PREPOTTO (UD) – Castello di Albana
Si innalza sopra un piano roccioso, a nord
del paese di Prepotto nella frazione di Albana. Eretto nel XII secolo, per la
sua posizione strategica e di difesa, è probabile che sia stato costruito su
preesistenti fortificazioni, un castelliere preistorico o un’arimannia di epoca
longobarda. Del castello si hanno notizie certe a partire dal 1185, quando
Pertoldo di Albana regalò alla chiesa di Cividale i suoi beni. La donazione fu
motivo di tensioni fra il capitolo di Cividale ed il ministeriale del patriarca
aquileiese Dietrich di Sacile. Successivamente borgo e castello divennero feudo
del Conte di Gorizia che, nel 1319 che ne confermò la proprietà a Ermanno di
Traburgo. Un secolo dopo, a creare confusione sul possesso dell'edificio
contribuisce uno studio dello storico Giovambattista De Crollalanza, il quale
afferma che la famiglia Waldsee-Mels di Colloredo di Montalbano ottenne beni
feudali ad Albana nel 1340. Eppure, da documenti certificati si sa che il
matrimonio tra Fiammetta, erede di Quanzone De Portis, e Giacomo di Mels,
risale solo al 1483, cioè 143 anni più tardi. Giacomo della famiglia dei
Waldsee-Mels-Colloredo, sempre secondo il Crollalanza, discendeva da un ramo
della casata fuggita a Gorizia in seguito all'assassinio del patriarca
d'Aquileia, nonché duca del Friuli, Bertrando De Saint Genies. Alla morte di
Fiammetta de Portis, Giacomo di Mels si risposò con Negra Della Frattina che
gli diede cinque figli, tutti divenuti signori di Albana e deputati della
contea di Gorizia. Uno di essi, Giorgio, sposò Caterina di Zucco-Cucagna ed
ebbe discendenza. Nel luglio del 1478, orde di turchi agli ordini di Iskander
Beg e guidate da Jurij Fuchina, un traditore di Kobarid (Caporetto), devastarono
e depredarono l'intera valle del Vipacco e la pianura che si estende da Gorizia
a Cormòns. Poi, risalendo il fiume Judrio, le armate passarono davanti al
castello di Albana andando a ricongiungersi ad altre bande che attendevano a
Ronzina, lungo l'Isonzo. Nel Cinquecento, alla scomparsa del Conte Leonardo di
Gorizia, che non lasciò eredi, la contea passò alla casa d'Asburgo e quindi al
diretto controllo del Sacro Romano Impero. La Repubblica di Venezia, che dal 1420
era subentrata al patriarca di Aquileia nel controllo del ducato del Friuli,
non gradì tale passaggio e dal 1508 iniziò una serie di attacchi contro gli
austriaci. Il periodo di belligeranza durò circa otto anni. A contribuire alla
rovina del castello vi fu poi, nel marzo 1511, una devastante scossa di
terremoto. Successivamente l’edificio venne ricostruito e ammodernato come
residenza di campagna e non più come fortificazione militare. Durante la Prima
Guerra mondiale il castello fu requisito dall'esercito italiano che lo
trasformò in un ospedale militare, ma nel 1916 una granata austriaca distrusse
la torre nordorientale. L'edificio fu ripristinato a guerra finita dai
proprietari, ma nel corso del secondo conflitto mondiale venne di nuovo
requisito e occupato, in parte dai carabinieri ed in parte da famiglie sfollate
dell'Italia meridionale, colpite dai bombardamenti alleati. Intanto, per il
matrimonio dell'ultima discendente della casata dei Mels-Albana, il castello
passò in eredità ai Gabrici di Cividale, i quali dal 2000 ne hanno avviato una
radicale ristrutturazione. Il castello è di forma rettangolare, strutturato da
un corpo centrale e da quattro torri angolari collegate fra loro da un muro, il
quale a sua volta disegna due cortili interni. L'ingresso principale si trova
sul lato nord ed è costituito da un portone ad arco pieno, cioè a tutto sesto,
situato al centro del muro di cinta. Sulla chiave di volta del portone
campeggia ovviamente lo stemma della casata Mels. Sopra vi è una pietra con il
Leone di San Marco. Ai lati dell'ingresso ci sono due torri dal basamento
diverso. Quella nordorientale è rettangolare e quella a nord-ovest è quadrata.
Dall'ingresso si entra nel primo cortile e quindi al mastio. La parte più
antica dell'edificio è quella esposta ad est nella quale si trova una sala con
soffitto a travatura con un caminetto risalente alla fine del XVI secolo. A sud
sorgono le altre due torri a pianta quadrata. Il castello poggia, come s'è
detto, su uno zoccolo di roccia calcarea risalente al cretaceo e quindi è
soggetto a fenomeni di carsismo. A conferma di ciò, dalla torre di sud-est si
accede ad un cunicolo sotterraneo naturale che, secondo antichi detti popolari,
dovrebbe condurre fino al torrente Judrio, che scorre ad appena duecento metri
dal castello. Purtroppo il cunicolo è interrotto già a pochi metri
dall'edificio, causa dei numerosi crolli susseguitisi nel tempo. Come già
scritto, il castello è oggi di proprietà privata. La bella foto d’insieme del
maniero è di Iw3rua, trovata sul sito www.panoramio.com
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