lunedì 17 agosto 2015

Il castello di martedì 18 agosto





SAN COLOMBANO AL LAMBRO (MI) – Castello Belgioioso

Inserito all’interno di un sistema a difesa del fiume Lambro, presenta una particolare conformazione a recinto. Di origine longobarda, fu distrutto e riedificato da Federico Barbarossa ed in seguito ampliato dai Visconti. I possedimenti e il castello furono donati dal monarca al conte Ludovico Belgioioso; rimasero proprietà della casata, con alterne vicende, sino alla prima metà del XX secolo. L'antico borgo agricolo di San Colombano sorse ai piedi dell'omonimo sistema collinare che si eleva inaspettato tra la pianura lodigiana e la bassa pavese a testimonianza del ritirarsi del mare dalla pianura padana nel Pliocene ed oggi ricco di dolci e suggestivi vigneti nei quali si produce l'unico vino doc della provincia di Milano. Il piccolo borgo si dispone intorno al Castello che prese il nome dall'ipotetico soggiorno del monaco irlandese che nel 595 fondò il monastero di Bobbio e che secondo la tradizione insegnò agli abitanti la coltivazione della vite che da allora è diventata regina delle colline segnandone cultura e storia. Pare che le origini del castello di San Colombano si possano far risalire proprio al VI secolo, contemporaneamente al grande monastero di Bobbio. Comunque sia, è fuori dubbio che il castello esistesse nel X secolo, sia a garanzia della vicina capitale di Pavia e residenza reale di Corte Olona, sia per la necessità di quei tempi di lotte feudali, sia per le invasioni ungariche, ed il conseguente decreto del Re Berengario, per la difesa e fortificazione di tutte le città, borghi, luoghi, cascinali, monasteri, ecc.; sia, infine, per l’espressa affermazione del testamento di Ariberto del 1034, dove si parla di castris, edificiis, ecc., in Gaifaniana, Sancto Columbano, Miradolo, ecc., e più sotto di edifici esistenti tam in ipsis castris quam et foris (tanto dentro quanto fuori di essi castelli). Allo stesso modo è certo che esso appartenesse dall’800 circa al 1000 al contado (Comitatus) di Lodi, come appare anche dai documenti del 1034 e 1299. Si può sicuramente affermare che l’attuale impianto, sia pure considerato come solo tracciato, sia opera di Federico Barbarossa. Questi, durante la sua seconda calata in Italia, distrusse il castello di San Colombano (come del resto la maggior parte di quelli esistenti in Lombardia); ma nel 1164, riconosciuta l’importanza che il luogo ricopriva nel territorio per la sua particolare conformazione morfologica e per la posizione intermedia nella direttiva viaria Milano-Piacenza, decise di riedificarlo, per utilità del suo impero e vi aggiunse, per utile personale, una grande borgata denominata "Magnum suburbium" , munita di mura merlate, terraggio e fossa esterna. Si devono pure al Barbarossa le grandiose dimensioni del castello, la perfetta regolarità simmetrica e l’ampiezza delle strade del borgo (situazione anomala nelle tipologie in uso a quei tempi); la costruzione, nel ricetto ad ovest, del "Magnum palacium" o "Grande Palazzo" (di cui sono ancora visibili le fondazioni), adibito a residenza imperiale; la costruzione, nel ricetto ad oriente, del Palazzo dei Vicarj e Rettori della terra di San Colombano, ossia l’autorità comunale politica ed ecclesiastica del borgo. Si suppone che a dirigere i lavori di ricostruzione del "castrum" sia stato Tito Muzio Gatta, architetto cremonese al seguito del Barbarossa, che qualche anno prima aveva delineato le mura della nuova Lodi. Le trasformazioni cominciarono nel 1370 per volere di Galeazzo II e furono inerenti sia al castello che al borgo. Gli inserimenti più importanti furono i rivellini, posti sia negli ingressi al ricetto (Torre d’ingresso e Castellana) che alla rocca (Torre d’ingresso e Torre Mirabella); vennero quindi trasformati i caratteri stilistici e gli elementi compositivi della fortezza. Le mura esterne, su tutto il perimetro, vennero integralmente rivestite di nuovi mattoni, il che conferisce una certa omogeneità all’intero impianto castellano. Nel centro della rocca venne innalzata una torre o mastio con il duplice scopo di immagazzinare munizioni e viveri e anche di estrema difesa del castellano nell’evenienza che il castello e la guarnigione, cedendo all’attacco nemico, lo costringessero a rifugiarsi in posizioni sempre più arretrate. Dal "maschio" si aveva la possibilità, tramite vie sotterranee, di portarsi al di fuori della rocca, a sud, in corrispondenza del rivellino, e da questo collegarsi ad almeno due delle torri agli angoli della rocca .
Per quanto riguarda il borgo, venne ampliato a seguito della donazione di Galeazzo II del 1373 alla consorte Bianca di Savoia, la quale dotò il Comune degli speciali Statuti. Da questo documento appare evidente la volontà di favorire lo sviluppo del borgo, anche ad opera dei privati, favorendo loro l’acquisto, a prezzi convenzionati, dei materiali da costruzione, escluso il legname che veniva fornito gratuitamente; agevolazioni fornite allo scopo di raggiungere in breve tempo il fine preposto. L’ampliamento del borgo seguì la regolare distribuzione degli isolati e l’ampiezza delle vie interne, che caratterizzavano la preesistente impostazione del Barbarossa. Tutto il borgo venne dotato di mura merlate con fossato e terraggio interno, ed in corrispondenza degli ingressi le porte vennero ulteriormente protette da saracinesche. Gli anni intorno al 1353 videro un lungo soggiorno del Petrarca che in una lettera decanta le terre e i castelli del luogo: il soggiorno del poeta, ospite di Giovanni Visconti, arcivescovo di Milano, è ricordato da una lapide sulla torre quattrocentesca. Nel 1396 il castello fu assegnato da Gian Galeazzo Visconti alla Certosa di Pavia che lo tenne fino alla sua soppressione nel 1782. La fortificazione diventò in seguito dimora dei Barbiano Belgioioso che compirono diversi interventi di restauro. Il castello fu poi acquistato dalla parrocchia e molte delle sue parti furono demolite: rimane oggigiorno la torre merlata quattrocentesca e la torre ovest, detta castellana, con parte della cinta difensiva fatta costruire dal Barbarossa che include il parco e la villa Belgioioso. Il castello di San Colombano nasce essenzialmente dall’accoppiamento di una rocca ed un ricetto; più precisamente si tratta di un castello-recinto posto su due corti diverse, delle quali la più alta a destinazione militare e la più bassa a destinazione civile, in particolare con funzione di ammasso di riserve agricole (ricetto). I tratti di mura situati sui lati maggiori del castello sono posti a mezza costa del colle; il tracciato non è rettilineo, ma scandito da torri sporgenti all’esterno. Su tali lati le cortine sono alte, a differenza dei tratti corti (nord e sud) dove la comune presenza del fossato e, tra le torri d’ingresso e quella de’ Gnocchi anche del terraggio, non richiese identica soluzione; anche le mura che dividevano il ricetto dalla rocca erano alte a dimostrazione del significato di ridotto militare di quest’ultima. La configurazione del tracciato è tipica del castello-recinto nella parte bassa, ben presto trasformato in vero ricetto con la presenza continua di capanni in legno e muratura per le scorte alimentari, oltre alla "canepa"sotto la Torre de’ Gnocchi. La rocca di pianta trapezoidale dimostra ancor oggi la sua antica potenza, dovuta innanzitutto alla posizione privilegiata della quota, con il pendio circostante che ne attenua la vulnerabilità, oltreché la considerazione nella quale era tenuta nei tempi passati. Inoltre va considerato che, mentre agli inizi del XV secolo molti fortilizi vennero adattati alle nuove tecniche militari (apparato a sporgere, ecc.), situazione riscontrabile nella Torre d’ingresso e Castellana del ricetto, non si ritenne opportuno intervenire in tal senso anche alla rocca; il motivo di questa mancata trasformazione è da ritenersi sia stata la già sufficiente condizione di sicurezza della rocca. Un’altra caratteristica sono le 18 torri di cui il castello era inizialmente munito e che risolvevano appieno gli scopi che l’architettura castellana aveva loro assegnato. La torre de’ Gnocchi costituisce il nucleo più antico del castello. Le torri, come le cortine, si presentano con merlature ghibelline e base scarpata, la cui intersezione è sottolineata dal redondone che, seguendo parallelamente il naturale ascendere del terreno, riesce ad imprimere una nota esornativa a tutto l’impianto. Il castello di San Colombano era dotato di passaggi sotterranei, intesi come vani disponibili, e di passaggi. Questi ultimi, presenti esclusivamente nella parte bassa del castello, erano situati sia in corrispondenza delle case del ricetto ad est destinati a cantina, sia nella zona ovest. Esistevano infatti, come oggi del resto, la serie di locali con volte a crociera che definivano l’area del grande palazzo del ricetto, edificato dal Barbarossa, e quelli in corrispondenza delle due torri de’ Gnocchi e Castellana, tra i quali si distingue per importanza architettonica il "cantinone" o "canepa", ambiente tipico dell’architettura gotica profana lombarda, che presenta analogie con la "sala di giustizia" della rocca di Angera ed alcune navate mediane di chiese cistercensi. In quanto ai percorsi sotterranei, che dovevano essere numerosi e comunicanti le varie parti del castello, va ricordato che la gran parte furono distrutti, riempiti o murati in epoca certosina, al fine di rendere il castello privo di qualsiasi interesse militare difensivo. L’utilizzo del fossato invaso d’acqua, nel primitivo sistema difensivo, non ebbe largo sviluppo; motivo di questo scarso utilizzo furono le difficoltà di mantenere un costante livello d’acqua e la già sufficiente sicurezza assicurata del fossato asciutto. Nel castello di San Colombano erano presenti entrambi i tipi: la rocca era dotata, sia verso il ricetto a nord che verso la collina a sud di fossato asciutto, con ponti levatoi ulteriormente protetti da rivellini; attorno alle mura del ricetto, invece, sorgeva un fossato: esso riceveva le acque dai due colatori discendenti dalle valli laterali ed era costantemente alimentato. Di questo fossato è attualmente visibile solo il perimetro del tratto verso il borgo, dato che il fossato vero e proprio fu colmato nel 1585. Per approfondire suggerisco i seguenti link: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_San_Colombano, http://www.visitasancolombano.com/foto/ (varie immagini…), http://www.preboggion.it/CastelloIT_di_SanColombanoLambro.htm, http://www.comune.sancolombanoallambro.mi.it/tutto-citta/storia/.

Fonti: http://castelli.qviaggi.it/italia/lombardia/castello-belgioioso-di-san-colombano/, scheda del Dr Francesco Cimino su http://www.icastelli.it/castle-1272474060-castello_di_san_colombano_al_lambro-it.php

Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, mentre la seconda è di Solaxart2013 su http://www.preboggion.it/CastelloIT_di_SanColombanoLambro.htm

Nessun commento: