UBIALE CLANEZZO (BG) - Castello di Clanezzo
Con la fine dell'impero romano il territorio vide un periodo
di scarsa antropizzazione, almeno fino all'arrivo dei Franchi che, istituendo
il Sacro Romano Impero, diedero vita al feudalesimo. Inizialmente assegnate al
Vescovo di Bergamo, queste terre cominciarono ad essere teatro degli scontri
tra guelfi e ghibellini, tanto che in tutta la zona sorsero castelli e
fortificazioni, tra cui spicca come imponenza ed importanza il castello di
Clanezzo: di proprietà della famiglia ghibellina dei Dalmasano, che vide tra i
suoi esponenti Beltramo e Unguerrando, fu al centro dei principali eventi che
riguardarono le contrade limitrofe. Su di esso cominciarono a circolare
numerose leggende nonché ad addensarsi un alone di mistero, vista
l'inaccessibilità del luogo e la terribile fama di cui godevano i proprietari. Nel
corso del XIV secolo numerosi furono gli scontri che riguardarono il borgo che,
legato al vicino Brembilla, combatté a lungo contro gli abitanti della valle
Imagna, schierati con la fazione guelfa, causando devastazioni territoriali e
numerose perdite umane. La situazione ritornò alla tranquillità a partire
dall'inizio del XV secolo quando, unitamente al resto della provincia
bergamasca, venne posto sotto il dominio della Repubblica di Venezia, la quale
emanò una serie di provvedimenti volti a migliorare la situazione sociale ed
economica. La Serenissima ordinò la distruzione del castello della famiglia
Dalmasano, rea di essersi opposta all'arrivo dei veneti, ma diede anche
notevole impulso alla basse valle Brembana creando la via Priula, strada che,
attraversando l'intera valle, collegava il capoluogo orobico con i territori
del canton Grigioni. Si suppone che il castello di Clanezzo venne eretto nella
prima metà del X secolo da Attone Leuco. Nel XII secolo il castello fu scenario
di lotte tra guelfi della valle Imagna e ghibellini della valle Brembilla. Lotte
fra casate, tornei e giostre alla confluenza di due fiumi e tre valli, ma anche
sfarzosi matrimoni e grandi feste. L’episodio storico forse più noto è la
battaglia fra Guelfi e Ghibellini nell’anno 1443, talmente violento da
abbattere il castello in più parti. “Avanzato però quasi per intiero alla
terribile catastrofe, il castello di Clanezzo sorgeva ancora solitario fra gli
ammonticchiati sfasciumi del villaggio. […] Il tempo, che tutto distrugge e
tutto rinovella, riedificò colle macerie delle antiche abitazioni quelle che di
presente circondano la villa di Clanezzo, e cambiò il tristo spettacolo della
devastazione nella più ridente scena della natura. E il viandante che incede
sull’opposta via, compreso non già di terrore ma di misteriosa simpatia sente
rapirsi lo sguardo da quel gaudio veramente bizzarro, formato da quei torrenti,
da quelle rupi e da quelle verdeggiati boscaglie in mezzo a cui s’innalza con
parte ancora delle sue antiche torri il non più temuto castello”(Giambattista
Cremonesi, PORTO E VILLA DI CLANEZZO). Verso la fine del XIV secolo il signore
di Clanezzo era Enguerrando Dalmasano noto per i suoi scontri con Pinamonte de
Pellegrini, i quali si conclusero poi con la morte di quest'ultimo proprio nel
castello di Clanezzo. Superato il periodo delle guerre il territorio bergamasco
passò sotto il dominio della Repubblica Veneta. Il castello di Clanezzo, però,
rimase un covo di ghibellini pronti a parteggiare ancora per i Visconti, male
adattandosi al nuovo regime. I rettori di Bergamo arrestarono diciotto rappresentanti
di Brembilla e ordinarono l'evacuazione dei territori brembillesi. Pochi giorni
dopo, le milizie della Serenissima invasero il territorio brembillese
distruggendo parzialmente il castello. Dopo vari proprietari, nel 1804 il
castello passò nelle mani dei Beltrami, i quali incominciarono un'opera di
ricostruzione, rifacimento e abbellimento secondo i gusti dell'epoca. I lavori
furono poi continuati dai Roncalli i quali diedero all'edificio l'aspetto di
palazzotto seicentesco ancora oggi ben conservato. Nel secolo scorso l'edificio
subì un degrado progressivo, fino all’acquisizione negli anni ’80 da parte dei
coniugi Rota Giovanni e Clara. Venne quindi attivato l’importante progetto di
completa riqualificazione dell’immobile e del giardino, completato nel 1991. Oggi
il castello è una splendida location in grado di ospitare meeting, congressi e
anche piccole fiere in una cornice veramente suggestiva. L'edificio è situato
nel punto dove il torrente Imagna confluisce nel fiume Brembo. Fu costruito in
una posizione strategica poiché la conformazione fisica del territorio
costituiva un ostacolo insormontabile per i nemici. Questo castello fu
distrutto e ricostruito più volte nel corso del basso medioevo. Ha una pianta
ad 'L" con i lati rivolti a nord e ad ovest. Molto interessante è il ponte
medioevale che con una sola arcata attraversa il torrente assicurando la
comunicazione tra la valle Brembilla e la valle Imagna. Anche se è stato
costruito più di mille anni fa è ancora oggi percorribile. A protezione del
ponte vi erano le sentinelle che dimoravano nella torre adiacente. All'interno
si può osservare un locale dalla caratteristica volta ad ombrello,
interamente affrescato con motivi orientaleggianti. Importante è anche la sala
delle foglie, la stanza del caminetto e dei medaglioni, la sala dal soffitto in
legno intarsiato e la saletta delle rose. Le differenti tematiche delle
decorazioni e degli stili compositi fanno intendere che tali abbellimenti siano
stati realizzati in epoche diverse. Una leggenda che si raccontavano gli
abitanti di Clanezzo e dintorni fino a qualche tempo fa, narra che i boschi
circostanti erano infestati da rettili velenosi di ogni sorta. Il castello di
Clanezzo era stato preso d'assedio, ma resisteva agli attacchi nemici da
parecchi mesi. Incapaci di espugnarlo, i nemici catturarono una gran quantità
di vipere e rettili velenosi che fecero entrare nel castello attraverso le
feritoie. Questi animali però ritornarono indietro sterminando i nemici e
sparpagliandosi nei boschi. Oltre alle leggende vale la pena ricordare alcuni
personaggi illustri che hanno soggiornato in questo castello: Massimo D'Azeglio,
Giuseppe Verdi, l'arciduca Ranieri. In questo filmato di Mirko Mosca si possono
vedere diverse inquadrature interne ed esterne del castello: https://www.youtube.com/watch?v=sof_0UXGoW0
Fonti: http://www.castelloclanezzo.it/, https://it.wikipedia.org/wiki/Ubiale_Clanezzo,
http://www.ettoremajorana.gov.it/progetti/castelli/clanez00.htm
Foto: la prima è una cartolina postale (che per ora non
appartiene alla mia collezione) mentre la seconda è di Gio la Gamb su http://www.panoramio.com/photo/86071428
Nessun commento:
Posta un commento