SANTA MARIA DI SALA (VE) - Castello di Stigliano
E' un fortilizio medievale sito nell'omonima frazione di Santa Maria di Sala.
Sotto la dominazione della Serenissima è stato adattato a palazzo signorile,
assumendo l'aspetto di una villa veneta. Le origini del castello vanno
collocate in epoca romana, quando rappresentava una fortificazione al confine
tra gli
agri di Altino e Padova (le tracce della centuriazione sono
tuttora evidenti nel cosiddetto Graticolato Romano). Dal VII secolo il
complesso sarebbe passato al vescovo di Treviso; nel 1152 è infatti citato, con
il villaggio e le relative pertinenze, tra i domini della diocesi, ma
politicamente soggetto al Comune di Padova. Dal 1158 ne furono vassalli i Tempesta,
che avevano il titolo specifico di difensori (advocati) dei diritti feudali del
vescovo signore. L’investitura comprendeva in particolare la “proprietas frate
et fosati et castellarii”. Nel 1220 Guido Tempesta, per risanare almeno in
parte la propria situazione finanziaria, cedette il feudo al conte
Aldevrandino de Soprovo. Erano ceduti il castello, le motte, i mulini, numerosi
mansi e terre per oltre 756 iugeri o campi padovani, le decime, i quartesi, la
giurisdizione comitale sul villaggio, il giuspatronato sulla chiesa di San
Nicolò o del Palù. Da Aldevrandino il feudo passò in seguito nella proprietà
del di lui figlio Soprovo il quale, nel 1245 ne cedette la metà, con i relativi
diritti, al fratello Enrico. Il castello passò quindi in proprietà del figlio
di Enrico, Avanzo, il quale acquistò in seguito i beni che erano stati
precedentemente alienati, ricostituendo l’integrità del feudo. Nel 1282 Avanzo
de Soprovo, mentre si trovava ad Acri in Palestina, donò il feudo ai frati
Alemanni, dell’Ordine dei Cavalieri Teutonici, uno dei tanti Ordini
cavallereschi sorto dopo la prima crociata con lo scopo di continuare a
difendere i luoghi sacri. L’atto di donazione fu stipulato nel palazzo vecchio
del maestro dell’ordine in presenza di alcuni frati tra i quali il maresciallo
e luogotenente del gran maestro, Corrado Danevelt. La donazione fu confermata
l’anno seguente da papa Martino IV e frate Bertoldo, gran maestro della “domus”
padovana, prese possesso del feudo e ne nominò gastaldo Giovanni de Romagna. In
seguito, nel 1305, Avanzo de Soprovo, pentitosi della donazione fatta, tentò
invano di riavere il feudo. Nel corso del XIII e XIV secolo, per la sua
posizione strategica, al confine tra i territori di Treviso e Padova, segnato
dal Muson (attuale Muson Vecchio), il castello fu teatro di numerose battaglie.
Fu spesso centro delle lotte tra i Padovani da una parte ed i Trevigiani, i
Veneziani e loro alleati dall’altra. Nel 1234 si ricorda, ad esempio, una
celebre pace tra i Padovani e gli Ezzelini, signori di Treviso e di Bassano,
promossa dal vescovo di Treviso e dal beato Giordano Forzatè, priore del
convento di San Benedetto di Padova, stipulata proprio nella chiesa di
San Nicolò. Nel 1370 Francesco da Carrara il Vecchio, per premunirsi contro
Venezia, costruì il serraglio del Muson. Era questo un poderoso argine
innalzato sul lato destro del fiume mediante l’escavazione e l’allargamento del
suo alveo, da Camposampiero a Oriago, costringendo il fiume, nelle periodiche
piene a riversarsi in territorio nemico. Lungo tale argine fu creato un sistema
di fortificazioni costituito da bastioni, casematte, torri di legno e di pietra
ed avente come roccaforti i castelli di Camposampiero, Stigliano e Mirano. Nel
letto del Muson furono inoltre riversate le acque del Vandura e del Rosada, in
modo che si scaricasse in laguna la maggiore quantità possibile di detriti a
danno di Venezia. Ai Veneziani questo atto sembrò una sfida e nel 1372 imposero
ai Carraresi lo smantellamento del castello di Stigliano. Scoppiata la guerra,
nel 1373 il capitano dei Veneziani occupò Stigliano e Francesco da Carrara subì
una clamorosa sconfitta.
Cinque anni dopo i Carraresi, alleati con gli Ungheresi, si presero la
rivincita, sconfiggendo i Veneziani in più località, tra le quali proprio
Stigliano. Nel 1388 i Carraresi replicarono contro i Milanesi, alleati dei
Veneziani; i Milanesi, con un grosso corpo di spedizione comandato da Giacomo
dal Verme, si erano appostati presso il Muson tra Stigliano e Mirano con
l’intento di forzare il serraglio e occupare il castello di Stigliano difeso
dal capitano Giacomo da Scaltenigo, il quale aveva anche costruito delle
gallerie che sottopassavano il fiume Muson per il trasporto segreto di truppe a
Zianigo, Castelliviero e Mirano. Appena i soldati del Dal Verme ebbero distese
le loro tende, Giacomo da Scaltenigo, aiutato da Giacomo Enselmini e Andrea da
Curtarolo, capitani rispettivamente dei castelli di Camposampiero e di Mirano,
tagliò in diversi punti l’argine sinistro del Muson, allagando gli accampamenti
nemici che, spaventati, dovettero abbandonare l’impresa e recarsi altrove. Il
castello fu tuttavia definitivamente conquistato dai Veneziani nel 1404, dopo
che Malatesta da Pesaro, al servizio dei Veneziani, vinse Ludovico Buzzacarini
che difendeva Stigliano, facendolo prigioniero e portandolo a Venezia. Nel XVI
secolo il castello divenne proprietà dei nobili Priuli da Cannaregio, i quali
lo trasformarono in un palazzo. Una lapide murata sulla facciata sud della
torre del castello ricorda i lavori di restauro e rifacimento (Stian vetustate
collapsum/a Petro Aloysio Priolo patre ereptum/Angelus Maria f.
perfecit/MDXXX), mentre una stanza della torre fu decorata con alcune vedute
del castello e con personaggi ricordati dalla storia. Sembra si debba ai Priuli
anche l’erezione (o ricostruzione), nei primi decenni del ‘600, dell’oratorio
del castello dove fu posta la pala d’altare con San Marco, Sant’Antonio e la
Beata Vergine, purtroppo rubata alcuni decenni fa. Nel 1555, come ricordava in
passato una lapide, purtroppo scomparsa, affissa sulla parete del ponte dei
mulini, soggiornò nel castello la regina di Polonia, Bona Sforza, accolta dal
savio di terraferma Giovanni Capello, mentre era diretta ai bagni di Abano,
accompagnata dai cardinali di Ferrara e di Augusta. Un’altra visita illustre al
castello si ebbe verso la fine del ‘600 da parte della duchessa di Mantova in
occasione di un viaggio in Germania.
Nel XVIII secolo nella proprietà del castello successero ai Priuli,
prima i Venier (che attuarono ulteriori rimaneggiamenti), quindi i Fracasso.
Successivamente divennero proprietari il sig. Marchi, i Montagna, l’armatore
Cosulich, la Provincia di Venezia ed infine Paolo Bertan, attuale proprietario.
Durante la prima guerra mondiale il castello fu adibito, come villa Farsetti, a
Ospedale militare. Dopo un lungo periodo di abbandono, di recente il palazzo ha
subito ulteriori adattamenti per essere destinato a struttura ricettiva. Il
complesso consiste oggi nel castello vero e proprio (il torrione), in un
annesso rustico e in una cappella privata, il tutto inserito in un vasto
delimitato tra la strada Noalese a ovest e il fiume Muson Vecchio a sud. Il
torrione, collocato nell'angolo sudest, rappresenta il perno del corpo
principale, che si sviluppa verso ovest. Questo si articola su tre livelli
conclusi da archetti pensili su mensoline di pietra e da una merlatura in cotto
più recente. Al torrione si innesta inoltre, a nordest, un altro corpo di
quattro piani, concluso da una cornice in cotto e dal tetto a padiglione. I
fabbricati si dispongono così a "L" e su tutta la superficie si
estende un seminterrato. Il castello, che oggi ospita un ristorante, ha un sito
web ufficiale: http://www.castellodistigliano.com/index.asp. Inoltre suggerisco
di visitare : http://www.mondimedievali.net/Castelli/Veneto/venezia/stigliano.htm,
https://it-it.facebook.com/pages/Il-Castello-di-Stigliano/360365530726034
(pagina Facebook)
Fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Stigliano, testo di Loris
Vedovato su http://www.arcotarga2013santamariadisala.it/site/index.php/storia/il-castello-di-stigliano
Foto: da http://www.sposienonsolo.it/files/2014/07/castello-2.jpg e da http://www.passeggiandoinbicicletta.it/bici/galleria/1012_Mirano_Noale/slides/DSCN5779.JPG
Nessun commento:
Posta un commento