CAZZAGO SAN MARTINO (BS) – Castello di Bornato
Situato nel cuore delle magnifiche e verdi colline della
Franciacorta, si trova il Castello di Bornato, che racchiude al suo interno una
stupenda Villa rinascimentale. Si tratta di un caso molto raro ed assolutamente
meritevole di visita. Vediamo un po’ di storia del territorio….la giurisdizione
della Pieve di Bornato comprendeva territori più ampi di quelli del pagus
originario, estendosi anche su Travagliato. Le indagini archeologiche svolte
sul sito dei resti dell'attuale pieve nel 2005 e nel 2006 hanno rinvenuto la
presenza di un insediamento longobardo che ai tempi era rimasto ai piedi della
collina. Secondo il Cocchetti (1859) furono le piene dell'ipotetico fiume a
spingere la popolazione ad insediarsi sul rilievo. Sopra di esso fu
probabilmente edificato un Castrum la cui presenza è attestata attorno
all'anno Mille. Fu sede dei Bornati, famiglia nobile discendente dal
Capitano della Pieve, tal Mozzi da Bergamo, che fu nominato nel corso
del X secolo a questo incarico e che trasmise il proprio titolo agli eredi. In
epoca tardocomunale, il Castello divenne proprietà esclusiva dei Bornati che lo
riedificarono, nella persona di Inverardo
Da Bornato (signore e condottiero) tra il 1266 e il 1270, incorporando nella erigenda struttura
(comprendente una cerchia di 300 metri di mura merlate, torri, fossato e ponte
levatoio) una vecchia torre preesistente sul luogo. Il castello fungeva da
punto di controllo e di protezione della via consolare che collegava Brescia a
Bergamo. Il nipote di Inverardo, Giambellino, fu un grande mecenate per
letterati ed artisti del tempo, così da formare intorno a sé una corte colta ed
illuminata. Anche Dante Alighieri sostò più d’una volta nel castello di
Bornato. Il feudo fu attraversato tuttavia da un periodo di decadenza a partire
dal 1326, quando Azzone Visconti invase tutta l'area della Franciacorta.
L'intero borgo venne meno nei pesanti attacchi viscontei. Nell'estimo visconteo
del 1386, risulta che la comunità di Bornato facesse parte della quadra di Rovato.
Durante le ultime lotte tra i Visconti e la Repubblica di Venezia per il
controllo della provincia bresciana (1438), Antonio Martinengo prese possesso
del castello, organizzando la resistenza contro le truppe viscontee comandate
dal Piccinino che assediavano la fortezza. Il Gattamelata venne in suo soccorso
tentando di cogliere alle spalle le truppe assedianti. Lo scontro non fu
favorevole a quest'ultimo che dovette ritirarsi. Durante l'epoca veneta, il
comune fu mantenuto all'interno della quadra di Rovato. Nel 1493, risulta che
ad esso era accorpata la frazione di Monterotondo, poi tornata ad essere in
seguito municipalità autonoma. Nel 1562, il nobile Lattanzio Bornati cedette il
castello e tutti i fondi presenti in paese alla famiglia Gandini che
ristrutturarono la fortezza conferendole la forma attuale e il cui stemma
compare ancora oggi all’ingresso del sito. I Gandini furono anche artefici di
una nuova costruzione sul lato est, un'ala con sale affrescate. Contestualmente
eseguirono un lieve ritocco alla facciata, conferendole un aspetto più da villa
signorile che non da elemento difensivo. Nel 1796, la proprietà passò ai
Garbelli in quanto fu conferita ad essi in dote dall'ultima discendente dei
Gandini, Giulia. Nel 1937 fu acquistato dall'armatore livornese Luigi Orlando
dal quale deriva l'attuale denominazione alternativa di Villa Orlando. La
cinta muraria merlata è in pietra
grezza, circondata da un fossato sui lati nord ed est e difesa da torri
circolari. Il percorso di avvicinamento all’unico accesso conferma ancora una
volta l’usanza di posizionare la porta in modo tale che le persone armate che
giungevano al maniero erano costrette a mostrare verso gli spalti la parte meno
protetta del corpo cioè quella destra, che teneva la spada o la lancia, mentre
lo scudo era solitamente portato con il braccio sinistro. All'interno è
presente il palazzo voluto dai Gandini di chiaro stile rinascimentale che
risulta essere stato costruito sul nucleo centrale del vecchio forte. Di questa
struttura alto medioevale sono rimasti i resti in tre locali del piano terra. Gli
interni presentano affreschi del Sorisene e del Ghitti di origine
settecentesca. All'interno della cinta muraria è custodito un prezioso parco di
piante secolari. Da ricordare inoltre che, da ben otto secoli, all'interno di
questo castello si produce un vino dalle elevate qualità, ma in quantità
ridotta ovviamente. Il castello è aperto al pubblico ed è visitabile. Per
approfondire vi consiglio questi due siti: http://www.preboggion.it/CastelloIT_di_CazzagoSM-Bornato.htm
(con bellissime foto) e poi quello ufficiale: http://www.castellodibornato.com/castello.php
Foto: da www.serapea.it
e da http://www.geolocation.ws/v/W/File:Castello%20di%20Bornato%20lato%20meridionale%2020100329.jpg/-/en
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