MONTENERO VAL COCCHIARA (IS) – Palazzo Ducale
Il paese in origine si chiamava "Mons Nigro"e viene citato nel
Chronicon Volturnense nel 975 come appartenenza dell'abbazia di San Vincenzo al
Volturno. Successivamente nel 1039 fu sottratto all'abbazia dai feroci conti
Borrello insieme a Malacocchiara che era nelle sue vicinanze a circa 3 miglia (oggi
di difficile individuazione, comunque doveva trovarsi nella valle del Pantano
sulle pendici del monte Corvale - sono in corso ricerche per rintracciare il
sito). Nel 1045 fu restituito ai monaci e nessuna notizia se ne ha fino al 12
marzo 1166, quando un certo
Jonathas de Mala Cuclaria è presente a Belmonte
del Sannio per la sottoscrizione di una donazione fatta con il consenso di
Oderisius
filius Borrelli. La prima notizia concreta sulla esistenza di una chiesa e
della relativa parrocchia (che una volta si chiamava
plebs) si ricava da
una pergamena che Papa Lucio III inviò nel 1182 a Rainaldo, vescovo di Isernia,
dove per la prima volta appare il nome attuale del paese:
in Monte Nigro
plebem S. Mariae. Si tratta certamente dell'attuale S. Maria di Loreto,
trasformata ripetutamente nel tempo. Ci si arriva facilmente se si entra nel
paese dalla parte di sopra, come probabilmente si faceva una volta seguendo la
strada che passa davanti alla cappella rurale della Madonna Incoronata. La
parte alta di Montenero Val Cocchiara sembra saper resistere alle violenze
urbanistiche che caratterizzano molti paesi circostanti. Anzi, girando per i
vari borghi come quello pittoresco del Colle (dove forse era l'antico
castello), dai portali, loggette e balconi settecenteschi, si ha l'impressione
che una gran quantità di persone, anche straniere, abbiano deciso di fare di
Montenero una specie di rifugio tranquillo, conservando ed esaltando le sue
caratteristiche ambientali. Tra il XII secolo e il Settecento si alternarono
diversi proprietari feudali: i Collalto, i Carafa, i Caracciolo, i Cantelmo, i
de Sangro che ne furono investiti da Alfonso I d’Aragona, i Bucca che estesero
il loro dominio fino ad Alfedena, i Greco e di nuovo i Carafa di Forlì del
Sannio che esercitarono i diritti sul territorio fino al termine dell'epoca
feudale, dopodiché il titolo di marchesi di Montenero passò ai Pulce Doria. Il
palazzo ducale, oggi chiamato De Acangelis-Del Forno, è un edificio a tre piani
con delle eleganti finestre che ricordano l’architettura rinascimentale. Passò
nelle mani aragonesi (XV secolo) dopo l'abbandono degli Angioini costruttori.
Fino al XVIII secolo fu dei Carafa, dei Sangro e dei Caracciolo. Si tratta di
una struttura a forma rettangolare, residenza signorile oggi, con tracce
medievali nell'arco che sovrasta la via di accesso, e nelle piccole logge poste
sopra l'arco stesso. Un secondo loggiato è visibile con arcate a tutto sesto.
Fonti:
http://www.francovalente.it/2007/09/14/montenero-valcocchiara/,
https://it.wikipedia.org/wiki/Montenero_Val_Cocchiara,
http://www.italiapedia.it/comune-di-montenero-val-cocchiara_Storia-094-029,
http://www.mondimedievali.net/Castelli/Molise/isernia/provincia000.htm#montener
Foto: la prima è presa da
http://www.mondimedievali.net/Castelli/Molise/isernia/montenerovalcocc01.jpg,
la seconda è presa dalla pagina Facebook “Castelli del Molise” (
https://www.facebook.com/CastelliMolise/?fref=ts)
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