VALTOPINA (PG) - Rocca di Pasano
Da Foligno, percorrendo la vecchia Flaminia, un chilometro
prima di Valtopina, sulla sinistra nei pressi del Fosso della Ghianda si
imbocca la ripida strada che conduce in località Casa Bulgarelli (quota 480
m.), oltrepassata la quale dopo poche centinaia di metri, si raggiunge Casa
Salari, caseggiato a forma di castello, la parte più antica del quale è la
magnifica torre quadrangolare ristrutturata più volte, specialmente nella sua
parte superiore. Attraverso un sentiero, che oltrepassata la maestà
prospiciente Casa Salari si arrampica tra querce secolari e cespugli di
ginestre e ginepro, si giunge in circa mezz’ora alla spianata dove le poche
rovine rimaste, indicano il luogo ove sorgeva l’antica Rocca di Pasano. Tutt’intorno
è ancora visibile il fossato a forma ellittica che ne aumentava sensibilmente
l’efficienza difensiva. Rilevante testimonianza del passato, il castello è
posto a circa 596 metri di altezza su di un colle dal quale si domina tutta la
vallata sottostante. Poche sono le notizie giunte fino a noi, ma
presumibilmente come la maggior parte degli insediamenti difensivi dell’epoca,
anche questo fu costruito su di un preesistente castelliere e la sua
edificazione risulta essere di gran lunga antecedente l’anno 1000. Per la sua
stupenda posizione strategica, la Rocca di Pasano, fu a lungo motivo di disputa
tra folignati e spellani fin dai primi anni della sua esistenza. Le prime
notizie certe della rocca, si hanno a partire dal 1282 anno in cui certo
Andrea, chierico di S. Pietro di Serra e Trevuzio di Gilio da Rotundolo,
chiedono la sottomissione al Comune di Assisi dei castelli della Valtopina. In
quell’anno il consiglio comunale nominò maestro Giacomo di maestro Nicola
procuratore per la sottomissione di detti castelli al Comune di Assisi. Il
castello di Pasano però, raggiunse la sua massima importanza ed il suo massimo
splendore soltanto sotto la dominazione dei Trinci, anche se in questo periodo
non vennero meno le dispute con Assisi e Spello. A tal proposito Padre Virgilio
Sampalmieri nelle sue “Notizie sui castelli di Collepino, S. Giovanni e
Armenzano”, parla di un fatto d’armi verificatosi nel 1407, allorché la rocca
all’epoca sottoposta a Foligno, venne assediata ed espugnata dopo diversi
giorni dagli spellani che vennero ricacciati quasi subito. È con Ugolino III
comunque (1386-1415), che secondo il Dono, si provvide a rafforzare le difese
esterne del “Vicariato”, riedificando molti castelli e tra questi la Rocca di
Pasano e le torri di Roviglieto e S. Stefano di Gallano, mettendovi a guardia
castellani stipendiati e manipoli di soldati, al fine di salvaguardarne i
confini. Così facendo i Trinci accrebbero ancor di più la loro influenza e il
loro prestigio, riuscendo ad accattivarsi le simpatie di papa Urbano VI e
attirando nella loro orbita molti dei territori confinanti. In quel periodo si
dettero a Foligno i castelli di Bettona, Montefalco, Colle del Marchese,
Leonessa (patria del Dorio) e molti altri, così che il “Vicariato di Fuligno”
raggiunse la sua massima superficie, circa 86.000 chilometri quadrati. Dopo la
caduta dei Trinci, nel 1448 con l’aiuto finanziario della Santa Sede, che mise
a disposizione all’epoca 350 fiorini, i folignati intrapresero i lavori di
ristrutturazione della rocca, ma poiché gli aiuti risultarono insufficienti,
gli stessi ebbero la balzana idea di tassare i pellegrini che transitavano in
città per lucrare il giubileo de1 1450. A quel punto intervenne papa Nicolò V
che con breve del 15 maggio dello stesso anno, impedì la prosecuzione
dell’abuso. Nel 1452 il Comune di Foligno acquistò definitivamente la rocca di
Pasano, ma negli anni successivi (1495), Perugia riuscì a prendere sotto la sua
tutela i castelli di quella valle che Foligno non poteva sufficientemente
proteggere, ed ogni sei mesi gli abitanti dovevano addirittura eleggere tre
cittadini perugini, uno dei quali assumeva il titolo di visconte, cioè
governatore della Valle. Negli scontri per il possesso della rocca, vennero
uccisi dai perugini i capitani folignati Filippo di Viviano I Cirocchi e
Francesco V Elmi detto "Schiavittu". Nei secoli a venire pochissime
sono le testimonianze circa le sorti del castello, ma si presume che essendo
passato sotto il dominio dello stato pontificio, lo stesso abbia perso la sua
importanza strategica. Come si può dedurre dalle foto recenti, del castello non
rimane che qualche sporadica traccia di alcune pietre squadrate rimaste in
piedi, oramai sopraffatto com’è dalla boscaglia, lo stesso fossato di
perimetrazione è pressochè indistinguibile tra la vegetazione.
Fonti e foto: http://www.iluoghidelsilenzio.it/rocca-di-pasano-valtopina/
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