VIAREGGIO (LU) – Torre Matilde dei Lucchesi
E’ di origine cinquecentesca ed è impropriamente detta "Matilde" perché erroneamente attribuita alla duchessa Matilde di Canossa, morta a Mantova nel 1115. Situata sulla sponda destra del porto-canale Burlamacca, è stata il fulcro della vita mercantile e cantieristica locale ed è uno dei pochi edifici di rilevanza storica presenti nella città. Venne costruita tra il 1534 e il 1542 dal governo lucchese per proteggere l’unico sbocco al mare dei suoi territori e per difendere il nascente borgo e i magazzini portuali. Furono impiegate per la sua costruzione bozze di pietra squadrata che si potevano ricavare dalla parziale demolizione del vecchio castello costruito nel 1172. Per finanziare i lavori fu stabilito di tassare, per sei anni, con alcune gabelle straordinarie, le merci che giungevano a Viareggio. Dalla sua sommità si salutò con colpi a salve l'arrivo dell'imperatore Carlo V, che sbarcava a Viareggio per incontrare a Lucca un emissario di papa Paolo III tra il 12 e il 18 settembre del 1541. La costruzione era terminata nel 1542 e nel 1544 vi si aggiunse un muro di fortificazione del borgo di Viareggio, sorto intorno all'approdo. Vi fu insediata una guarnigione di quindici uomini. Nel 1546-1549 vi fu costruita accanto la residenza del "commissario di spiaggia", incaricato del controllo sul borgo e sul movimento delle merci. La residenza era collegata alla torre per mezzo di un loggiato. All'inizio del Seicento la torre fu soprelevata con l'aggiunta di un campanile - rimosso nel dopoguerra - che ospitava due campane. Dopo il 1703 sulla sommità della torre fu installato anche l'orologio pubblico già collocato sulla facciata del palazzo del Commissario, per il funzionamento del quale ogni famiglia viareggina era assoggettata al pagamento di una tassa annua. Nel 1748 fu disposto che tale servizio pubblico fosse assicurato dai soldati di stanza nella torre. Frattanto la linea di costa era ulteriormente avanzata e la torre aveva perso la sua efficacia di difesa portuale, cosicché nel 1788 fu costruito un secondo fortilizio alla foce del canale. Il 15 aprile del 1780, durante una bufera molto violenta, la torre venne colpita da un fulmine, che uccise un soldato di guardia, ma risparmiò il vicino deposito della polvere da sparo. In ringraziamento per lo scampato pericolo venne istituita la festa del "Voto del comune", soppressa nel 1808 e ripristinata nel 1821, che si tiene proprio il 15 aprile di ogni anno. Persa la sua rilevanza difensiva, la torre fu adibita a funzioni di allerta - mediante il suono delle campane, colpi di cannone, fumate o l'innalzamento di una bandiera giallo-nera - in caso di avvistamento di navi nemiche o di segnalazione di incendi, oppure di adunata della popolazione in occasioni di pubblico interesse come le vaccinazioni di massa. Dall'inizio dell'Ottocento in poi fu impiegata come carcere e, dal 1810, ospitò un telegrafo. Nel 1813, gli inglesi sbarcarono a Viareggio e occuparono Lucca per ritirarsi nuovamente sulle navi in seguito all'arrivo dei francesi, senza che la guarnigione della torre potesse opporre alcuna resistenza. Il comandante Ippolito Zibibbi fu condannato a morte, con pena poi tramutata nel carcere a vita, a causa della mancata difesa. L'episodio evidenziò la scarsa efficacia della torre quale presidio militare e rimase infatti solo come carcere. Con l'elevazione di Viareggio al rango di città per iniziativa della duchessa Maria Luisa di Borbone, fu costruita la "darsena vecchia" e si dette avvio a un intenso sviluppo edilizio, che impiegava non solo i detenuti della torre, ma anche forzati esterni che nella torre trovavano alloggio. La torre rimase luogo di detenzione sino alla seconda guerra mondiale. Oggi, riaperta al pubblico dopo i restauri avvenuti tra il 1970 e il 1980, è un contenitore culturale, prevalentemente destinato ad ospitare eventi ed esposizioni temporanee. L’edificio si articola su tre piani costituiti da vani voltati, con sottostante cisterna interrata e terrazza di copertura. I vani - di misure variabili tra i 7,70 m e i 8,90 m per un altezza di circa sei metri al culmine della volta - sono collegati da una scala in ferro e da pozzetti centrali per il rapido trasferimento di materiali.
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