TERTENIA (OG) – Torre di San Giovanni di Sàrrala
Si erge presso la spiaggia di Melisenda, su un piccolo
promontorio, da cui controllava la zona tra la Quirra e il Capo Sferracavallo,
per sventare eventuali sbarchi di barbareschi. Di forma troncoconica, ha un
diametro di base di oltre 12 metri per uno sviluppo in altezza di circa 11 metri,
fino al lastrico della terrazza superiore. L'ingresso originario si apriva
verso Ovest ad un'altezza di 4,5 mt
dal suolo ed era protetto, nel piano superiore, da una garitta; la guardiola
attualmente non è più visibile, ma ne rimangono tracce nel paramento murario. Al
primo piano vi è la casamatta, la camera voltata a prova di bomba, che
presenta, nella struttura, caratteristiche simili a quelle coeve di Cannai e di
Calasetta. Nella piazza d'armi, cioè nella terrazza superiore, in comunicazione
con la casamatta attraverso una botola centrale, vi sono, rivolte verso il
mare, le cannoniere con le merlature e gli spazi riservati alle garitte.
Appoggiata al parapetto verso terra era costruita la mezzaluna, una struttura
leggera, dalla forma semicircolare, realizzata in canne e coppi, il cui scopo
era quello di proteggere le munizioni e gli uomini della torre per la notte. Non
si hanno notizie certe sulla data di costruzione della torre, in quanto manca
qualsiasi segnalazione della sua esistenza nelle carte del XVII secolo. Compare
per la prima volta, disegnata da Colombino, in "Nova et accurata totius
Sardiniae tabula", nell'anno 1720. La torre daterebbe, quindi, ai primi
decenni del XVIII secolo. La torre fu visitata dal piemontese Ripol, nel 1767,
che la descrisse "gagliarda", da difesa pesante, munita di quattro
cannoni, quattro spingarde, otto fucili e una guarnigione composta da un
"alcaide" (il capitano della torre), un artigliere e quattro soldati
(nel 1794 ridotti a tre). Nel 1798 sono documentati alcuni lavori di
riparazione. Nel 1812 la torre fu assediata da navi da guerra tunisine che
avevano attaccato anche le torri di Porto Giunco, dei Cavoli e Serpentara; per
10 ore circa l'alcaide e i torrieri resistettero all'assalto barbaresco, fino
all'arrivo di un contingente di miliziani che respinsero gli attaccanti. La
torre riportò diversi danni, quali il crollo di parte della santabarbara e
l'incendio del boccaporto. Finalmente nel 1829 su progetto del regio architetto
Melis fu riparata, insieme a quelle di Capo Ferrato e Porto Corallo. Nel 1851,
nove anni dopo la soppressione della Reale Amministrazione delle Torri, la
torre venne abbandonata. Durante la seconda guerra mondiale venne ristrutturata
e adattata a bunker, causando una notevole alterazione degli spazi originari;
la cisterna, all'interno, venne dotata di un camminamento circolare con otto
feritoie disposte a raggiera, mentre una nuova scala collegava questo ambiente
con la sala al primo piano, a sua volta dotata di altrettante aperture per le
mitragliatici. Il restauro del 1990 ha ripristinato in parte le condizioni
originarie. L'accesso alla torre è libero.
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