giovedì 24 novembre 2011

Il castello di giovedì 24 novembre



NIMIS (UD) – Castello in frazione Cergneu

Sorto forse su una precedente difesa romana, nel 1170 fu donato al patriarca d'Aquileia da Voldarico marchese di Toscana, , discendente da una famiglia di principi bavaresi. Nel secolo successivo, la giurisdizione passò ai signori di Savorgnano: i figli di Corrado, Detalmo e Pietro, acquisirono il predicato dal nuovo feudo cui si unirono, nel Quattrocento, quelli di Brazzà Inferiore e Superiore; nel 1491 i di Brazzacco vennero infeudati del castello di Cergneu. Nel Cinquecento quest’ultimo risultava già abbandonato e in rovina, probabilmente per i danneggiamenti riportati a seguito della guerra tra Venezia e l'Impero ma forse anche per i disordini del giovedì grasso del 1511 e per il terremoto dello stesso anno. La posizione alquanto elevata e l'ormai decaduta importanza strategica, ne decretarono il successivo abbandono. La struttura fortificata è costruita sopra un ampio terrazzamento in origine circondat o da un fossato. La parte più antica è costituita dai resti murari della torre mastio quadrangolare (metri 9 x 11) che conserva finestre, feritoie e porta d’ingresso; all’interno si nota la suddivisione in quattro piani. Addossata alla torre vi è la domus residenziale risalente al Trecento. I resti, ancora imponenti con parte della cortina, si raggiungono percorrendo l'antica stradina castellana (con parti dell'originale lastricato) attraverso la selva. Si vedono ancora i tracciati (ora in scavo e restauro) dei diversi edifici che erano racchiusi dalle possenti mura. Prima del castello, superato un suggestivo ponticello, si trova la chiesetta dei Santi Pietro e Paolo (in origine Santa Maria Maddalena), fondata nel 1323 da Pietro, Giovanni e Corrado di Cergneu. I resti del castello appartengono tuttora ai discendenti degli ultimi proprietari ed è stata proprio Rossella di Brazzà l’architetto che ha dato il primo impulso ai lavori di scavo iniziati nel 1999 e proseguiti fino al 2006, grazie ad un finanziamento Obiettivo 2 di 250 mila euro, che hanno permesso di mettere in luce l’intera struttura planimetrica del castello.

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