CARMIGNANO (PO) - Castello e Villa Medici in frazione
Artimino
Nel medioevo è documentato un castello fin dal 1026, all'interno delle cui
mura, ancora esistenti insieme ad alcune delle torri (anche se forse
rimaneggiate), è nato l'attuale abitato. La storica Pieve di San Leonardo è
sorta invece fuori dalle mura, piuttosto lontana dall'abitato, come del resto
era comune all'epoca, in cui l'organizzazione territoriale in Toscana era
caratterizzata da insediamenti sparsi e da centri di potere distinti: castello
e pieve. La presenza della pieve, è documentata a partire dal 998 quando in un
diploma di Ottone III tra i privilegi del vescovo di Pistoia compare in elenco
anche
"... plebs.... in Artimino". Nel XII e XIV secolo
Artimino era un comune rurale con propri statuti e propri confini, inizialmente
appartenente al contado pistoiese. Facendo parte del sistema difensivo di
Pistoia, di cui costituiva un avamposto di confine, fu oggetto, insieme
all'altro comune rurale di Carmignano, di un'aspra contesa tra Pistoia e
Firenze che sul volgere del XIV secolo ebbe definitivamente il sopravvento dopo
aver rischiato di soccombere sotto i colpi di Castruccio Castracani che
guerreggiò a lungo nei dintorni. Conquistato e perso dai fiorentini nel 1204 e
nel 1225 (in quella occasione furono distrutte le mura), riconquistato e
nuovamente fortificato da Castruccio, Artimino fu nuovamente assediato e preso
dai fiorentini, nel 1327. Dopo la pace del 1330, Artimino fu stabilmente
incorporato, dal 1347, nel dominio fiorentino pur rimanendo, a tutt'oggi, nella
diocesi pistoiese. La famiglia di maggior rilievo del borgo, i Ricciardi, si
trasferì in Firenze; in seguito le loro terre ad Artimino vennero acquistate
dai Medici. Dopo la stessa epoca si aggiunse al sigillo comunale, il giglio di
Firenze sopra il drago marino. I resti del castello sono ancora in parte
visibili. La
Villa Medicea,
chiamata anche
La Ferdinanda
o
Villa dei cento camini, si
trova su un poggio dirimpetto a quello del piccolo paese medievale di Artimino.
L'edificio fu costruito per desiderio del Granduca Ferdinando I de'Medici. Filippo
Baldinucci racconta che il granduca durante una delle frequenti battute di
caccia sul Monte Albano, si fosse fermato proprio su questo poggio, in
compagnia dell'ormai anziano architetto Bernardo Buontalenti, e colpito dalla
suggestione del luogo, avesse espresso il desiderio di far costruire proprio in
quel luogo una villa per sé e per la sua corte. La villa venne costruita in
soli quattro anni, dal 1596 al 1600 ed è un capolavoro della maturità del
celebre architetto; rappresenta una
summa stilistica delle altre ville
medicee e ne chiude la stagione, completando il sistema regionale delle tenute
dei Medici. L'anziano architetto, ammalato di gotta, diresse i lavori da Firenze,
a riposo nella sua casa in Via Maggio, mentre sul posto operarono i suoi
collaboratori Santi Maiani e Gherardo Mechini. L'inconfondibile sagoma coronata
dai numerosi camini e comignoli, domina la zona circostante come un bastione
verso la gola nella quale l'Arno si serra contro il masso della Gonfolina.
Senza la mediazione di un vero e proprio parco l'edificio si inserisce
direttamente in un ambiente in parte boscato, in parte agricolo, imponendosi
con la sua mole geometrica. Simbolicamente era il luogo per la percezione
visiva dell'intero granducato, per questo Ferdinando commissionò al pittore
fiammingo Giusto Utens una serie di 17 lunette con le ville medicee da
collocare in un apposito salone detto appunto
delle Ville; disperse nel
Novecento oggi sono riunite al Museo di "Firenze com'era" a Firenze,
anche se tre sono perdute, mentre nella villa sono state in seguito sistemate
delle copie. Attiguamente, nella sala detta
delle Guerre, lo stesso
pittore realizzò altrettante lunette con scene di battaglie, che sono
completamente andate disperse. La villa era la favorita di Ferdinando per il
periodo estivo e al piano nobile fu fatta decorare ad affresco da Domenico
Passignano e Bernardino Poccetti con soggetti mitologici e allusivi alle virtù
di Ferdinando: sono ancora visibili le decorazioni del salone centrale, degli
appartamenti granducali, della loggia e dalla cappella. Esisteva poi un
"guardaroba", decorato da eccezionali dipinti come il "Ritratto
di Pietro Aretino" di Tiziano, oggi presso la Galleria Palatina e il
"Bacco" di Caravaggio, in mostra presso gli Uffizi. Per le attività
venatorie granducali, fu creato il grande Barco reale, una enorme bandita,
recitata da un alto muro per circa 50 km che aveva come punto di riferimento e
baricentro, proprio la villa di Artimino. Nel 1782 la villa fu venduta dal Granduca
Pietro Leopoldo di Lorena al marchese Lorenzo Bartolomei e in seguito passò per
via ereditaria ai conti Passerini (1848); quindi fu venduta nel 1911 alla
famiglia Maraini. Verso il 1930 vennero approntate alcune modifiche
all'architettura della villa, costruendo un nuovo scalone e ristemando il
giardino. Nell'autunno del 1944 la villa fu gravemente danneggiata dalle
artiglierie militari, ma il restauro fu tempestivo e venne terminato già nella
primavera del 1945. Nel frattempo si contarono altri passaggi di proprietà. Nel
1979 la famiglia Riva effettuò una vendita all'incanto che disperse gli arredi
e i dipinti della villa. Oggi ospita un centro congressuale ed alberghiero,
mentre nei sotterranei è stato ricavato il Museo Archeologico Comunale di
Artimino. La villa ha una forma rettangolare con torri ai lati e spigoli in
pietra serena che ricordano una fortezza. La "
Ferdinanda" ha
56 camere,
di cui bellissime
sale per i banchetti, piccole
cappelle,
cantine del vino. Due altri edifici
della stessa epoca fanno parte della villa. Il primo venne chiamato una volta
Corridoio
ed è conosciuto oggi come
Paggeria. Quest'edificio fu l'alloggio dei sudditi ed
ospita oggi
l'Hotel Paggeria Medicea.
Il secondo edificio, detto il
Palazzo del Signor Biagio Pignatta
rispecchia lo stesso stile architettonico della Paggeria. Il nome deriva
dal
primo
maggiordomo del
Granduca Ferdinando I, che visse nel
primo piano, mentre il piano terra ospitava le scuderie della corte. Qui si
trova oggi il
ristorante, luogo ideale per degustare gustosi
piatti locali
ed internazionali, accompagnati dal
vino della Fattoria di Artimino. Altri
link consigliati: http://www.regione.toscana.it/ville-e-giardini-medicei/villa-di-artimino,
scheda di Fernando Giaffreda su http://www.mondimedievali.net/Castelli/Toscana/prato/artimino.htm,
http://www.artimino.com/
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Artimino, https://it.wikipedia.org/wiki/Villa_medicea_di_Artimino,
http://www.toskana.net/it/artimino/descrizione
Foto: le prime due, relative al castello di Artimino, sono
prese da http://www.fototoscana.it/mostra-immagine.asp?id=3758 e http://www.fototoscana.it/mostra-immagine.asp?id=1917.
La terza, invece, raffigura la Villa Medicea ed è presa da http://www.artimino.com/slide_img/home/1.jpg
1 commento:
Ma su Villa Vittoria, nei pressi della stazione di carmignano, abbiamo notizie??
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