CASTELSANTANGELO SUL NERA (MC) - Castello
Situato lungo le pendici del monte Cornaccione, a 725 metri di altitudine
sul livello del mare, lambito dal fiume Nera, il piccolo centro di
Castelsantangelo sul Nera ,
è depositario di una ricca storia,
documentata con certezza a partire dall’età altomedievale. In età
longobarda il territorio si trovò a far parte del Ducato di Spoleto rientrando
nell’ambito amministrativo del Gastaldato di Ponte. Da un punto di vista
religioso l’area fu interessata alla fondazione di celle monastiche da parte
della vicina e potente abbazia di S. Eutizio di Preci, la quale, grazie a
privilegi, donazioni e concessioni pontificie si trovò ad esercitare, nel suo
periodo di massima fioritura compreso tra i secoli IX e XIII, il controllo
ecclesiastico ed economico su un ampio territorio.
Intorno al 1300 le popolazioni del
fondovalle dell'alto corso del fiume Nera erano esposte sempre più ai pericoli
di razzie e incursioni. Per trovare sicurezza e libertà decisero di unirsi e di
fondare il castello "Castrum Sancti Angeli", che posero sotto la
protezione dell'arcangelo Michele. Divenendo sede del feudatario di
Visso, il castello di Nocria si riservò il ruolo di importante centro che,
attraverso un sistema di vassallaggio, esercitava il suo controllo sul
territorio circostante, interessato alla nascita di castelli e rocche posti a
controllo delle più importanti vie di comunicazione. Ultimo dei feudatari che
si avvicendarono nel castello, fu Tiboldo di Farolfo di Nocria della famiglia
Fiordilancia: con un atto che avrebbe determinato nel giro di pochi anni la
fine del potere feudale, gli abitanti della villa di Gualdo nel 1249 giurarono
fedeltà al comune di Visso; nel 1255 il feudatario si trovò costretto a
rinunciare alle sue proprietà e ai propri diritti feudali, ottenendo in cambio
di entrare a far parte delle magistrature comunali con la carica di Podestà. Da
quel momento in poi la storia di Castelsantangelo si legò inscindibilmente a
quella del comune di Visso: accettandone lo statuto, diventa il centro della
Guaita
Montanea, una delle unità amministrative in cui il libero comune era
organizzato. Inevitabilmente la
Guaita Montanea si trovò coinvolta
nelle lotte e nelle vicende politiche che interessarono il comune di cui faceva
parte: lottò contro lo Stato della Chiesa per la libertà dei propri territori a
fianco di Manfredi, quando nel 1258 lo stesso aveva inviato il suo luogotenente
Percivalle Doria in aiuto dei Ghibellini del ducato di Spoleto e della Marca
che si erano ribellati al governatore Annibaldo, nipote del papa; dal 1356 al
1434 e dal 1513 al 1521 fu sotto il governatorato dei Da Varano, duchi di
Camerino, signoria alla quale il Papa, durante la cattività avignonese, aveva
fatto riferimento, tramite la figura del Cardinale Egidio Albornoz, per
riprendere possesso dei territori sottrattigli dai Ghibellini; fu sotto il
dominio di Francesco Sforza dal 1438 al 1443, anno in cui il papa Eugenio IV,
appoggiato da Alfonso d’Aragona re di Napoli, inviò le sue truppe comandate dal
capitano di ventura Niccolò Piccinino, per riconquistare le terre pontificie.
Le truppe papali e aragonesi iniziarono la campagna militare proprio da Visso
che, non avendo ottenuto dallo Sforza gli aiuti necessari per opporsi, si
sottomise spontaneamente ritornando sotto le dipendenze dello Stato della Chiesa. Nel
corso del XVI secolo, in seguito all’accentramento dei poteri da parte della
Chiesa, venne a determinarsi una certa decadenza delle autonomie locali: i
Podestà e i Capitani del popolo, fino a quel momento eletti dai magistrati
locali, cominciarono ad essere nominati direttamente dai Governatori dello
Stato Pontificio; allo stesso modo venne introdotto un sistema censitario per
la designazione dei Massari che escludeva dalla carica i meno abbienti. Con la
salita al soglio papale di Gregorio XIII, esponente della famiglia Boncompagni
di Visso, il centro divenne nel 1583 sede di governo libero e, pur restando
alle dipendenze dello Stato della Chiesa, vi fu eletto un governatore il quale
ripristinò alcune delle antiche libertà. Visso fu sede di governatorato fino al
1860, anno in cui fu fatta rientrare nell’ambito amministrativo e politico
delle Marche. Nel 1913, con una legge attuata poi solo nel 1920,
Castelsantangelo divenne comune autonomo indipendente da Visso e nel 1970
assunse, per delibera comunale, il nome di Castelsantangelo sul Nera.
Le origini medioevali di Castelsantangelo sul
Nera sono visibili ancora oggi nell'impianto urbanistico del paese: il castrum
triangolare con una torre quadrata (turris capitis), mura di cinta e
porte di accesso. Dalla
Torre di vedetta, punto più alto del castello, furono estese, nel ‘300, due
file di mura castellane verso l’attuale nucleo urbano, allargando a triangolo
il perimetro della fortezza. Si possono osservare alcuni tratti della cerchia
muraria, ben conservati con camminamenti e resti di merlature, che aveva
quattro porte d’accesso al castello: le Porte Fucine e S. Martino in conci di
pietra, la Porta S. Angelo, ad arco leggermente ogivale e la Porta Nocrina. Quest'ultima,
che costituisce l'ingresso principale al castello con doppio arco in arenaria e
pietra, era dotata di una torre a protezione e di ponte levatoio. Sull’arco
ogivale é incisa la data 1441, anno del restauro o del completamento, avvenuto
sotto Berardo da Varano. Ai lati della Porta proseguono le vecchie mura fino
alla Torre di vedetta. Altro link suggerito per approfondimenti: http://www.comune.castelsantangelosulnera.mc.it/servizioalcittadino/index.php/le-torri/10-torri/84-il-castello
Fonti: http://prolocodellevallicastellane.it/il-territorio/la-storia-di-castelsantangelo-sul-nera/,
http://musei.sibillini.net/comune.php?id=5, http://www.sibillini.net/il_parco/Cultura_Territorio/Castelli/castelsantangelo.htm,
Foto: la prima è di lindor
su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/296551/view, le altre due sono
prese da http://www.comune.castelsantangelosulnera.mc.it/servizioalcittadino/index.php/le-torri/10-torri/84-il-castello
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