MONDAVIO (PU) - Rocca dei Della Rovere
Rappresenta una delle più importanti ed interessanti
testimonianze dell'attività progettuale in campo militare di Francesco di
Giorgio Martini nelle Marche. Venne costruita per commissione di Giovanni della
Rovere (signore di Senigallia, del Vicariato di Mondavio e genero di Federico
di Montefeltro), insieme ad altre rocche del ducato (Cagli, Cantiano, Fossombrone,
Frontone, Sassocorvaro, Pergola, Mondolfo), e risale con ogni probabilità alla
fase più tarda dell'attività dell'architetto senese, probabilmente al decennio 1482-1492.
Attorno al cassero malatestiano del '300 il Martini ideò, ampliandola
notevolmente, la nuova fortificazione, composta da un "mastio" di 5
piani e da un "torrione" semicircolare. Il primo era accessibile solo
dopo aver superato una serie di difese passive: il fossato, le alte mura, i
ponti levatoi a monte e a valle, poggianti su rivellini, la porta sotto il
torrione, il torrioncino-avamposto sulla rampa e il ponte levatoio all'entrata
del mastio. Tre piani sono attrezzati con postazioni di artiglieria e feritoie:
al piano terra per il tiro radente, al terzo per il tiro a mezza altezza e al
quinto, merlato, per il tiro lungo e controllo a vista del territorio. La
costruzione rimase incompiuta per il ritorno dell'architetto Francesco di
Giorgio Martini nella natia Siena e per la successiva concomitante morte sia
del committente Giovanni della Rovere sia dell'architetto (1501). Nel 1631,
alla morte dell'ultimo duca di Urbino (Francesco Maria II della Rovere), il
ducato ritornò a far parte dello Stato della Chiesa e la rocca di Mondavio non
avendo più scopi difensivi venne trasformata in carcere pontificio. Tale
utilizzo continuò anche dopo l'unità d'Italia fino agli anni quaranta del XX
secolo. A differenza di molte altre rocche del Martini, la rocca di Mondavio è
giunta fino ai nostri giorni in ottimo stato di conservazione (sebbene più
volte ristrutturata), non avendo mai subito attacchi o assedi. La maestosa fortezza
si presenta come una vera e propria macchina da guerra, in cui ogni
forma e struttura è stata studiata per resistere agli attacchi sferrati con le armi
dell'epoca: sia con le armi a getto (catapulte, trabucchi) sia con le armi da
fuoco, che cominciavano a diffondersi in quegli anni. La presenza del mastio
domina l'intera struttura sia per le sue dimensioni che per la particolare
forma. La sua forma è ottagonale a larga base con pareti esterne trapezoidali
inclinate che si elevano elicoidalmente per sfuggire all'impatto dei
proiettili; nella parte alta sporgono a strapiombo, sorrette da beccatelli, per
terminare nei merli del quinto piano. Al mastio si allaccia un camminamento,
protetto da un torrioncino, che porta ad una massiccia torre semi-circolare,
unita con un ponte a due rivellini d'ingresso (uno di questi è ancora
visibile). Il camminamento e la torre semi-circolare formano se visti dall'alto
la figura di una balestra. Tale stravaganza architettonica può essere
considerata la firma stessa di Francesco di Giorgio Martini. Dal rilievo che
raffigura la Rocca Roveresca in sezione, risulta che i resti d'una torre
medioevale sono stati inglobati dalla nuova costruzione. Il Martini intervenne modificando il percorso primitivo del camminamento (come testimoniano i tre archi visibili
all'ingresso), facendolo deviare verso il ricetto esterno adattandolo
per la difesa della fortificazione; egli attua un nuovo camminamento tra il
torrione e il mastio, tutt'oggi esistente. Il Martini ha ideato un sistema
difensivo, a guardia del centro storico, integrando la fortificazione
preesistente, ampliandola e adattandola, affinchè risultasse adeguata al suo
progetto. La rocca, nel suo complesso, era in grado di attuare una difesa
progressiva e l'eventuale offesa a discapito di una torre o di una postazione
trovava risposta in una immediata capacità difensiva, attuata dall'insieme
delle controffese. Per soddisfare le esigenze difensive, ogni elemento era
collocato al posto più conveniente, in modo che la difesa risultasse efficace
dal particolare al generale. La complessità dell'intera fortificazione si
sarebbe ulteriormente accresciuta se fosse stato edificato, come riportato nei
Trattati dell'architetto, un'ulteriore torrione rotondeggiante, previsto sul
versante occidentale e mai realizzato. Tale torrione avrebbe compreso le stanze
da utilizzare come abitazione, non presenti all'interno della rocca. Gli
ambienti interni corrispondono in gran parte alle strutture originarie.
Attualmente tali spazi sono destinati a spazi espositivi e museali, tra cui
un'importante armeria (collezione di armature, artiglierie e strumenti di uso militare).
Il museo di rievocazione storica, ricostruzione di scene vita rinascimentale (dalla
festosa scena del banchetto agli orrori del carcere e della tortura),
si articola su quattro dei cinque piani del Mastio. Nel rivellino è esposta una
vasta gamma di bocche da fuoco, tra cui il mascolo, parte terminale di
una bombarda grossa, del peso di oltre sei quintali. Sono presenti anche artiglierie leggere:
moschettoni, falconetti, spingarde e bombardelle. Si possono ammirare inoltre
alabarde, spiedi, ronconi ed altre armi bianche, spesso artisticamente
decorate. L'armeria propone al visitatore oltre alle artglierie, una
interessante raccolta di armi rinascimentali. La visita consente un diretto
coinvolgimento in aspetti della cultura e della civiltà che hanno segnato uno
dei momenti più alti delle comunità metaurensi. Dal 2000, nel fossato della
fortificazione è stato allestito un Parco di "Macchine da guerra" di
Francesco di Giorgio Martini. Unica nel suo genere il parco comprende fedeli
ricostruzioni in dimensione reale di catapulte, trabucchi, bombarde e altre macchine
da assedio, tutte tratte ed elaborate dai disegni originali dell'architetto
senese. Altri link suggeriti: scheda di Fabio Mariano su http://www.mondimedievali.net/Castelli/Marche/pesaro-urbino/mondavio.htm,
https://www.youtube.com/watch?v=Clhe3kiZWjo (video di Federico Channel), https://www.youtube.com/watch?v=mvRbZYjtwE4
(video di Marco Ianassi).
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Rocca_Roveresca_(Mondavio),
http://www.mondavioturismo.it/la-rocca-roveresca/, http://www.comune.mondavio.pu.it/rocca-roveresca/,
scheda di Enrico De Santi su http://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/beni-storici-artistici/scheda/5455.html
Foto: le prime due sono cartoline della mia collezione,
mentre la terza è presa da http://musei.cultura.marche.it/web/RicercaMusei/DettagliMuseo.aspx?id=213
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