CORTONA (AR) – Castello Bourbon Del Monte in frazione
Sorbello
Apparteneva al Marchesato di Sorbello, feudo imperiale (1416-1815)
che era situato all'imboccatura della Val di Pierle e s'inseriva come una
propaggine del Granducato di Toscana nel territorio umbro dello Stato Pontificio.
Un'enclave strategica che, anche per questa particolarità, visse un eccezionale
periodo di indipendenza - 399 anni - sotto il governo di un ramo cadetto dei Bourbon
del Monte Santa Maria Tiberina. Ora è compreso nel territorio comunale di Cortona,
in provincia di Arezzo. Il castello di Sorbello non è circondato da mura
difensive, ma caratterizzato da due solenni accessi separati da un vasto atrio
in cui si innalza un maestoso scalone, sovrastante le buie prigioni feudali, dove
i detenuti erano costretti a corrispondere al reggente una certa somma per il
mantenimento. E' uno dei pochissimi castelli della zona che ha tradizioni
ghibelline, come dimostrano i suoi torrioni merlati. La mole primitiva di
questa costruzione, ubicata nella zona centrale del feudo, risale al X secolo,
il lato sud al XII; il mastio fu rinforzato nel 1300 quando si sottomise a
Perugia. Nel 1500 furono eretti i bastioni a terrapieno che circondano il
castello. Nel 1600 subì radicalmente mutamenti e prima divenne un palazzo di
rappresentanza, poi una villa, con il piano nobile decorato secondo lo stile barocco.
Interessante la cappella di Sant’Andrea (patrono del marchesato di Sorbello e
della dinastia regnante), al piano terra, con una pala raffigurante l'apostolo
e due altari ai lati: qui venivano officiati tutti i riti religiosi riguardanti
la famiglia comitale, compresa l'intronizzazione del feudatario. Il maniero è
l'edificio più vasto della valle, è posizionato sulla cima di un'altura boscosa
di 389 metri e formato da una costruzione rettangolare, con rivellino e torre
con merli ghibellini, immessa in una base trapezoidale con garitte ai vertici. I
Bourbon di Sorbello, che ancora ne sono i proprietari, sono iscritti nel Libro
d'Oro della Nobiltà italiana anche come conti di Montegualandro, nobili di Velletri,
patrizi di Perugia e Chiusi. La torre principale della rocca ancora sovrasta la
valle del Niccone e Borgo Sant'Andrea che nel XIX secolo contava 19 fuochi
e 108 residenti: il parco ha una superficie di 24 ettari. L'interno è
contraddistinto da 365 vani come i giorni dell'anno solare: si notano
l'appartamento di rappresentanza, la sala del trono, lo studio del reggente, il
salone dei busti, alcuni dipinti con scene di battaglie, un pregevole arazzo Gobelin
e il ritratto di Guidone I, padre di Battistello. Al piano terra si trovano i
locali di servizio e la stanza di giustizia, dove il marchese esercitava
il potere giurisdizionale; al secondo piano gli alloggi per la servitù e i
solai. Dalla grande corte, al pian terreno, partiva il banditore per informare
i sudditi sul contenuto delle gride, ovvero le norme giuridiche feudali.
Nell'antico castello di Sorbello si racconta che ogni anno, il 19 luglio, si
manifesterebbe il "fantasma" di Battistello, giovane ed unico figlio
naturale del reggente Guidone I (1501-54), celibe, e di Rosa di Bagnolo, donna
non nobile. Il ragazzo, erede presuntivo del feudo, fu fatto decapitare nel
salone della giustizia del maniero, il 19 luglio 1558, per ordine dello zio
Lodovico II, succeduto al fratello. Lo "spettro", con la testa
penzolante, percorrerebbe la sala del trono per poi discendere attraverso
una rampa di scale non più esistente. Battistello, in un primo tempo, aveva
accettato la successione dello zio, ma non smise di tramare nell'ombra contro
di lui. La nascita del cugino, futuro Tancredi II (il marchese aveva ormai 60
anni), aggravò la situazione del ragazzo, al punto che lo zio decise di
liberarsene.
Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è presa da http://liscianoniccone.infoaltaumbria.it/Scopri_la_citta/Dintorni/Castello_di_Sorbello.aspx
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