lunedì 7 novembre 2011

Il castello di lunedì 7 novembre



OLIVERI (ME) – Castello

Sorge su una bassa collina, poco lontana dalla spiaggia del Tirreno, ed è sovrastato dall’altissimo promontorio del Tindari ove sorge il Santuario della della miracolosa «Madonna nera» venerata in tutta l'isola e la cui antica leggenda affascina ancora la fantasia popolare. Di origine araba e ricordato da Edrisi al tempo dei normanni, epoca nella quale era chiamato Liviri, esso fu il centro attorno cui sì andò poi formando il borgo, quasi interamente abitato da pescatori specializzati nella cattura dei tonni. Nel 1088, per decreto del Gran Conte Ruggero, il territorio compreso tra i fiumi Elicona e Montagna fino a mare passò nelle mani dei monaci benedettini di Patti. Con gli aragonesi ne fu castellano Ferrano de Abbellis dal quale nel 1360, per concessione di Re Federico III pervenne a Vinciguerra di Aragona, cugino di Federico stesso. Al tempo di Re Martino ne fu signore Raimondo de Xamer che ne ebbe possesso assieme alla sottostante tonnara (1398). Nel 1414 Re Ferdinando di Castiglia ratificò uno scambio, avvenuto nel 1400, per cui il castello era passato a Federico Spadafora. A questi subentrò Perrono Gioieni alla cui famiglia rimase sino al 1600 circa, epoca nella quale venne venduto ai La Grua. Successivamente posseduto dalla famiglia Zappino fu da questa venduto a Giuseppe Accordino (1693). Nel 1724 venne acquistato da Ludovico Paratore Basilotta principe di Patti e dopo alcuni passaggi ereditari, nel 1803 divenne proprietà di Gaetano Paratore d'Amico principe di Patti. Da lui castello e titolo passarono alla sorella Eleonora e da questa al fratellastro Domenico Merlo, che, agli inizi del 900’, lasciò il castello alla figlia Elena dalla quale ereditò la pronipote e figlia adottiva, Caterina Martorana Bonaccorsi, attuale proprietaria, mentre il titolo dalla figlia primogenita di Domenico Merlo, Marianna, pervenne al di lei nipote generale Domenico Bonaccorsi, attuale principe di Patti. Secondo Goffredo da Viterbo il nome di Oliveri deriva da uno dei capitani di Carlo Magno chiamato Oliverio, che sarebbe sbarcato in quei pressi. Ma sembra assai più verosimile che sia dovuto ai grandi e ricchi uliveti di quella plaga. Ben poco rimane delle antiche strutture ma a differenza di molti altri è tuttavia riccamente arredato ed i suoi proprietari vi soggiornano buona parte dell'anno. Interessante un avanzo di vecchia torre, forse aragonese, e pittoresco il quadrato cortile interno. Oggi questa storica dimora è una ricercata “location” per ricevimenti nuziali, grazie al suo storico parco con alberi secolari e rare essenze esotiche, ai suoi saloni e alle terrazze da cui si hanno suggestive vedute.

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