DUE CARRARE (PD) – Castello di San Pelagio (o Villa Zaborra)
Il Castello di San Pelagio ha origini medievali (circa 1340) che si notano
nella splendida torre d’avvistamento appartenente al sistema difensivo dei
Da Carrara che comprendeva più torri
collegate tra loro da passaggi sotterranei lunghi fino a 1 Km. Oggi è visibile
solo la
Torre di San Pelagio, i
cui passaggi sotterranei sono in parte allagati. Esauriti i compiti
difensivi, nei secoli successivi il Castello venne trasformato in Villa Veneta
e dal 1700 ha assunto l’aspetto che ancora oggi si ammira. A ridosso della
torre, infatti, sono state aggiunte nel tempo le varie parti della villa: il corpo
centrale e due barchesse. Dal 1680 fino al 1960, la villa è stata abitata dai
Conti Zaborra, ai quali ancora oggi il
castello appartiene. Nel
1918 l’edificio
è stato sede dell’87ma squadriglia
La Serenissima che capitanata da
Gabriele d’Annunzio ha portato a
termine il Volo su Vienna il 9 agosto 1918 partendo dal campo di volo del
Castello di San Pelagio. Furono lanciati nel cielo di Vienna volantini con un
messaggio che ancora colpisce:
“…non siamo venuti se non per la gioia
dell’arditezza…”. I ricordi di quei giorni fantastici e lontani, sono
raccolti nell’antico maniero dove il poeta soggiornò ospite dei proprietari. I
suoi appartamenti mantengono inalterato il fascino per il visitatore che,
immerso nell’atmosfera di quell’impresa favolosa, percorre tappe di storia
secolare vivendo emozioni sempre nuove. Nel
1976, il Complesso di San Pelagio danneggiato nelle sue strutture
a seguito del terremoto del Friuli, venne restaurato dall’Architetto Alberto
Avesani, marito dell’ultima Contessa Zaborra, e in parte trasformato in Museo
di storia aeronautica e spaziale a ricordo del Volo su Vienna. Nel 1980 venne
aperto al pubblico con la nuova destinazione d’uso a Museo del Volo, Parco e
Ristorante. Oggi San Pelagio è annoverato tra le più interessanti Ville Venete
del padovano immerso com’è nei suoi splendidi giardini con centinaia di rose
profumatissime, antiche e inglesi, alberi secolari, passeggiate lungo il viale
di carpini verso la pescheria e più in là, sul belvedere da dove la vista
spazia verso i Colli Euganei. L’
ala di
sinistra,
Barchessa, termine agricolo che, anticamente, indicava
il luogo dove si tenevano il fieno e gli attrezzi agricoli, risale al 1793 ad
opera di Paolo Zaborra, come si legge nell’iscrizione dell’arco di centro; l’
ala di destra, adibita ad abitazione
dei proprietari e dei custodi è la parte più antica. Tra le due ali vi è il
giardino di rappresentanza con, al
centro, la vasca delle ninfee. Dietro l’ala di destra si trova il
giardino segreto; a sud il brolo, il
parco con i labirinti, la montagnola con la ghiacciaia e la peschiera. Dalla
strada comunale si vede la facciata principale, rimaneggiata alla fine del
1700. Il
corpo centrale è
ornato da un elegante
portale d’accesso
con colonne in mattoni e statue, e da due torrioni laterali. Al centro, sotto
il balcone, si trova la scritta:”
Roberto Zabborra quod has aedes in meliorem
faciem sua pec. restituerit amplificaverit Paulus Zabborra viro op. benemer.
lap. mem. causa P.C.A.D. MDCCLXXV”. Ai lati si possono ammirare due targhe
in marmo che ricordano il
Volo su Vienna compiuto dal poeta
Gabriele d’Annunzio e dai piloti della
Serenissima. Il torrione di destra, il cui uso è sempre stato agricolo,
presenta un grande portone sul quale compare la scritta “
Amicis Pandana”,
mentre il torrione di sinistra, il cui alto portale immette direttamente nel
salone da ballo, oggi
Sala delle
Mongolfiere, porta la scritta: “
Foris Canes”. Alcune sale del
castello mostrano tracce di affreschi. In tutte aleggiano le presenze dei
personaggi che hanno fatto la storia del volo e quella del progresso umano. Inaugurato
il 20 settembre 1980, Il
Museo
dell'Aria e dello Spazio è situato all'interno del complesso. Oltre alla
presenza di diversi velivoli esposti e di modelli in scala, particolare
attenzione viene data alla cura della ricostruzione scenografica della cucina e
della sala dove si pianificò il Volo su Vienna, descritto in precedenza. La
parte espositiva è divisa in due sezioni:
- esterna, con i velivoli ed
i sistemi bellici esposti come gate guardian all'esterno e nel giardino
interno della villa
- interna, con 38 tra sale e
salette espositive dedicate all'evoluzione del volo umano dalla mongolfiera
allo Space Shuttle.
Il 17 maggio 2013 uno dei pezzi
più prestigiosi della collezione, il Grumman HU-16° Albatross
15-14 (MM51-7253
già MSN G344, idrovolante da soccorso aereo) è stato demolito, dopo essere
stato trasferito all'associazione Fly Albatross di Ravenna nata con lo scopo di
preservarlo. Due sono i labirinti nei giardini del Castello di San Pelagio. Il
primo è il labirinto del Minotauro che racchiude in sé sia la tradizione della
villa veneta, che vuole nei suoi giardini appunto un labirinto di siepi, sia il
tema del volo rappresentato dal mito di Icaro che, rinchiuso nel labirinto di
Cnosso, costruito da suo padre Dedalo, tenta la fuga con ali posticce di piume
e cera. Icaro cade nell’Egeo, ma rimane ad oggi il simbolo dell’uomo che sogna
di alzarsi in volo. Questo labirinto ha un’estensione di 1.200 mq ed è composto
da più di 1.000 piante di Leylandi alte quasi 3 metri. Attenzione a perdervi
all’interno, ma più ancora quando riuscirete a guadagnare il centro: troverete
infatti ad attendervi un gigantesco minotauro alquanto affamato! Il secondo è
il labirinto del "Forse che sì forse che no", più piccolo e più
giovane, ed è dedicato al D’Annunzio. Questo labirinto è univiario, composto
quindi di un unico percorso che conduce ad un centro disseminato di specchi,
per richiamare il concetto di “doppio” dannunziano. Per i bambini, invece,
questo secondo labirinto conduce alla fata del sambuco, un albero dalle
proprietà magiche piantato proprio al centro del labirinto. Alcuni anni fa un
gruppo di ricercatori del paranormale ha ispezionato il castello ed effettuato
rilevazioni. Quattro
foto, in particolare, sembrano aver captato e riprodotto
qualcosa. In
due
di esse, in particolare, realizzate nel giardino di rappresentanza del castello
si scorgerebbe una
figura maschile, abbastanza anziana: in un caso si
potrebbe parlare di un cavaliere con folta capigliatura e baffi, nell’altro
caso il volto sarebbe identico ad un ritratto presente all’interno del
castello. In altre due immagini, invece, sarebbe impressa la fisionomia di un
bambino: in un caso la figura, accanto alla panchina in un viale, non appare
limpida. Nell’altra, invece, sarebbe abbastanza evidente il mezzo busto del
bimbo (lo stesso?) completo persino di
grembiule, come quelli usati un
tempo nelle scuole. Oltre a queste immagini più chiare, se ne aggiungono altre
più amorfe e si aggiunge anche un’ampia gamma di rumori registrati: come
vocalizzi, respiri e spostamenti di oggetti.
Per approfondire Vi invito a visitare il sito ufficiale del castello
(www.castellodisanpelagio.it)
e quello ufficiale del museo (www.museodellaria.it)
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Museo_dell'aria_e_dello_spazio,
http://www.abano.it/Territorio/castello-pelagio.aspx,
http://www.comune.duecarrare.pd.it/it/Informazioni/Storia/Itinerario.html,
scheda del Dr Andrea Orlando su http://www.icastelli.it/castle-1317305712-castello_di_san_pelagio-it.php,
http://www.padovaoggi.it/cronaca/fantasmi-castello-san-pelagio-ricerche-orizzonti-paranormali-2012.html
Nessun commento:
Posta un commento