VALEGGIO (PV) – Castello
Uno storico della Lombardia "L'Olivieri" dice che
Valeggio deriva dalla voce lombarda "Valeggio" o "VaLicei
la": è in età longobarda infatti che avrebbe avuto inizio un primo
significativo sviluppo del centro abitato. Altri lo fanno derivare dalla voce
latina "Valligium" o "Vallicula" che vuol dire
"piccola valle". La tradizione popolare, secondo il Portaluppi ha
voluto cercare un po’ nella leggenda e fece derivare il nome Valeggio da
"Via Regia" perché prossimo alla strada che nel 590 percorse la
Regina Teodolinda andata in sposa a fornello ad Agilulfo, duca di Torino, poi
Re dei Longobardi. La storia del Comune di Valeggio è stata legata, fino a
qualche decennio fa, ad un tipo di economia agricola medioevale il cui fulcro
era l'importante castello con annessa una grande azienda agricola. Ma Valeggio
ha origine antichissime. E' certo che, fin dall'antichità, il territorio del
borgo era ricoperto da abbondante ed alta vegetazione, da folte boscaglie
ricche di scelta cacciagione, quale: cinghiali, cervi, caprioli. Ancor oggi
mantiene uno spiccato carattere esclusivamente agricolo. I primi insediamenti
umani nella zona si ebbero nella media e tarda età del bronzo, come attestano i
numerosi reperti archeologici rinvenuti, e in particolare nella cosidetta
"necropoli di Valeggio", scoperta negli anni settanta nel territorio
della cascina "Tessera", a poche centinaia di metri dall'abitato , ai
lati dell'attuale strada che conduce a Domo. La romanizzazione interessò
direttamente il luogo: la plaga tra Alagna e Valeggio era attraversata dal
percorso di quella Via Regina che provenendo da Roma e toccando Ticinum
(Pavia), portava via Carbonara, Domo, e forse? Valeggio stessa a Ottobiano e,
attraverso La "mansio" di Lomello, proseguiva per Cozzo, Torino, indi
verso le Gallie. Intorno ad essa, lungo tutto il suo percorso, si svolsero le
varie tappe della romanizzazione della Lomellina. Gli scavi eseguiti nel 1973
dal gruppo Archeologico Lomellino ed ampiamente documentati dalla dottoressa
Gloria Vannacci hanno portato alla luce 207 tombe che coprono un arco di tempo
che va dal periodo La Tene fino all'età Flavia. Pur non essendo la sola zona
d'interesse archeologico della Lomellina, gli scavi di Valeggio hanno dato
luogo a ritrovamenti di particolare rilievo: corredi di sepoltura di guerrieri
gallici con armi in ferro, anfore, vetri, gioielli ed oggetti d'uso del I e II
secolo d.C, che testimoniano dell'ormai consolidata se pur modesta forma di
vita urbana nel periodo romano e di un'economia agricola e pastorale. L'origine
dell'abitato risale almeno al secolo VIII. Nel dizionario corografico
dell'Amati (1878) si legge infatti che all'interno del perimetro attuale delle
mura del castello sorgeva un'altissima torre alla cui estremità era scritto:
"Ambrosius Majnoni fecit opus An. 703"- Già nel XV secolo, epoca in
cui Valeggio o Valleggio faceva parte del feudo di Ottobiano, l'aggregato
agricolo possedeva una certa qual floridezza e consistenza. A tale periodo risale
infatti la chiesa di ordine toscano dedicata agli apostoli Pietro e Paolo con
un campanile che l’Amati descrive "altissimo con cupola a forma conica,
maestralmente costruito". Questo territorio risultava propizio alle
battute di caccia, grande svago di principi e signori medioevali; di qui
passarono sicuramente le corti dei Visconti e degli Sforza, oltreché quelle, a
quanto sembra, di Francesco I e Carlo V. E' documentato pure tra i frequentatori
il famoso Pico della Mirandola, grande filosofo di illustre famiglia Modenese
(1463-1494). Naturale quindi che sin dall'alto Medioevo vi sorgesse un castello
per difesa e residenza, la cui struttura architettonica risulta ancora oggi di
grande imponenza e singolarità. Non vi sono dati certi circa la costruzione
della primitiva rocca, che, a detta del Portalupi fu costruita dai Sannazzari;
la costruzione attuale viene ritenuta, almeno in parte, duecentesca, poiché è
noto che una "rocca di Valeggio" fu espugnata dai Milanesi nel 1215;
gli stessi saccheggiarono una seconda volta il paese, nel 1222. Ciò avvenne
durante le famose Lotte fra i Milanesi e i Pavesi quando i primi occuparono
quattro paesi Lomellini: Valeggio, Cozzo, Candia e Breme. In seguito poi alla
pace fatta nel 1227 i Milanesi rinunciarono ai quattro paesi Lomellini. Da
questo momento e fino alla metà del secolo XVI ( 1550), Valeggio seguì le sorti
del feudo di Ottobiano e di S. Giorgio Lomellina. Nel 1288 Valeggio fu donato
da Ruggero Milano all'Abate di San Salvadore di Pavia; nel 1434 fu dato in
feudo dal Duca Filippo Maria Visconti ad Andrea Birago. Alla morte di Andrea
Birago i tre quarti del territorio di Valeggio passarono ai fratelli Giovanni e
Giacomo Corti i quali nel 1470 lo vendettero a Cicco Simonetta che più tardi lo
cedette a Pietro Birago, per passare poi ai conti di Albonese. Nel 1566
Valeggio fu smembrato da Ottobiano con il suo acquisto da parte di Giovanni
Arcimboldi alla cui famiglia rimase fino alla morte di Antonio nel 1675. Fu in
questo periodo che venne eletto a contado, il cui titolo passò in seguito a
Pietro Quintana Pietrasanta (1700), questore di Milano, e poi ad Ambrogio
Majnoni che il 10 Settembre 1726 lo vendette a Giovanni Francesco De Cardenas
proveniente da Valenza Po, la cui famiglia era di origine spagnola. Passò
quindi alle Signorie dei Busca, dei Sormani e dei Laugier di Milano (l'ultima
proprietaria illustre fu la contessa Giulia Leonardi Laugier). Nel 1736 passò
per Valeggio l'esercito comandato dal generale Bilieri che ritirandosi dal
Piemonte si portava in Lombardia. Il castello che nel Medioevo e nel Rinascimento
aveva mantenuto la sua maestosità e vitalità quale luogo centrale di tutta
l'attività agricola circostante, già nel secolo scorso rilevava pesanti segni
di degrado. Il continuo succedersi dei feudatari si sommò alle conseguenze dei
grandi avvenimenti storici: nel 1731 gli spagnoli distrussero il castello e con
esso l'archivio, nel quale si conservavano memorie e documenti del suo passato.
Nel 1796 vi transitarono alcuni reparti dell'armata austriaca battuta da
Napoleone a Montenotte e Millesimo. Già nel 1353, secondo i cenni storici
raccolti dal Casolis, il castello aveva perduto l'integrità dei suoi principali
impianti difensivi, tranne le due torri verso tramontana ed il ponte levatoio
dal quale si entrava. Tuttavia la famiglia Busca di Milano, allora
proprietaria, manteneva in piena efficienza le sue funzioni originarie. Da qualsiasi direzione si giunga a Valeggio, è inevitabile scorgere
ancorché distanti qualche chilometro dall'abitato l'inconfondibile e poderosa
mole dei Castello, che rappresenta un unicum nella tipologia
dell'incastellamento in Lomellina. Per quanto riguarda la forma, il castello
non ha la solita pianta quadrangolare, bensì vagamente trapezoidale. Più
di qualsiasi altro edificio simile, il Castello di Valeggio ha conservato,
pressoché intatte, le caratteristiche della costruzione a carattere difensivo.
Le sue torri - ben otto - non sono distribuite regolarmente lungo il perimetro
esterno, ma disposte in modo asimmetrico. All'aspetto compatto e robusto di
edificio ben protetto del lato orientale si contrappone una maggior morbidezza
di linee, quasi da edificio rurale, della parte che si protende verso ovest. Il
torrione da cui si accede all'interno dell'edificio è costituito da un corpo di
fabbrica avanzato, appartenente a una tipologia molto diffusa in Lomellina (ad
es. Villanova, Pieve del Cairo, Tortorolo, Frascarolo), nel quale sopravvivono
le sedi dei bolzoni del ponte levatoio principale, di quello pedonale e della
pusterla stessa, alla destra dell'ingresso carraio. La sommità è conclusa da
una loggia - che poggia su beccatelli con caditoie - in cui si aprono quattro
finestre arcuate a tutto sesto, mentre non sono osservabili tracce di
merlatura. Le due torri angolari del lato sud - il più corto - sono di forma
cilindrica, con caratteristiche dimensionali diverse per altezza e diametro,
coronate nella parte sommitale da lunghi beccatelli nei quali, come nel
rivellino d'ingresso, sono visibili le aperture della caditoie, a dimostrazione
dell'origine effettiva, cioè difensiva, delle torri stesse. Fra queste, al
centro della parete si alza una terza torre, quadrata e più piccola, che
presenta però le stesse particolarità architettoniche; le tre torri mostrano
nella parte terminale, coperta da un tetto, in luogo dei merli, delle aperture,
in parte tamponate, difformi nello stile dal resto dell'edificio, probabilmente
di datazione posteriore. Meno significativi i settori settentrionale e
nord-occidentale, apparentemente ricostruiti in età moderna seguendo schemi di
architettura rurale. L'angolo di nord-ovest è munito di torre cilindrica, priva
però di aperture o altre caratteristiche degne di nota. Il piccolo cortile è
dominato dalla mole dell'alta torre quadrata interna, alta 22 metri alla quale
nel XVIII secolo fu aggiunta una cella campanaria, anch’essa di forma quadrata.
Sul lato volto a oriente un secondo torrioncino costituisce l'unica opera
difensiva dell'ingresso secondario, aperto verso le campagne, in direzione di
Alagna. Sulle pareti interne sono riconoscibili tracce di aperture centinate e
occluse. Non resta alcun segno visibile del fossato del castello, la cui antica
esistenza è provata dalle tracce del ponte levatoio. Un accenno di carpatura
alla base delle torri dimostra come il terreno circostante abbia subìto un
interramento di rialzo. Le cascine realizzate nel 1500, seguono le stesse linee
architettoniche dei disegni della "Cascina Perfetta" di Leonardo da
Vinci: non si esclude che lo stesso Leonardo fosse presente nella costruzione
delle stesse durante la sua permanenza in Pavia e Vigevano all'inizio del
1500 quando visse presso il ducato degli Sforza di Milano. Attualmente la
proprietà è della Società Castello di Valeggio s.r.l. ed il castello è una
prestigiosa location per matrimoni, eventi, feste private e meeting. Ecco un
breve video (di IONESSUNO1956) ad esso dedicato: https://www.youtube.com/watch?v=wYCT1ExqZrM.
Altro link suggerito: http://www.preboggion.it/CastelloIT_di_Valeggio.htm
(con bellissime foto)
Fonti: http://www.comune.valeggio.pv.it/index.php?mod=Storia,
http://www.castellodivaleggio.it/index.php/storia-del-castello
(sito web ufficiale), http://www.infolomellina.net/html/valeggio.htm
Foto: la prima è di Alessandro Vecchi su https://it.wikipedia.org/wiki/Valeggio#/media/File:Valeggio_castello3.jpg,
la seconda è presa da http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A050-00240/
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