SARSINA (FC) - Castello in frazione San Martino (o castello di Casalecchio)
Il castello, ricordato già nel 1179 come soggetto alla Chiesa di Sarsina. Recenti
studi collocano la costruzione dell’elegante edificio nel corso dello stesso
dodicesimo secolo. Nel 1327 fu dato in feudo a Riccardo Rigoni di Monteriolo,
ma ritornò alla Chiesa di Sarsina nel 1350, alla sua morte. Nel 1371
apparteneva al giovane Antonio Succi e c’erano “8 fuochi”, vi abitavano cioè 8
famiglie. Nel 1373 ritornò al Vescovo che lo consegnò definitivamente ai conti
Bernardini di Rimini nel 1420, i quali lo riadattarono ad abitazione, trascurando
sin da allora le torrette e i merli e incorporando nell'edificio le stesse mura
di cinta, ora visibili, in parte, a valle. I Bernardini lo ebbero per meriti di
guerra da Guidubaldo II d'Urbino. L’ultima contessa, Antonia Bernardini, morì
nel suo castello “per morbo apoplettico” il 19 agosto 1800, all’età di 72 anni,
come leggiamo nel “Libro dei morti” della parrocchia di San Martino in Appozzo,
mentre Napoleone sopprimeva tutti i feudi, grandi e piccoli. Dal 1812 è
proprietà privata dei Marini, oggi disponibili ad aprire su richiesta le
ospitali porte al visitatore. L’attuale proprietario, Angelo Marini di Sarsina,
racconta: “I nostri antenati provenivano da Quarto, dove nel 1812 ci fu la
rovinosa frana che distrusse tutta la frazione. I quattro fratelli si divisero:
uno rimase a Quarto, uno si trasferì Sarsina, uno a Tomba mentre Annibale
Marini acquistò il castello di Casalecchio, passato poi di padre in figlio fino
a noi. In questi anni ho provveduto ai lavori ordinari di manutenzione, come
sistemazione di intonaci e pavimenti, mentre il lavoro più impegnativo fu nel
1985 il rifacimento del tetto. Essendo ora il proprietario della gran parte del
caseggiato ho riportato all’origine gli interni, eliminando le divisioni
murarie che i diversi proprietari avevano effettuato nel corso del tempo”. Ciò
che colpisce subito il visitatore è certamente la maestosità del palazzo,
chiamato dalla gente “il palazzo dalle 100 finestre” anche se sono un po’ meno.
Un portone a lunetta porta all'androne, il cui soffitto conserva, come può, lo
stemma affrescato dei conti (con il leone al posto dell'aquila). Da qui si
entra direttamente, a sinistra, nell'oratorio privato (cappella dedicata a San
Nicola), che delimita parte della corte, raccolta in una intimità quasi
claustrale, con l'agile campaniletto a vela e l'antico pozzo-cisterna. La
campana, posta nel campaniletto a vela, venne fusa dalla ditta Balestra di
Longiano nel 1826 ed è firmata da Annibale Marini. L’ingresso della Cappella è
affrescato con l’emblema raggiante di Cristo “IHS” e lo stemma dei Bernardini,
con due leoni e il leccio, una pianta un tempo molto numerosa in questo luogo,
che ha dato il nome alla località “Casalecchio”. Dagli architravi di tre
finestre s'affaccia come un tempo, a chiare lettere latine, il nobile
"Bernardinus Masse
Casalechio". All'interno, degno di una visita, è un salone
di circa mq 70. Il bianco delle pareti ha nascosto purtroppo i preziosi
affreschi, ma nulla ha potuto contro il superbo camino cinquecentesco, di
pietra, rimasto pressochè intatto. Il bordo è tutto riccamente ornato, compresi
i due finti bracieri in pietra posti a sinistra e a destra. Campeggia, fra
eleganti decorazioni scultoree, il bellissimo stemma comitale (con due lecci,
due aquile e tre stelle), sopravvissuto al tremendo saccheggio del sec. XVII,
quando soldati pontifici richiamarono all'ordine lo spavaldo Scipione
Bernardini. Il Conte, narrano le cronache, riuscì a riparare in Toscana,
nella "granducale" Monteriolo. Diverse stanze hanno le volte decorate
e vi si trovano vari camini “minori” ma pur sempre degni di nota. Curiosa la
piccola stanza-dispensa ritornata alla luce da qualche decennio, era infatti
murata. Al piano terreno la grande cucina con ampio forno e camino, non usati
da tempo, testimonia la presenza di tante persone residenti. Meritano una
visita anche le ampie cantine e le stanze per il ricovero degli animali, con
mangiatoie ben conservate. Dal 1918 è proprietà di privati che hanno lottizzato
il castello in abitazioni plurime.
Fonti: http://www.sarsinaturismo.it/il-castello-di-casalecchio,
http://www.sarsina.info/it/territorio/i-castelli-medioevali.htm, articolo di DB
su http://www.corrierecesenate.com/2009/10/16/l%E2%80%99unico-vero-castello-della-valle/
Foto: entrambe di antenore malatesta, su http://www.panoramio.com/photo/78444274
e su https://ssl.panoramio.com/photo/78444146
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