SAN GIOVANNI IN CROCE (CR) – Villa Medici del Vascello
Un primo castello a San Giovanni è segnalato nel 1264, quando la famiglia Ermenzoni lo vendette a Buoso da Dovara. Il maniero fu rinforzato nel 1341-45 da Bernabò Visconti e poi distrutto nel 1406 da Cabrino Fondulo, Signore di Cremona, il quale fece subito erigere da Maffeo Moro un più grande castello, completato nel 1407, probabilmente riutilizzando il basamento, e forse anche parte delle strutture, delle torri dell'edificio più antico. Lo scopo di tale fortilizio era di garantire il controllo sulla Provincia Inferiore del Cremonese in un luogo a metà strada tra Cremona e Mantova, all’incrocio tra le strade che portano a Parma, Mantova, Brescia e Cremona. In origine il maniero aveva forma quadrangolare con una torre ad ogni angolo, e le torri, quadrate, erano fornite di merlatura ghibellina a coda di rondine per garantire il riparo dei soldati. Nella seconda metà del '400, dopo il passaggio al ducato di Milano, venne meno la sua vocazione difensiva, e cominciò il processo di trasformazione in villa, al termine del quale l’edificio assunse le forme attuali. Ciò avvenne a partire dal periodo in cui fu la dimora di Cecilia Gallerani, la celebre Dama con l'ermellino ritratta da Leonardo da Vinci (dipinto conservato a Cracovia presso il Museo Czartoryski), amante di Ludovico il Moro e moglie del Conte di San Giovanni in Croce Ludovico Carminati, al quale era stato concesso il castello dagli Sforza. La vasta loggia a serliane sul lato meridionale risale al tardo XVII secolo, voluta dal Marchese Francesco Cesare Soresina Vidoni, mentre l’ampliamento del fronte settentrionale della rocca mediante l’inserimento di due grandi ali rettangolari che inglobano le torri difensive, e di un’ampia corte con una scalinata che conduce al giardino, è documentata in una mappa del 1782, periodo in cui apparteneva ancora ai Marchesi Soresina Vidoni, che furono dunque i principali artefici della trasformazione dell’edificio. Dell’originario fortilizio quattrocentesco si conservano la scarpa di base e le torri angolari merlate nel fronte meridionale. Nel XX secolo la villa vide il susseguirsi di varie proprietà nobiliari fino ai Medici del Vascello, e non fu più stata abitata dal 1945. Dal 2002 è di proprietà del Comune di San Giovanni in Croce, che lo ha acquistato ad una cifra vicina ai 3 miliardi di lire. La villa ha un favoloso parco nella parte retrostante, la cui realizzazione è attribuita a Giuseppe Antonio Vidoni-Soresina, principe nel 1817 per volontà di Francesco I d'Austria. Si tratta di un tipico esempio di giardino romantico all’inglese, di cui non si conosce il progettista, anche se le attribuzioni parlano dell’architetto Luigi Voghera, e con maggiore probabilità, del pittore Cremonese Giovanni Motta, per quanto riguarda le decorazioni. Nel parco, esteso per circa 105.000 m2, trovano collocazione, oltre che essenze vegetali di alto pregio, edifici e paesaggi esotici e storici: un lago dove si svolgevano memorabili regate, rovine gotiche, una pagoda cinese, un tempio indiano, una capanna olandese e un tempietto dorico con pronao tuscanico tetrastilo, oltre a “rovine” di gusto neogotico, un padiglione giapponese e un padiglione rinascimentale. Degna di nota è anche la garzaia (unica nella provincia di Cremona e una delle rare garzaie urbane d’Italia) abitata da circa 50 coppie, tra airone cenerino, garzetta e nitticora.
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