CENTOLA (SA) – Castello della Molpa e torre della Marinella
Molpa è un'antica città che
sorgeva a circa 1 km da Capo Palinuro, sopra l'altura compresa fra i due fiumi Lambro
e Mingardo. Abitata sia in epoca greca, sia in epoca romana, iniziò a decadere
nel Medioevo. La città fu presa prima dagli Ostrogoti e poi, nel corso della guerra
gotica (535-553), fu distrutta nel 547 da Belisario, generale bizantino. I
superstiti si rifugiarono presso vari monasteri dei dintorni, concorrendo alla
fondazione di alcuni paesini tuttora esistenti, tra cui Centola. Molpa fu
rifondata nel XI secolo dai Normanni, che ricostruirono l'abitato sul colle
(140 metri s.l.m.). Nel 1113 Molpa subì una prima invasione ad opera dei pirati
saraceni. L'abitato fu dunque fortificato dai Normanni con robuste difese tra
cui il
Castello della Molpa, una possente rocca i cui resti sono
visibili ancora oggi. Nel corso del XII secolo a Molpa fu edificata la chiesa
di San Giuliano, di cui ancora oggi restano alcuni ruderi. I Normanni
amministrarono il territorio fino al 1189. A partire da questo anno e fino al
1268 fu sotto la giurisdizione degli Svevi, a cui succedettero gli Angioini
fino al 1435. Gli Angioini potenziarono ulteriormente le fortificazioni che
formavano con i castelli di Palinuro e di San Severino una cinta difensiva che
si rivelò di importanza vitale nella guerra contro gli Aragonesi. Le difese
però non resistettero all'invasione dei pirati Saraceni, noti come
Corsari
d'Africa, che all'alba dell'11 giugno 1464 la rasero al suolo, facendo
schiava la sua gente (coloro che riuscirono a fuggire trovarono rifugiò
nell'entroterra ed in particolare a Centola ed a Pisciotta) e decretando per
sempre la fine dell'abitato di Molpa. Nel 1554, il territorio di Molpa, insieme
alle terre di Palinuro e di Pisciotta, fu acquistato per 17.000 ducati dal
nobile spagnolo don Sancio Martinez de Leyna, capitano generale delle regie galee
del egno di Napoli, che vi edificò alcune torri costiere per offrire protezione
alla popolazione dell'entroterra e sicurezza ai naviganti. La torre della
Molpa, o della
Marinella, è ubicata alla foce del fiume Lambro in
posizione leggermente sopraelevata rispetto al livello del mare. La
collocazione della torre aveva lo scopo di impedire ai pirati Saraceni
l'approdo, il rifornimento di acqua potabile e lo sfruttamento delle vie
fluviali offerte dal Lambro e dal Mingardo per le incursioni nell'entroterra
del Cilento. Il problema dei pirati era particolarmente sentito in quegli anni,
dal momento che essi furono responsabili di numerose drammatiche scorribande in
territorio campano (dopo l'incursione del 1464 che distrusse la stessa Molpa,
memorabili furono quella del 1532 ad opera di Ariadeno Barbarossa e del 1552 ad
opera dei corsari di Dragut). Già nel 1546 Pirro Antonio Licterio, ufficiale
della Regia Camera della Sommaria, aveva sostenuto l'importanza della
costruzione nel territorio di Pisciotta e della Molpa di torri difensive, che
avrebbero garantito una maggiore sicurezza del territorio dagli assalti dei
Saraceni e consentito la rinascita dell'antico abitato. Occorrendo al de Leyna
i denari per le
spese di fabbrica, guardia ed armamento, egli chiese al
viceré spagnolo di esigere un contributo nelle spese sia da parte delle università
e terre convicine, sia da
parte dei mercanti che si recavano alla fiera di Salerno (conosciuta come fiera
di San Matteo). Inoltre il de Leyna chiese la concessione dei
diritti di ancoraggio,
falangaggio ed alboraggio da parte di tutte le navi approdanti, ossia il
pagamento di una somma di denaro per le navi ancorate in porto (diritto di
ancoraggio), il pagamento per l'attracco delle barche al palo piantato sulla
riva (diritto di falangaggio) ed il pagamento in proporzione alle vele per
l'ingresso dei velieri in porto (diritto di alboraggio). La richiesta del de
Leyna non ebbe esito e nel 1578 il feudo di Molpa e Palinuro, con la terra di Pisciotta,
fu venduto per 30.000 ducati a don Camillo Pignatelli, vicerè di Sicilia. Nel
1583 la proprietà fu venduta dai Pignatelli ad Ettore Maderno di Monteleone,
che a sua volta nel 1602 la vendette ad Aurelia della Marra, moglie di Cesare
Pappacoda. La famiglia dei Pappacoda tenne il feudo di Pisciotta, Molpa e
Palinuro, divenuto frattanto marchesato, fino al 1806. Per la mancanza di investimenti,
la torre della Molpa, edificata solo parzialmente, fu abbandonata ed oggi
rimangono pochi resti informi della parte basamentale, chiaramente a pianta
quadrata. La città di Molpa non è mai più stata rifondata. Delle varie storie e
leggende legate alla Molpa, la più nota è quella di donna Isabella Villamarino,
aristocratica e, secondo la leggenda, bellissima fanciulla (anche se in realtà
pare fosse di statura non molto alta e neanche troppo graziosa). All'età di
soli dieci anni, per volere del padre Bernardo, conte di Capaccio, ammiraglio e
luogotenente del regno, Isabella sposò il coetaneo Ferrante Sanseverino,
principe di Salerno e discendente dei Sanseverino, la
prima delle sette
grandi Case del Regno di Napoli. Da questo matrimonio di interessi nacque
però una splendida storia d'amore, che si interruppe bruscamente nel 1552
quando Ferrante litigò col viceré don Pedro de Toledo, che lo accusò di
infedeltà all'imperatore Carlo V. Lo sposo, condannato a morte e alla confisca
dei beni, fu costretto ad abbandonare il Regno di Napoli, non riuscendo a
tornare dalla moglie, la quale privata del suo amore si gettò dalla collina
della Molpa. La leggenda vuole che il fantasma di donna Isabella continui ad
agirarsi sulla Molpa in cerca del suo perduto amore.
Fonte:
http://it.wikipedia.org
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