sabato 2 luglio 2016

Il castello di domenica 3 luglio






VALEGGIO (PV) – Castello

Uno storico della Lombardia "L'Olivieri" dice che Valeggio deriva dalla voce lombarda "Valeggio" o "VaLicei la": è in età longobarda infatti che avrebbe avuto inizio un primo significativo sviluppo del centro abitato. Altri lo fanno derivare dalla voce latina "Valligium" o "Vallicula" che vuol dire "piccola valle". La tradizione popolare, secondo il Portaluppi ha voluto cercare un po’ nella leggenda e fece derivare il nome Valeggio da "Via Regia" perché prossimo alla strada che nel 590 percorse la Regina Teodolinda andata in sposa a fornello ad Agilulfo, duca di Torino, poi Re dei Longobardi. La storia del Comune di Valeggio è stata legata, fino a qualche decennio fa, ad un tipo di economia agricola medioevale il cui fulcro era l'importante castello con annessa una grande azienda agricola. Ma Valeggio ha origine antichissime. E' certo che, fin dall'antichità, il territorio del borgo era ricoperto da abbondante ed alta vegetazione, da folte boscaglie ricche di scelta cacciagione, quale: cinghiali, cervi, caprioli. Ancor oggi mantiene uno spiccato carattere esclusivamente agricolo. I primi insediamenti umani nella zona si ebbero nella media e tarda età del bronzo, come attestano i numerosi reperti archeologici rinvenuti, e in particolare nella cosidetta "necropoli di Valeggio", scoperta negli anni settanta nel territorio della cascina "Tessera", a poche centinaia di metri dall'abitato , ai lati dell'attuale strada che conduce a Domo. La romanizzazione interessò direttamente il luogo: la plaga tra Alagna e Valeggio era attraversata dal percorso di quella Via Regina che provenendo da Roma e toccando Ticinum (Pavia), portava via Carbonara, Domo, e forse? Valeggio stessa a Ottobiano e, attraverso La "mansio" di Lomello, proseguiva per Cozzo, Torino, indi verso le Gallie. Intorno ad essa, lungo tutto il suo percorso, si svolsero le varie tappe della romanizzazione della Lomellina. Gli scavi eseguiti nel 1973 dal gruppo Archeologico Lomellino ed ampiamente documentati dalla dottoressa Gloria Vannacci hanno portato alla luce 207 tombe che coprono un arco di tempo che va dal periodo La Tene fino all'età Flavia. Pur non essendo la sola zona d'interesse archeologico della Lomellina, gli scavi di Valeggio hanno dato luogo a ritrovamenti di particolare rilievo: corredi di sepoltura di guerrieri gallici con armi in ferro, anfore, vetri, gioielli ed oggetti d'uso del I e II secolo d.C, che testimoniano dell'ormai consolidata se pur modesta forma di vita urbana nel periodo romano e di un'economia agricola e pastorale. L'origine dell'abitato risale almeno al secolo VIII. Nel dizionario corografico dell'Amati (1878) si legge infatti che all'interno del perimetro attuale delle mura del castello sorgeva un'altissima torre alla cui estremità era scritto: "Ambrosius Majnoni fecit opus An. 703"- Già nel XV secolo, epoca in cui Valeggio o Valleggio faceva parte del feudo di Ottobiano, l'aggregato agricolo possedeva una certa qual floridezza e consistenza. A tale periodo risale infatti la chiesa di ordine toscano dedicata agli apostoli Pietro e Paolo con un campanile che l’Amati descrive "altissimo con cupola a forma conica, maestralmente costruito". Questo territorio risultava propizio alle battute di caccia, grande svago di principi e signori medioevali; di qui passarono sicuramente le corti dei Visconti e degli Sforza, oltreché quelle, a quanto sembra, di Francesco I e Carlo V. E' documentato pure tra i frequentatori il famoso Pico della Mirandola, grande filosofo di illustre famiglia Modenese (1463-1494). Naturale quindi che sin dall'alto Medioevo vi sorgesse un castello per difesa e residenza, la cui struttura architettonica risulta ancora oggi di grande imponenza e singolarità. Non vi sono dati certi circa la costruzione della primitiva rocca, che, a detta del Portalupi fu costruita dai Sannazzari; la costruzione attuale viene ritenuta, almeno in parte, duecentesca, poiché è noto che una "rocca di Valeggio" fu espugnata dai Milanesi nel 1215; gli stessi saccheggiarono una seconda volta il paese, nel 1222. Ciò avvenne durante le famose Lotte fra i Milanesi e i Pavesi quando i primi occuparono quattro paesi Lomellini: Valeggio, Cozzo, Candia e Breme. In seguito poi alla pace fatta nel 1227 i Milanesi rinunciarono ai quattro paesi Lomellini. Da questo momento e fino alla metà del secolo XVI ( 1550), Valeggio seguì le sorti del feudo di Ottobiano e di S. Giorgio Lomellina. Nel 1288 Valeggio fu donato da Ruggero Milano all'Abate di San Salvadore di Pavia; nel 1434 fu dato in feudo dal Duca Filippo Maria Visconti ad Andrea Birago. Alla morte di Andrea Birago i tre quarti del territorio di Valeggio passarono ai fratelli Giovanni e Giacomo Corti i quali nel 1470 lo vendettero a Cicco Simonetta che più tardi lo cedette a Pietro Birago, per passare poi ai conti di Albonese. Nel 1566 Valeggio fu smembrato da Ottobiano con il suo acquisto da parte di Giovanni Arcimboldi alla cui famiglia rimase fino alla morte di Antonio nel 1675. Fu in questo periodo che venne eletto a contado, il cui titolo passò in seguito a Pietro Quintana Pietrasanta (1700), questore di Milano, e poi ad Ambrogio Majnoni che il 10 Settembre 1726 lo vendette a Giovanni Francesco De Cardenas proveniente da Valenza Po, la cui famiglia era di origine spagnola. Passò quindi alle Signorie dei Busca, dei Sormani e dei Laugier di Milano (l'ultima proprietaria illustre fu la contessa Giulia Leonardi Laugier). Nel 1736 passò per Valeggio l'esercito comandato dal generale Bilieri che ritirandosi dal Piemonte si portava in Lombardia. Il castello che nel Medioevo e nel Rinascimento aveva mantenuto la sua maestosità e vitalità quale luogo centrale di tutta l'attività agricola circostante, già nel secolo scorso rilevava pesanti segni di degrado. Il continuo succedersi dei feudatari si sommò alle conseguenze dei grandi avvenimenti storici: nel 1731 gli spagnoli distrussero il castello e con esso l'archivio, nel quale si conservavano memorie e documenti del suo passato. Nel 1796 vi transitarono alcuni reparti dell'armata austriaca battuta da Napoleone a Montenotte e Millesimo. Già nel 1353, secondo i cenni storici raccolti dal Casolis, il castello aveva perduto l'integrità dei suoi principali impianti difensivi, tranne le due torri verso tramontana ed il ponte levatoio dal quale si entrava. Tuttavia la famiglia Busca di Milano, allora proprietaria, manteneva in piena efficienza le sue funzioni originarie. Da qualsiasi direzione si giunga a Valeggio, è inevitabile scorgere ancorché distanti qualche chilometro dall'abitato l'inconfondibile e poderosa mole dei Castello, che rappresenta un unicum nella tipologia dell'incastellamento in Lomellina. Per quanto riguarda la forma, il castello  non ha la solita pianta quadrangolare, bensì vagamente trapezoidale. Più di qualsiasi altro edificio simile, il Castello di Valeggio ha conservato, pressoché intatte, le caratteristiche della costruzione a carattere difensivo. Le sue torri - ben otto - non sono distribuite regolarmente lungo il perimetro esterno, ma disposte in modo asimmetrico. All'aspetto compatto e robusto di edificio ben protetto del lato orientale si contrappone una maggior morbidezza di linee, quasi da edificio rurale, della parte che si protende verso ovest. Il torrione da cui si accede all'interno dell'edificio è costituito da un corpo di fabbrica avanzato, appartenente a una tipologia molto diffusa in Lomellina (ad es. Villanova, Pieve del Cairo, Tortorolo, Frascarolo), nel quale sopravvivono le sedi dei bolzoni del ponte levatoio principale, di quello pedonale e della pusterla stessa, alla destra dell'ingresso carraio. La sommità è conclusa da una loggia - che poggia su beccatelli con caditoie - in cui si aprono quattro finestre arcuate a tutto sesto, mentre non sono osservabili tracce di merlatura. Le due torri angolari del lato sud - il più corto - sono di forma cilindrica, con caratteristiche dimensionali diverse per altezza e diametro, coronate nella parte sommitale da lunghi beccatelli nei quali, come nel rivellino d'ingresso, sono visibili le aperture della caditoie, a dimostrazione dell'origine effettiva, cioè difensiva, delle torri stesse. Fra queste, al centro della parete si alza una terza torre, quadrata e più piccola, che presenta però le stesse particolarità architettoniche; le tre torri mostrano nella parte terminale, coperta da un tetto, in luogo dei merli, delle aperture, in parte tamponate, difformi nello stile dal resto dell'edificio, probabilmente di datazione posteriore. Meno significativi i settori settentrionale e nord-occidentale, apparentemente ricostruiti in età moderna seguendo schemi di architettura rurale. L'angolo di nord-ovest è munito di torre cilindrica, priva però di aperture o altre caratteristiche degne di nota. Il piccolo cortile è dominato dalla mole dell'alta torre quadrata interna, alta 22 metri alla quale nel XVIII secolo fu aggiunta una cella campanaria, anch’essa di forma quadrata. Sul lato volto a oriente un secondo torrioncino costituisce l'unica opera difensiva dell'ingresso secondario, aperto verso le campagne, in direzione di Alagna. Sulle pareti interne sono riconoscibili tracce di aperture centinate e occluse. Non resta alcun segno visibile del fossato del castello, la cui antica esistenza è provata dalle tracce del ponte levatoio. Un accenno di carpatura alla base delle torri dimostra come il terreno circostante abbia subìto un interramento di rialzo. Le cascine realizzate nel 1500, seguono le stesse linee architettoniche dei disegni della "Cascina Perfetta" di Leonardo da Vinci: non si esclude che lo stesso Leonardo fosse presente nella costruzione delle stesse  durante la sua permanenza in Pavia e Vigevano all'inizio del 1500 quando visse presso il ducato degli Sforza di Milano. Attualmente la proprietà è della Società Castello di Valeggio s.r.l. ed il castello è una prestigiosa location per matrimoni, eventi, feste private e meeting. Ecco un breve video (di IONESSUNO1956) ad esso dedicato: https://www.youtube.com/watch?v=wYCT1ExqZrM. Altro link suggerito: http://www.preboggion.it/CastelloIT_di_Valeggio.htm (con bellissime foto)



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