FORMICOLA (CE) - Palazzo Carafa
L'origine del nome deriva dall'ebraico
fhor-michol (bollente
ruscello), volendo indicare che nella zona c'era la presenza di fonti di acqua
calda. Questa tesi è avvalorata dalla scoperta di fonti nella zona di Trebula.
L'origine del territorio si aggira intorno al IX secolo, la zona più antica è
Maiorano, che ancora oggi rappresenta la parte più antica del paese. Durante la
dominazione angioina il feudo della baronia, fu assegnato a Frapane
(Frangipane), un nobile del tempo, successivamente, nel 1306, a fu assegnata a
Tommaso de Marzano, duca di Sessa. Testimonianza del loro dominio sono la torre
merlata distrutta nel XVIII secolo ma ancora visibile a Pontelatone, dove se ne
trova una gemella. Nel 1420 il nobile Cubello d'Antignano di Capua pose in
essere un feudo, che successivamente nel 1445, passò ai signori della Ratta. Il
1º febbraio del 1465 fu affidato a Diomede I Carafa, che insieme alla sua
dinastia, si fregiò del titolo di Principe di Colubrano. Questa famiglia rimase
a capo del feudo fino all'abolizione di quest'ultimo ad opera di Giuseppe
Bonaparte (1806), per disposizione imperiale. Diomede I Carafa fece edificare
al centro del paese un magnifico palazzo con una torretta, sormontata da una
colombaia ed un seggio, sulle cui finestre si esponevano le teste dei
giustiziati. Il Palazzo Baronale fu ultimato nel 1467, su una struttura
preesistente. Infatti, anche a Formicola la metodologia di insediamento
adottata dai Carafa fu la stessa che per altre località: costruzione del
palazzo, adeguamento del palazzotto già dei Marzano in seggio, adeguamento
della chiesa di S. Maria della Pietà (poi del Ponte) in Cappella di famiglia.
Ad ulteriore conferma della costruzione del palazzotto da parte dei Marzano è
l’evidente differenza morfologica del palazzotto e del palazzo, realizzato
invece dai Carafa: il primo ha una struttura “chiusa”, fortificata da un alto
contrafforte, circondata da un fossato in cui scorreva un ruscello e su cui si
apriva un ponte levatoio; il secondo presenta una struttura più “aperta” e
moderna, con ampia corte interna, arcate e logge. Il palazzo tutt’oggi si fa
carico della testimonianza del potere civile a lungo esercitato dai Carafa e,
come altri palazzi dell’epoca presenti in quelli che furono i feudi di
Maddaloni e Formicola, anche questo, per la consistenza e la collocazione
urbanistica, si fa rappresentante di un episodio di grande importanza nel
panorama delle espressioni meridionali nel periodo rinascimentale. L’intera
struttura baronale dei Carafa è inserita in un’insula delimitata a nord da via
Roma, a sud da via Diomede Carafa, dove fino ai primi decenni del ‘900 scorreva
un ruscello, in quello che veniva chiamato Vallone della Storzella, e dove
negli ultimi anni è sorta una villa comunale, ad est da via Morisani, ad ovest
da via Santa Cristina. Al palazzo si accede attraverso un portale a tutto sesto
e si perviene in un grande cortile quadrato, su cui si aprono un porticato e
logge con archi a tutto sesto impostati su pilastri, dominato, a lato, da un
ampio scalone voltato che porta al piano nobile dove un’ampia porta di
pregevole fattura immette in un grande vano a copertura piana lignea. Da questo
si passa in una serie di ambienti minori, in uno dei quali si conserva ancora
una volta affrescata con un dipinto di scuola settecentesca. Completa la
proprietà un giardino a livello di circa 1.400 mq con un pozzo e qualche albero
da frutto. A quanto pare l'anno scorso il palazzo era in vendita, visto che sul
web si trovano diversi annunci immobiliari che lo riguardano. Ecco un video (di
www.immobiliare.it) con alcuni scorci della costruzione: https://www.youtube.com/watch?v=3xujV4bHVKM
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Formicola, http://www.rterradilavoro.altervista.org/articoli/11-02.pdf
(di G. Stefania Catapane),
Foto: da http://www.communicationprogram.tv/alberoformicola.jpg
e da http://www.rterradilavoro.altervista.org/articoli/11-02.pdf
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