CISON DI VALMARINO (TV) - Castelbrando
Degli abitati stabili dovettero svilupparsi solo durante le invasioni
barbariche (a questo periodo risale il primo nucleo dell'attuale Castelbrando,
poi sede della signorie locali) e in particolare sotto il dominio dei Longobardi,
la cui influenza era molto forte vista la vicinanza alla sede del Ducato di
Ceneda. Secondo la tradizione, proprio allora fu costituito il feudo della
Valmareno che, oltre a Cison, comprendeva anche le attuali Miane e Follina;
sarebbe stato poi concesso ai vescovi di Ceneda dalla regina Teodolinda (fine VI
secolo) e rimase sotto la loro autorità sia sotto il Regno dei Franchi, che
durante il Sacro Romano Impero. Castelbrando sorge alle pendici del monte
Castello, da cui domina i borghi di Valmareno e di Cison. Deve l'attuale nome
all'antica famiglia forlivese dei Brandolini, che ne ebbe per secoli la signoria.
La costruzione di una vera e propria fortificazione si ebbe durante l'alto
medioevo; si potrebbe collocare, più precisamente, nella prima metà del X
secolo, durante le invasioni degli Ungari. Nel 962 l'imperatore Ottone I
concesse al vescovo di Ceneda Sicardo le prerogative di conte, assegnandogli la
giurisdizione della Valmareno e di Castelbrando. Da questo momento la fortezza
diventa sede di un piccolo feudo che i presuli cenedesi concessero a vari vassalli:
secondo una notizia non confermata dalle fonti, verso l'anno Mille lo avrebbero
concesso ai da Porcia, loro avogadri, e da questi pervenne ai Colfosco. Di
certo, fece parte della dote matrimoniale che nel 1154 Sofia di Colfosco portò
al consorte Guecellone III da Camino; ai suoi discendenti rimase
ininterrottamente sino al 1335, quando la casata si estinse in Rizzardo III. Per
alcuni anni fu per un periodo al centro di una disputa che oppose il vescovo Francesco
Ramponi a Gherardo V e Rizzardo IV da Camino (lontani parenti di Rizzardo III).
Successivamente, grazie alla mediazione della Serenissima, fu assegnato ai
Caminesi; ma già nel 1349 Rizzardo IV, pur di ottenere un prestito dalla
Repubblica, lo cedeva a Marino Falier, futuro doge. Dopo l'esecuzione di
quest'ultimo, nel 1355, il castello divenne sede di un podestà veneziano sino
al 1436, seppure con alterne vicende. Durante questi anni, infatti, subì l'urto
di diversi eserciti invasori: ora i Carraresi, ora il patriarcato d'Aquileia,
ora nuovamente Venezia. Memorabile l'attacco sferrato nel 1411 da una lega
formata da Carraresi, Scaligeri, Caminesi (che non avevano mai rinunciato ai
loro diritti sulla fortezza) e Ungheresi sotto la guida di Pippo Spano; dopo
questo evento fu assoggettato a Ercole da Camino e Venezia, grazie a un
accordo, ne confermò la sovranità. Alla sua morte la Serenissima ne riprese il
pieno possesso. Nel 1436 quest'ultima lo donò a Brandolino IV Brandolini, da Forlì,
e al Gattamelata, condottieri di ventura al servizio della Repubblica. In
seguito, a causa di una promozione militare del Gattamelata, egli lo cedette
totalmente al primo. La dominazione veneziana portò un lungo periodo di pace e
Castelbrando, cessate le funzioni militari, fu adattato tra il XVI e il XVIII
secolo alle esigenze dei Brandolini che lo trasformarono in un palazzo
signorile applicandovi lo stile delle ville venete e creando un interessante
nonché innovativo per l'epoca sistema di "riscaldamento". I conti
tennero il castello sino al 1959, quando lo vendettero ai Salesiani che lo
utilizzarono come seminario e luogo di ritiro. Rivenduto da questi nel 1997
all'imprenditore Massimo Colomban, è stato restaurato di recente e ospita oggi
un albergo (visitare il sito http://www.hotelcastelbrando.com/). Dal 18 al 20
aprile 2009 è stato sede internazionale del primo G8 dell'agricoltura,
presieduto dal ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Luca
Zaia. Lo stemma della famiglia Brandolini era inizialmente “di rosso a tre
bande d'argento caricate di scorpioni”. Le trecce nel capo deriverebbero dalle
“trecce di crini di cavallo” presenti nell'arme del Gattamelata. Oggi lo stemma
è il seguente: "Di rosso, a tre bande d'argento, caricate di nove
scorpioni di nero, posti 3, 3, 3. Col capo del secondo, caricato di tre trecce
di rosso, ordinate in fascia". Altri link consigliati: http://www.marcadoc.com/castellobrandolini/,
https://www.youtube.com/watch?v=VweZHPwx9sw
(video di Nicola Previti)
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Cison_di_Valmarino, https://it.wikipedia.org/wiki/Castelbrando
Foto: la prima è presa da http://www.icastelli.net/it/castelbrando,
mentre la seconda è presa dalla pagina Facebook: https://www.facebook.com/castelbrando
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