PESARO (PU) - Rocca Costanza
La sua massiccia mole si erge sul Piazzale Giacomo Matteotti e rappresenta un esempio, abbastanza ben conservato, di architettura militare del Quattrocento. Quadrata, con quattro poderosi torrioni cilindrici - scarpati agli angoli così come scarpate sono le cortine murarie di collegamento - varie feritoie e bocche da cannone, è la più importante opera di fortificazione della città, analoga, per tipologia, al forte di San Leo e alla Rocca Roveresca di Senigallia. In origine era dotata di un coronamento a beccatelli, così come risulta dal noto medaglione fatto coniare dal ricordato Costanzo Sforza in occasione della posa della prima pietra, ed era inoltre munita di ponte levatoio, tutelato da un rivellino carenato e coronato di merli. Al centro, rispetto al lato di fondo del cortile quadrilatero interno, sorgeva un imponente mastio a base scarpata e difesa piombante: emergenza oggi purtroppo scomparsa, già destinata all'estrema difesa e luogo di massimo avvistamento. La costruzione prese il nome da Costanzo Sforza, che la fece erigere tra il 1474 e il 1483. Il progetto iniziale fu di Giorgio Marchesi da Settignano, ma venne affidato poco dopo ad altro architetto, probabilmente il grande Luciano Laurana; i lavori proseguirono poi sotto la guida di Cherubino da Milano, ma lentamente, a causa della peste che imperversò a Pesaro. Quando Costanzo morì nel 1483, la moglie Camilla d'Aragona assunse la signoria insieme al figlio Giovanni, prima investito (con papa Innocenzo VIII) e successivamente destituito da Alessandro VI; la storia della rocca è infatti connessa alle vicende del dominio degli Sforza. Il 28 ottobre 1500 Cesare Borgia occupò la città, destituì Giovanni e, attorno alla Rocca, costruì il fossato in cui venne convogliata l’acqua del mare Adriatico, forse su consiglio di Leonardo da Vinci, suo ingegnere militare. Sempre il Borgia fu responsabile delle spoliazioni dei decori del cortile d'onore e della distruzione di parti interne ed esterne per rendere più efficare il tiro delle sue artiglierie. Ritornati al potere gli Sforza, Giovanni, figlio naturale di Costanzo, completò nel 1503 l’opera del fossato e fece eseguire un restauro complessivo dell'edificio. Nel 1513, la Rocca fu ceduta da Galeazzo Sforza a Francesco Maria I Della Rovere, già duca di Urbino e nuovo signore di Pesaro. Nata come costruzione di carattere militare e difensivo ma utilizzata dagli Sforza anche come sede residenziale, nel corso del tempo la rocca ha sostenuto diverse funzioni, fra cui quella di alloggio per le truppe pontificie. Nei suoi possenti volumi e nella proporzionata disposizione delle parti, la costruzione reca il segno della eccezionale attitudine architettonica del suo autore. L'interno conserva un loggiato sul cortile con le arcate a tutto sesto. L'arcata centrale è affiancata da due tondi a ghirlande marmoree, sotto le quali eleganti epigrafi ricordano i due principi costruttori della Rocca. Nuovamente restaurata nel 1657, la Rocca venne adibita a carcere nel 1864 e mantenne tale funzione fino al 1989, data di inizio di un intervento di restauro a cura della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali delle Marche. Recentemente il Comune ha provveduto a ripristinare il giro di ronda attorno al perimetro della rocca. Lo stato conservativo dei quattro torrioni appare diversificato. Fra gli elementi artisticamente più validi della rocca, è la cappella ottocentesca con volta ad ombrello affrescata che, ancora integra, si trova nel piano un tempo riservato ai detenuti. Attualmente è sede di eventi culturali, anche di quelli legati all’annuale Rossini Opera Festival.
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