SAN COLOMBANO AL LAMBRO (MI) – Castello Belgioioso
Inserito all’interno di un sistema a difesa del fiume
Lambro, presenta una particolare conformazione a recinto. Di origine
longobarda, fu distrutto e riedificato da Federico Barbarossa ed in seguito
ampliato dai Visconti. I possedimenti e il castello furono donati dal monarca
al conte Ludovico Belgioioso; rimasero proprietà della casata, con alterne
vicende, sino alla prima metà del XX secolo. L'antico borgo agricolo di San
Colombano sorse ai piedi dell'omonimo sistema collinare che si eleva
inaspettato tra la pianura lodigiana e la bassa pavese a testimonianza del
ritirarsi del mare dalla pianura padana nel Pliocene ed oggi ricco di dolci e
suggestivi vigneti nei quali si produce l'unico vino doc della provincia di
Milano. Il piccolo borgo si dispone intorno al Castello che prese il nome
dall'ipotetico soggiorno del monaco irlandese che nel 595 fondò il monastero di
Bobbio e che secondo la tradizione insegnò agli abitanti la coltivazione della
vite che da allora è diventata regina delle colline segnandone cultura e
storia. Pare che le origini del castello di San Colombano si possano far
risalire proprio al VI secolo, contemporaneamente al grande monastero
di Bobbio. Comunque sia, è fuori dubbio che il castello esistesse nel X
secolo, sia a garanzia della vicina capitale di Pavia e residenza reale di
Corte Olona, sia per la necessità di quei tempi di lotte feudali, sia per le
invasioni ungariche, ed il conseguente decreto del Re Berengario, per la
difesa e fortificazione di tutte le città, borghi, luoghi, cascinali, monasteri,
ecc.; sia, infine, per l’espressa affermazione del testamento
di Ariberto del 1034, dove si parla di castris, edificiis,
ecc., in Gaifaniana, Sancto Columbano, Miradolo, ecc., e più sotto
di edifici esistenti tam in ipsis castris quam et foris (tanto
dentro quanto fuori di essi castelli). Allo stesso modo è certo che esso
appartenesse dall’800 circa al 1000 al contado (Comitatus) di Lodi, come
appare anche dai documenti del 1034 e 1299. Si può sicuramente affermare che
l’attuale impianto, sia pure considerato come solo tracciato, sia opera di
Federico Barbarossa. Questi, durante la sua seconda calata in Italia, distrusse
il castello di San Colombano (come del resto la maggior parte di quelli
esistenti in Lombardia); ma nel 1164, riconosciuta l’importanza che il luogo
ricopriva nel territorio per la sua particolare conformazione morfologica e per
la posizione intermedia nella direttiva viaria Milano-Piacenza, decise di
riedificarlo, per utilità del suo impero e vi aggiunse, per utile personale,
una grande borgata denominata "Magnum suburbium" , munita di mura
merlate, terraggio e fossa esterna. Si devono pure al Barbarossa le grandiose
dimensioni del castello, la perfetta regolarità simmetrica e l’ampiezza delle
strade del borgo (situazione anomala nelle tipologie in uso a quei tempi); la
costruzione, nel ricetto ad ovest, del "Magnum palacium" o
"Grande Palazzo" (di cui sono ancora visibili le fondazioni), adibito
a residenza imperiale; la costruzione, nel ricetto ad oriente, del Palazzo
dei Vicarj e Rettori della terra di San Colombano, ossia l’autorità
comunale politica ed ecclesiastica del borgo. Si suppone che a dirigere i
lavori di ricostruzione del "castrum" sia stato Tito Muzio Gatta,
architetto cremonese al seguito del Barbarossa, che qualche anno prima aveva
delineato le mura della nuova Lodi. Le trasformazioni cominciarono nel
1370 per volere di Galeazzo II e
furono inerenti sia al castello che al borgo. Gli inserimenti più importanti
furono i rivellini, posti sia negli ingressi al ricetto (Torre d’ingresso e
Castellana) che alla rocca (Torre d’ingresso e Torre Mirabella); vennero quindi
trasformati i caratteri stilistici e gli elementi compositivi della fortezza. Le
mura esterne, su tutto il perimetro, vennero integralmente rivestite di nuovi
mattoni, il che conferisce una certa omogeneità all’intero impianto castellano.
Nel centro della rocca venne innalzata una torre o mastio con il
duplice scopo di immagazzinare munizioni e viveri e anche di estrema difesa del
castellano nell’evenienza che il castello e la guarnigione, cedendo all’attacco
nemico, lo costringessero a rifugiarsi in posizioni sempre più arretrate. Dal
"maschio" si aveva la possibilità, tramite vie sotterranee, di portarsi
al di fuori della rocca, a sud, in corrispondenza del rivellino, e da questo
collegarsi ad almeno due delle torri agli angoli della rocca .
Per quanto riguarda il borgo, venne ampliato a seguito della donazione di
Galeazzo II del 1373 alla consorte Bianca di Savoia, la quale dotò il Comune degli
speciali Statuti. Da questo documento appare evidente la volontà di favorire lo
sviluppo del borgo, anche ad opera dei privati, favorendo loro l’acquisto, a
prezzi convenzionati, dei materiali da costruzione, escluso il legname che
veniva fornito gratuitamente; agevolazioni fornite allo scopo di raggiungere in
breve tempo il fine preposto. L’ampliamento del borgo seguì la regolare
distribuzione degli isolati e l’ampiezza delle vie interne, che
caratterizzavano la preesistente impostazione del Barbarossa. Tutto il borgo
venne dotato di mura merlate con fossato e terraggio interno, ed in
corrispondenza degli ingressi le porte vennero ulteriormente protette da
saracinesche. Gli anni intorno al 1353 videro un lungo soggiorno del Petrarca
che in una lettera decanta le terre e i castelli del luogo: il soggiorno del
poeta, ospite di Giovanni Visconti, arcivescovo di Milano, è ricordato da una
lapide sulla torre quattrocentesca. Nel 1396 il castello fu assegnato da Gian
Galeazzo Visconti alla Certosa di Pavia che lo tenne fino alla sua soppressione
nel 1782. La fortificazione diventò in seguito dimora dei Barbiano Belgioioso
che compirono diversi interventi di restauro. Il castello fu poi acquistato
dalla parrocchia e molte delle sue parti furono demolite: rimane oggigiorno la
torre merlata quattrocentesca e la torre ovest, detta castellana, con parte
della cinta difensiva fatta costruire dal Barbarossa che include il parco e la villa
Belgioioso. Il castello di San Colombano nasce essenzialmente
dall’accoppiamento di una rocca ed un ricetto; più precisamente si tratta di un
castello-recinto posto su due corti diverse, delle quali la più alta a
destinazione militare e la più bassa a destinazione civile, in particolare con
funzione di ammasso di riserve agricole (ricetto). I tratti di mura situati sui
lati maggiori del castello sono posti a mezza costa del colle; il tracciato non
è rettilineo, ma scandito da torri sporgenti all’esterno. Su tali lati le
cortine sono alte, a differenza dei tratti corti (nord e sud) dove la comune
presenza del fossato e, tra le torri d’ingresso e quella de’ Gnocchi anche del
terraggio, non richiese identica soluzione; anche le mura che dividevano il
ricetto dalla rocca erano alte a dimostrazione del significato di ridotto
militare di quest’ultima. La configurazione del tracciato è tipica del
castello-recinto nella parte bassa, ben presto trasformato in vero ricetto con
la presenza continua di capanni in legno e muratura per le scorte alimentari,
oltre alla "canepa"sotto la Torre de’ Gnocchi. La rocca di pianta
trapezoidale dimostra ancor oggi la sua antica potenza, dovuta innanzitutto
alla posizione privilegiata della quota, con il pendio circostante che ne
attenua la vulnerabilità, oltreché la considerazione nella quale era tenuta nei
tempi passati. Inoltre va considerato che, mentre agli inizi del XV
secolo molti fortilizi vennero adattati alle nuove tecniche militari
(apparato a sporgere, ecc.), situazione riscontrabile nella Torre d’ingresso e
Castellana del ricetto, non si ritenne opportuno intervenire in tal senso anche
alla rocca; il motivo di questa mancata trasformazione è da ritenersi sia stata
la già sufficiente condizione di sicurezza della rocca. Un’altra caratteristica
sono le 18 torri di cui il castello era inizialmente munito e che risolvevano
appieno gli scopi che l’architettura castellana aveva loro assegnato. La torre
de’ Gnocchi costituisce il nucleo più antico del castello. Le torri, come le
cortine, si presentano con merlature ghibelline e base scarpata, la cui
intersezione è sottolineata dal redondone che, seguendo parallelamente il
naturale ascendere del terreno, riesce ad imprimere una nota esornativa a tutto
l’impianto. Il castello di San Colombano era dotato di passaggi sotterranei,
intesi come vani disponibili, e di passaggi. Questi ultimi, presenti
esclusivamente nella parte bassa del castello, erano situati sia in
corrispondenza delle case del ricetto ad est destinati a cantina, sia nella
zona ovest. Esistevano infatti, come oggi del resto, la serie di locali
con volte a crociera che definivano l’area del grande palazzo del
ricetto, edificato dal Barbarossa, e quelli in corrispondenza delle due torri
de’ Gnocchi e Castellana, tra i quali si distingue per importanza
architettonica il "cantinone" o "canepa", ambiente tipico
dell’architettura gotica profana lombarda, che presenta analogie con la
"sala di giustizia" della rocca di Angera ed alcune navate
mediane di chiese cistercensi. In quanto ai percorsi sotterranei, che dovevano
essere numerosi e comunicanti le varie parti del castello, va ricordato che la
gran parte furono distrutti, riempiti o murati in epoca certosina, al fine di
rendere il castello privo di qualsiasi interesse militare difensivo. L’utilizzo
del fossato invaso d’acqua, nel primitivo sistema difensivo, non ebbe largo
sviluppo; motivo di questo scarso utilizzo furono le difficoltà di mantenere un
costante livello d’acqua e la già sufficiente sicurezza assicurata del fossato
asciutto. Nel castello di San Colombano erano presenti entrambi i tipi: la
rocca era dotata, sia verso il ricetto a nord che verso la collina a sud di
fossato asciutto, con ponti levatoi ulteriormente protetti da rivellini;
attorno alle mura del ricetto, invece, sorgeva un fossato: esso riceveva le
acque dai due colatori discendenti dalle valli laterali ed era costantemente
alimentato. Di questo fossato è attualmente visibile solo il perimetro del
tratto verso il borgo, dato che il fossato vero e proprio fu colmato nel 1585. Per
approfondire suggerisco i seguenti link: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_San_Colombano,
http://www.visitasancolombano.com/foto/
(varie immagini…), http://www.preboggion.it/CastelloIT_di_SanColombanoLambro.htm,
http://www.comune.sancolombanoallambro.mi.it/tutto-citta/storia/.
Fonti: http://castelli.qviaggi.it/italia/lombardia/castello-belgioioso-di-san-colombano/,
scheda del Dr Francesco Cimino su http://www.icastelli.it/castle-1272474060-castello_di_san_colombano_al_lambro-it.php
Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, mentre
la seconda è di Solaxart2013 su http://www.preboggion.it/CastelloIT_di_SanColombanoLambro.htm
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