venerdì 15 luglio 2016

Il castello di sabato 16 luglio






TREGNAGO (VR) – Castello Della Scala

Nel IX secolo, in seguito alle invasioni ungare, gli abitanti della campagna si riunirono intorno ai luoghi fortificati per cui divennero importanti i castelli costruiti dai vescovi, dagli abati o dai signori: uno di questi era quello posto su un colle a est di Tregnago, di cui si hanno notizie dal XII secolo, che servì come riparo per la popolazione. Per tutto il Medioevo, tuttavia, la storia del paese rimase legata a quella del monastero di San Pietro, divenuto poi di San Pietro, Vito e Modesto di Badia Calavena che, essendo proprietario di molte terre nella zona, le affidava in cambio di livelli ai contadini locali. Dal XIV secolo in poi le vicende del monastero si intrecciarono sempre più con quelle della pieve di Santa Maria di Tregnago la cui chiesa era stata costruita a fianco della chiesa di san Martino gravemente lesionata dai terremoti del 1116 e del 1182. La frazione di Cogollo fu una delle località interessate dalle vicende umane e storiche che si svolsero tra il XI secolo e il XIII secolo e dalle numerose proprietà che videro protagonisti i vari componenti della famiglia degli Ezzelini. Proprietà che furono certosinamente accertate, censite e documentate dopo la loro definitiva sconfitta avvenuta nel 1260. L'abitato dell'attuale capoluogo nel Trecento appariva già con una struttura bipolare nei suoi due nuclei storici: il Vicus de Supra ed il Vicus de Subctus, chiamato in alcuni documenti anche contrada Sancti Egidii. L'insediamento era caratterizzato da abitazioni costruite attorno a corti centrali chiuse ed aveva il suo centro nella casa comunale che si affacciava sull'attuale piazzetta Sant'Egidio. Nei primissimi anni del Quattrocento, all'epoca in cui Verona, città e provincia, passò sotto il dominio della Repubblica di Venezia, a Tregnago risiedevano esponenti della classe dirigente cittadina che, oltre ad esercitare la funzione vicariale, avevano la casa d'abitazione e ottenevano a livello beni fondiari. Negli ultimi decenni del secolo, anche in questa zona si intensificò la penetrazione della proprietà fondiaria cittadina che portò, agli inizi del secolo successivo, all'arrivo in paese di importanti famiglie urbane come i Fracanzana e i Cipolla che qui avrebbero costruito le loro ville. Nel Cinquecento il monastero di San Pietro, Vito e Modesto e la pieve di Santa Maria di Tregnago con le relative dipendenze furono annessi al monastero cittadino di San Nazaro. In paese i larghi spazi liberi ancora presenti tra il centro civile e quello religioso furono colmati dalla costruzione tra il ‘600 e il ‘700 delle ville e residenze dominicali che si aggiunsero a quella quattrocentesca dei Casari, in contrada Ortelle, e a quella cinquecentesca dei Cipolla. Nel 1771 quando i beni del monastero di San Nazaro nella Bassa Calavena furono messi all'asta, la Comunità di Tregnago li rilevò entrando così in possesso dei terreni, delle decime delle terre e di alcuni di livelli, ma acquistò anche il diritto di eleggere il parroco anche se con l'obbligo di farne approvare la nomina dall'autorità vescovile per l'approvazione e di provvederlo di un salario. Situato su un colle ad est del paese (Monte Precastio) e costruito tra l'XI e il XII secolo sui resti di un'antica fortificazione romana, il castello era un recinto fortificato destinato ad accogliere la popolazione e il bestiame in caso di attacchi provenienti da nord e da nord-est. Tradizionalmente si attribuisce al vescovo Walterio l’edificazione delle struttura, ma non è certo che si tratti di proprio di questo castello quanto forse quello di Badia Calavena. Ciò che è certo è che in poco più di un secolo in Val d’Illasi furono edificati vari manieri, disposti in maggior parte sul versante orientale della valle, creando una sorta di barriera difensiva. Di questa imponente struttura articolata rimangono oggi il castello di Illasi e quello di Tregnago, oltre alla torre di Marcemigo (il cosiddetto Castelletto). Dei castelli di Cogollo, Badia Calavena e Colognola ai Colli rimane solo la memoria e qualche traccia di pietre sul terreno. Le strutture difensive di questo tipo furono acquisite insieme al territorio circostante dagli Scaligeri, i quali ebbero un progetto ben preciso per fortificare tutto il territorio veronese in maniera organica. I Castelli della Val d’Illasi erano un buon supporto a questo progetto, ma con la continua espansione dei domini dei Della Scala il confine si spostò più ad est e di fatto rese se non proprio superflui almeno secondari molti di questi. Sembra essere questo alla base della “donazione” del castello al comune di Tregnago da parte di Cangrande I, donazione che avvenne nel 1328, poco prima della sua morte dopo aver reso finalmente sua la città di Vicenza. Tale donazione fu poi rinnovata dagli Scaligeri successivi nel 1329 e nel 1385, a segnalare che non era evidentemente più loro intenzione utilizzarlo attivamente. Le poche mappe arrivate fino a noi mostrano un castello dalla forma ben definita fin dalle sue origini. Si tratta sostanzialmente di un poligono vagamente pentagonale, contornato da mura, intervallate da torri. Nel 1891 uno spaventoso terremoto distrusse gran parte della struttura, lasciando pochi ruderi che l'incuria umana degli ultimi due secoli ha contribuito a ridurre. Allo stato attuale rimane una torre di vedetta, a sud del castello, che va aggirata per giungere all’ingresso, che si trova sotto alla torre che nell’ultimo secolo è stata più volte rimaneggiata, con l’aggiunta di un orologio e una campana. Su questa torre, ora molto più alta che in origine, si possono ancora notare le tracce di un affresco probabilmente del XIV secolo, raffigurante la Madonna con bambino e una figura in ginocchio. Al di sopra di esso rimangono labili tracce di un altro affresco, che fa pensare a un leone di San Marco. Sul lato ovest della torre invece, svetta l’orologio in ferro, quasi invisibile dal paese a causa della vegetazione. Al di sotto di questo si può ancora vedere una scritta di epoca fascista che è stata evidentemente cancellata, ma che riemerge in parte. Entrando nel castello troviamo qualche sezione di mura perlopiù diroccate in cui verso sud si intravvede ancora lo sperone di una torre. E partendo dal mastio sono ancora visibili alcune sezioni del doppio profilo di mura che proteggeva quella parte del castello. A pochi metri dal mastio, al centro del castello, si trova un cerchio di pietre, probabilmente un pozzo per il bestiame. Nella parte più bassa della struttura, vicino all’ingresso, si trova una casa abitata dai custodi fino a pochi decenni fa, che in questi mesi è in fase di restauro. Nel primo fine settimana di settembre l'associazione ludico-culturale The Inklings organizza una Festa Medievale con il passaggio di proprietà del castello da Cangrande della Scala alla cittadinanza tregnaghese, già citato in precedenza.


Foto: la prima è stata scattata in loco dal sottoscritto, la seconda è di sabrina1983 su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/2901/view

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