mercoledì 23 novembre 2011

Il castello di mercoledì 23 novembre



BARREA (AQ) – Castello Di Sangro-Caldora

E’ un vero e proprio bastione difensivo che si trova nella parte più alta di Barrea, edificato con la precisa funzione urbanistica di presidiare il sottostante borgo abitato, rendendolo praticamente inespugnabile. Il suo ingresso è raggiungibile dalla Porta di Sopra percorrendo Corso Duca degli Abruzzi per circa 50 metri, girando a destra per via Castello e continuando in salita fino al termine della via (altri 50 metri circa). Della struttura originaria rimangono un torrione a pianta quadrata e una torre a pianta circolare collegate da mura che nel complesso definiscono un perimetro fortificato avente pianta irregolare con terrazzamenti su vari livelli a seguire la morfologia del sito. Le origini e le vicende iniziali della struttura non sono del tutto note. È probabile che sia stata costruita dai primi feudatari di Barrea, appartenenti al casato dei Di Sangro. Le prime notizie certe provengono dal Catalogus Baronum che cita come feudatario di Barrea il conte Simone (di Sangro), vissuto tra il 1140 ed il 1160. Quindi, è verosimile che il castello sia stato costruito la prima volta tra l’XI° e il XII° secolo e che fosse limitato ad una struttura avente funzione difensiva e di avvistamento situata dove oggi si trova la torre “quadrata”, che costituisce la parte più antica del castello e occupa una posizione strategica sulla sommità dell’altura sulla quale si è sviluppato il nucleo storico del paese. È noto che intorno al 1230 il castello di Barrea fu distrutto dal cardinale Giovanni Colonna e Giovanni di Brienne che guidavano le truppe papali nell’ambito della guerra tra papa Gregorio IX e l’imperatore Federico II, nella quale i Di Sangro erano evidentemente rimasti fedeli all’imperatore. In seguito alla distruzione a opera dell'esercito pontificio, il castello fu riedificato, o solo ripristinato (non è nota l’entità dei danni), sulla stessa sede, probabilmente riutilizzando i resti della struttura precedente. A riedificare il castello furono forse ancora i Di Sangro. Nel XV° secolo, era feudatario di Barrea Giovanni Caldora, appartenente ad una famiglia di origine francese arrivata in Italia con gli Angioini. Il Caldora ampliò il castello aggiungendo la torre “rotonda” in posizione tale da controllare la Porta di Sopra, il principale dei due accessi al paese. Il castello, insieme alla cinta di case mura del paese, svolse la sua funzione difensiva fino alla seconda metà dell’ottocento e fu più volte restaurato, soprattutto quando la sicurezza del paese fu messa in pericolo da minacce esterne come invasioni e brigantaggio. Da un documento dell’archivio comunale, risulta che nel 1812 “[…] per essersi approssimati i briganti che minacciavano di invadere questo nostro paese…” l’allora sindaco Crescenzo Scarnecchia, a spese del comune, ne faceva restaurare le mura. Il complesso passò poi di mano in mano, resistendo a guerre, terremoti ed incuria fino ad essere acquistato nel 1864, ad Unità d’Italia avvenuta e con le lotte del brigantaggio al loro culmine, dalla famiglia Di Loreto, in quanto le finanze comunali non consentivano lavori di manutenzione o restauro. Negli anni seguenti la struttura degradò non poco se Emidio Agostinone, agli inizi del ‘900, così la descrisse: “[…] Ora è in gran parte rovina; ma i tronconi che ne restano ritti e gli arbusti che vi allignano donano una visione assai pittoresca.” Nel secondo dopoguerra, i proprietari restaurarono parzialmente il castello e lo aprirono al pubblico, soprattutto nel periodo estivo. Dalla fine degli anni sessanta fino al 1984 la struttura fu più volte utilizzata come sede di mostre e concerti. Il terremoto del 1984 danneggiò seriamente il maniero, reso inagibile per anni. Nel 2006, la struttura è stata finalmente acquisita dal Comune e destinata a ospitare eventi culturali secondo un progetto di recupero conclusosi nel 2010 con la riapertura al pubblico del Castello. Nel corso di una partecipatissima e solenne cerimonia pubblica, il 24 luglio 2010, il Sindaco ha riaperto le porte dell’imponente complesso che, da oltre un millennio, domina uno dei paesaggi montani più suggestivi dell’intero Appennino.

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