diede cinque figli, tutti divenuti signori di Albana e deputati della contea di Gorizia. Uno di essi, Giorgio, sposò Caterina di Zucco-Cucagna ed ebbe discendenza. Nel luglio del 1478, orde di turchi agli ordini di Iskander Beg e guidate da Jurij Fuchina, un traditore di Kobarid (Caporetto), devastarono e depredarono l'intera valle del Vipacco e la pianura che si estende da Gorizia a Cormòns. Poi, risalendo il fiume Judrio, le armate passarono davanti al castello di Albana andando a ricongiungersi ad altre bande che attendevano a Ronzina, lungo l'Isonzo. Nel Cinquecento, alla scomparsa del Conte Leonardo di Gorizia, che non lasciò eredi, la contea passò alla casa d'Asburgo e quindi al diretto controllo del Sacro Romano Impero. La Repubblica di Venezia, che dal 1420 era subentrata al patriarca di Aquileia nel controllo del ducato del Friuli, non gradì tale passaggio e dal 1508 iniziò una serie di attacchi contro gli austriaci. Il periodo di belligeranza durò circa otto anni. A contribuire alla rovina del castello vi fu poi, nel marzo 1511, una devastante scossa di terremoto. Successivamente l’edificio venne ricostruito e ammodernato come residenza di campagna e non più come fortificazione militare. Durante la Prima Guerra mondiale il castello fu requisito dall'esercito italiano che lo trasformò in un ospedale militare, ma nel 1916 una granata austriaca distrusse la torre nordorientale. L'edificio fu ripristinato a guerra finita dai proprietari, ma nel corso del secondo conflitto mondiale venne di nuovo requisito e occupato, in parte dai carabinieri ed in parte da famiglie sfollate dell'Italia meridionale, colpite dai bombardamenti alleati. Intanto, per il matrimonio dell'ultima discendente della casata dei Mels-Albana, il castello passò in eredità ai Gabrici di Cividale, i quali dal 2000 ne hanno avviato una radicale ristrutturazione. Il castello è di forma rettangolare, strutturato da un corpo centrale e da quattro torri angolari collegate fra loro da un muro, il quale a sua volta disegna due cortili interni. L'ingresso principale si trova sul lato nord ed è costituito da un portone ad arco pieno, cioè a tutto sesto, situato al centro del muro di cinta. Sulla chiave di volta del portone campeggia ovviamente lo stemma della casata Mels. Sopra vi è una pietra con il Leone di San Marco. Ai lati dell'ingresso ci sono due torri dal basamento diverso. Quella nordorientale è rettangolare e quella a nord-ovest è quadrata. Dall'ingresso si entra nel primo cortile e quindi al mastio. La parte più antica dell'edificio è quella esposta ad est nella quale si trova una sala con soffitto a travatura con un caminetto risalente alla fine del XVI secolo. A sud sorgono le altre due torri a pianta quadrata. Il castello poggia, come s'è detto, su uno zoccolo di roccia calcarea risalente al cretaceo e quindi è soggetto a fenomeni di carsismo. A conferma di ciò, dalla torre di sud-est si accede ad un cunicolo sotterraneo naturale che, secondo antichi detti popolari, dovrebbe condurre fino al torrente Judrio, che scorre ad appena duecento metri dal castello. Purtroppo il cunicolo è interrotto già a pochi metri dall'edificio, causa dei numerosi crolli susseguitisi nel tempo. Come già scritto, il castello è oggi di proprietà privata. La bella foto d’insieme del maniero è di Iw3rua, trovata sul sito www.panoramio.com

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