MONTEGALDA (VI) - Castello Grimani-Sorlini
Non ci sono dubbi: l'emblema del paese è l'antico castello che domina sulla
pianura. Ma è meglio chiamarlo nuovo o antico castello? C'è da dire
che originariamente la primigenia struttura, doveva essere dislocata
su un altro colle. Fu poi ampliata scegliendo un luogo più ampio, come quello
attuale dove far sorgere la "nuova" struttura militare chiamata come:
nuovo castello. Da secoli infatti, le memorie storiche celebrano i fasti
di quel maniero, unico fortunato superstite di tre castelli, due dei quali
sorgevano a Montegaldella e Cervarese S. Croce. Quello di Montegalda non fu mai
definitivamente distrutto nonostante i suoi tanti assedi, a tal punto da
riuscire a sopravvivere anche al mutamento storico-estetico che nel '700
lo vide trasformarsi da struttura militare in villa veneta. Ma cosa sarebbe
Montegalda senza questo suo importante vessillo? Non sarebbe ciò che è
stata nel corso dei secoli: un importante avamposto militare, conteso da
guerre, schieramenti e signorie. La sua probabile data di fondazione è il 1176,
anno della battaglia di Lepanto, ma le ricerche storiografiche e archeologiche
fanno presumere che già nel periodo longobardo, su quell'omonimo colle
detto del "castello", sorgesse una struttura primigenia con
una torre fortificata e una palizzata di fortificazione. Il rinvenimento
avvenuto dentro l'attuale cortile del castello di una fondamenta del periodo
romano, anticipa ancor più la sua data di nascita. Forse romana? Probabilmente
sì, visto che nel corso del tempo furono in molti a notare come questo sito
avesse delle prerogative geografiche e strategiche fondamentali per il
territorio. Per questa caratteristica Montegalda fu per secoli il pomo della
discordia tra vicentini e padovani. Nel 1198 il cronista Pagliarino scriveva
così sulla cosiddetta guerra di Montegalda, ricordando la disputa tra le
due città per un manipolo di briganti rifugiatisi in questo territorio. I
vicentini, per contrastare questa "invasione" , "levarono
l'acqua del fiume (Bacchiglione) che giungeva fino a Padua, cosicché i
padovani patendo gran danno radunarono che ebbero il loro esercito,
vennero per aprire con forza l'acqua, la quale gli era stata levata; ma
finalmente gl'invitti vicentini, rimasero vincitori…". Questo è solo
uno dei tanti episodi epici che coronano la storia e le leggende intorno a
questo splendido maniero, giunto fino a noi con una struttura imponente formata
da tre torri, un mastio e la cinta merlata di stampo guelfo a forma di anello,
su cui si troverebbe il famoso quanto temuto "trabocchetto"
per ostacolare gli eventuali invasori. Le sue mura sono spesse oltre
un metro, fino a raggiungere dimensioni di oltre due, come nella stanza che fu,
si racconta, dello stesso despota padovano Ezzelino da Romano agli albori
nel 1300, quando conquistò Montegalda per estendere il suo dominio,
sicuro che le possenti pareti di questo forte, l'avrebbero protetto da
eventuali attacchi o congiure. Toccò poi ai veronesi e alla signoria degli
Scaligeri estendere il loro dominio su Montegalda. Era il 1314 e, dopo vari
tentativi di conquista, Cangrande della Scala usando macchine militari
s'impadronì del castello. Ai Della Scala
(lo stemma è una scala a pioli ancora presente) signori di Verona, va
attribuita la realizzazione della nuova torre castellana con l'attuale ponte levatoio del '300, perfettamente conservato e
ancora funzionante. Alla fine del '300 il Castello diventa proprietà della
famiglia Visconti, signori di Milano. La
Serenissima di Venezia dal '400 in poi segnò la "pax regia",
consegnando nei secoli alle varie signorie il governo del maniero, fino a
vederlo trasformato nel'700 in villa veneta. Nel XV secolo la proprietà passò
alla famiglia Chiericati, che attuò sicuramente alcuni cambiamenti al complesso
difensivo, ma l'assetto attuale dell'edificio è dovuto in gran parte ad una
ristrutturazione della metà del XVIII secolo. Tra gli interventi di questo
periodo, sono da ricordare gli affreschi della cappella dei 1718 e il ciclo di
decorazioni, realizzate da Andrea Urbani fra il 1780 e il 1782. Interessante il
cortile interno, decorato con alcune statue dei Marinali, sul quale si aprono
le stanze affrescate. Il giardino fu riorganizzato all'italiana e l'arredo
scultoreo proviene dall'officina del Marinali.
Nei secoli successivi il maniero passò alle nobili famiglie
veneziane Contarini, Donà, Grimani e Marcello.
Il Castello di Montegalda diventò all'epoca la loro residenza estiva. L'antico
edificio sembra oggi aver ritrovato i suoi splendori grazie ad un sapiente
restauro (voluto dalla famiglia Sorlini, che ne è attualmente proprietaria) che
gli permette ancora di essere guardato con rispetto e ammirazione, sicuro
di conservare ancora quel fascino e altrettanti segreti, tra cui il
"tunnel di fuga" mai scoperto che molti vorrebbero portasse lontano e
fuori dai pericoli chi si sentiva assediato. Il castello ha una pagina
Facebook: https://www.facebook.com/castellomontegalda/
Fonti: testo di Antonio Gregolin su http://www.comune.montegalda.vi.it/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idservizio/20007/idtesto/9,
http://www.colliberici.it/?pg=pagina&id=107, http://www.visitmontegalda.com/castello-grimani-sorlini/
Foto: la prima è presa da http://www.univia.it/sedi/torri_visite.aspx,
la seconda, invece, dahttp://www.comune.montegalda.vi.it/po/immagine_news.php?news=198&id=228&size=original
Nessun commento:
Posta un commento