TREGNAGO (VR) – Castello Della Scala
Nel IX secolo, in seguito alle invasioni ungare, gli abitanti della campagna
si riunirono intorno ai luoghi fortificati per cui divennero importanti i
castelli costruiti dai vescovi, dagli abati o dai signori: uno di questi era
quello posto su un colle a est di Tregnago, di cui si hanno notizie dal XII
secolo, che servì come riparo per la popolazione. Per tutto il Medioevo,
tuttavia, la storia del paese rimase legata a quella del monastero di San
Pietro, divenuto poi di San Pietro, Vito e Modesto di Badia Calavena che,
essendo proprietario di molte terre nella zona, le affidava in cambio di
livelli ai contadini locali. Dal XIV secolo in poi le vicende del monastero si
intrecciarono sempre più con quelle della pieve di Santa Maria di Tregnago la
cui chiesa era stata costruita a fianco della chiesa di san Martino gravemente
lesionata dai terremoti del 1116 e del 1182. La frazione di
Cogollo fu una delle località
interessate dalle vicende umane e storiche che si svolsero tra il XI secolo e
il XIII secolo e dalle numerose proprietà che videro protagonisti i vari
componenti della famiglia degli Ezzelini. Proprietà che furono certosinamente
accertate, censite e documentate dopo la loro definitiva sconfitta avvenuta nel
1260. L'abitato dell'attuale capoluogo nel Trecento appariva già con una
struttura bipolare nei suoi due nuclei storici: il
Vicus de Supra ed il
Vicus
de Subctus, chiamato in alcuni documenti anche contrada
Sancti Egidii.
L'insediamento era caratterizzato da abitazioni costruite attorno a corti
centrali chiuse ed aveva il suo centro nella casa comunale che si affacciava
sull'attuale piazzetta Sant'Egidio. Nei primissimi anni del Quattrocento,
all'epoca in cui Verona, città e provincia, passò sotto il dominio della Repubblica
di Venezia, a Tregnago risiedevano esponenti della classe dirigente cittadina
che, oltre ad esercitare la funzione vicariale, avevano la casa d'abitazione e
ottenevano a livello beni fondiari. Negli ultimi decenni del secolo, anche in
questa zona si intensificò la penetrazione della proprietà fondiaria cittadina
che portò, agli inizi del secolo successivo, all'arrivo in paese di importanti
famiglie urbane come i Fracanzana e i Cipolla che qui avrebbero costruito le
loro ville. Nel Cinquecento il monastero di San Pietro, Vito e Modesto e la
pieve di Santa Maria di Tregnago con le relative dipendenze furono annessi al
monastero cittadino di San Nazaro. In paese i larghi spazi liberi ancora
presenti tra il centro civile e quello religioso furono colmati dalla
costruzione tra il ‘600 e il ‘700 delle ville e residenze dominicali che si
aggiunsero a quella quattrocentesca dei Casari, in contrada Ortelle, e a quella
cinquecentesca dei Cipolla. Nel 1771 quando i beni del monastero di San Nazaro
nella Bassa Calavena furono messi all'asta, la Comunità di Tregnago li rilevò
entrando così in possesso dei terreni, delle decime delle terre e di alcuni di
livelli, ma acquistò anche il diritto di eleggere il parroco anche se con
l'obbligo di farne approvare la nomina dall'autorità vescovile per
l'approvazione e di provvederlo di un salario. Situato su un colle ad est del
paese (Monte Precastio) e costruito tra l'XI e il XII secolo sui resti di
un'antica fortificazione romana, il castello era un recinto fortificato
destinato ad accogliere la popolazione e il bestiame in caso di attacchi
provenienti da nord e da nord-est. Tradizionalmente si attribuisce al
vescovo Walterio l’edificazione delle
struttura, ma non è certo che si tratti di proprio di questo castello quanto
forse quello di Badia Calavena. Ciò che è certo è che
in poco più di un secolo in Val d’Illasi furono edificati vari manieri,
disposti in maggior parte sul versante orientale della valle, creando una sorta
di barriera difensiva. Di questa imponente struttura articolata
rimangono oggi il castello di Illasi e quello di Tregnago, oltre alla torre di
Marcemigo (il cosiddetto Castelletto). Dei castelli di Cogollo, Badia Calavena
e Colognola ai Colli rimane solo la memoria e qualche traccia di pietre sul
terreno. Le strutture difensive di questo tipo furono acquisite insieme al
territorio circostante dagli
Scaligeri,
i quali ebbero un progetto ben preciso per fortificare tutto il territorio
veronese in maniera organica. I Castelli della Val d’Illasi erano un buon
supporto a questo progetto, ma con la continua espansione dei domini dei Della
Scala il confine si spostò più ad est e di fatto rese se non proprio superflui
almeno secondari molti di questi. Sembra essere questo alla base della
“donazione” del castello al comune di Tregnago da parte di
Cangrande I, donazione che avvenne nel
1328, poco prima della sua morte
dopo aver reso finalmente sua la città di Vicenza. Tale donazione fu poi
rinnovata dagli Scaligeri successivi nel 1329 e nel 1385, a segnalare che non
era evidentemente più loro intenzione utilizzarlo attivamente. Le poche mappe
arrivate fino a noi mostrano un castello dalla forma ben definita fin dalle sue
origini.
Si tratta sostanzialmente di
un poligono vagamente pentagonale, contornato da mura, intervallate da torri.
Nel 1891 uno spaventoso terremoto distrusse gran parte della struttura,
lasciando pochi ruderi che l'incuria umana degli ultimi due secoli ha
contribuito a ridurre. Allo stato attuale rimane una torre di vedetta, a sud
del castello, che va aggirata per giungere all’ingresso, che si trova sotto
alla torre che nell’ultimo secolo è stata più volte rimaneggiata, con
l’aggiunta di un orologio e una campana. Su questa torre, ora molto più alta
che in origine,
si possono ancora
notare le tracce di un affresco probabilmente del XIV secolo, raffigurante la
Madonna con bambino e una figura in ginocchio. Al di sopra di esso
rimangono labili tracce di un altro affresco, che fa pensare a un leone di San
Marco. Sul lato ovest della torre invece, svetta l’orologio in ferro, quasi
invisibile dal paese a causa della vegetazione. Al di sotto di questo si può
ancora vedere una scritta di epoca fascista che è stata evidentemente
cancellata, ma che riemerge in parte. Entrando nel castello troviamo qualche
sezione di mura perlopiù diroccate in cui verso sud si intravvede ancora lo
sperone di una torre. E partendo dal mastio sono ancora visibili alcune sezioni
del doppio profilo di mura che proteggeva quella parte del castello. A pochi
metri dal mastio, al centro del castello, si trova un cerchio di pietre,
probabilmente un pozzo per il bestiame. Nella parte più bassa della struttura,
vicino all’ingresso, si trova una casa abitata dai custodi fino a pochi decenni
fa, che in questi mesi è in fase di restauro. Nel primo fine settimana di
settembre l'associazione ludico-culturale The Inklings organizza una Festa
Medievale con il passaggio di proprietà del castello da Cangrande della Scala
alla cittadinanza tregnaghese, già citato in precedenza.
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