CARDITO (NA) – Castello
A scrivere di Cardito fu, per primo,
alla fine del 700, il Giustiniani, che nel suo "Dizionario Geografico
Ragionato" alla voce su "Cardito", notava che era allora situato
sulla regia strada che porta a Caserta; e scriveva che aveva aria salubre,
territorio di figura quasi quadrata, pozzi sorgenti di buon'acqua e produceva
"buone biade, grano, legumi e vini asprini". Lo stesso scriveva che
Cardito confinava a mezzoggiorno con Afragola, a oriente con Caivano, e con la
stessa Afragola, a occidente con Fratta e a settentrione con Crispano. A
quell'epoca contava 2800 abitanti che, probabilmente, durante la peste del 1656
mancarono quasi tutti. Il Giustiniani parlava anche di Carditello, la frazione
di Cardito ad un buon mille metri dal centro che prese a sorgere lungo la
strada che da Cardito raggiungeva, per via interna, l'arco di Arcopinto,
accosto ad una chiesina dedicata a S. Eufemia. Nel 1797, il piccolo villaggio
contava attorno ai 300 abitanti. Dal 1529 al 1781, Cardito è stato posseduto,
col titolo di Principi, dalla famiglia di Sigismondo Loffredo, capostipide del
casato, che l'11.06.1529 acquistò Cardito, insieme a Mugnano ed al Castello di
Monteforte. Il Principe Ludovico Venceslao Loffredo nel 1840 volle fondare un
orfanotrofio che portava il suo nome. Il ricordo del Loffredo è ancora legato
al palazzo principesco, che si erge, austero e solitario, al centro del paese.
Successivamante, il castello venne venduto al Commendatore Biagio Spadaccio; lo
ereditò la figlia, Chiara Spadaccio, che era andata sposa al Marchese Luigi
Mastrillo della Schiava. Di fronte al castello ecco profilarsi la parrocchia di
S. Biagio. Nel 1580 il feudatario Loffredo volle fondare una nuova chiesa di
fronte al castello, in onore di S. Biagio il cui culto, era fiorente all'epoca
delloro insediamento. Il Castello, oggi trasformato ed adattato ad
abitazione civile, in passato aveva le fattezze di una rocca, cinto da un
profondo un fossato, adorno di torri merlate, al cui interno c'era un magnifico
parco delimitato da un bosco ricco di piante esotiche. L'edificio ha ospitato
una ricca pinacoteca con tele di Andrea Vaccaro, Luca Giordano, Tintoretto e
Salvator Rosa. Nel corso dei secoli, è stato molte volte modificato e
restaurato: di rilievo sono stati i lavori eseguiti nel 1761 da Nicola Maria Loffredo,
ricordati su un’epigrafe marmorea. Sono stati i suoi diversi proprietari, da
Francesco Sanfelice, duca di Bagnoli, a Biagio Spadaccio e a Luigi Mastrilli
della Schiava, a convertirlo in abitazione civile.
Oggi il palazzo è interessato da ingenti interventi di
restauro e di adeguamento alla nuova funzione di sede degli uffici comunali.
Fonti: http://www.icpologalilei-cardito.it/dove-siamo.html,
http://cardito.asmenet.it/index.php?action=index&p=236,
testo di Gennaro Di Mauro su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/83705
Foto: la prima è di Gennaro di Mauro su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/83705,
la seconda è presa da http://www.mondimedievali.net/Castelli/Campania/napoli/carditkast01.jpg
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