venerdì 29 luglio 2016

Il castello di sabato 30 luglio






MONTENERO VAL COCCHIARA (IS) – Palazzo Ducale

Il paese in origine si chiamava "Mons Nigro"e viene citato nel Chronicon Volturnense nel 975 come appartenenza dell'abbazia di San Vincenzo al Volturno. Successivamente nel 1039 fu sottratto all'abbazia dai feroci conti Borrello insieme a Malacocchiara che era nelle sue vicinanze a circa 3 miglia (oggi di difficile individuazione, comunque doveva trovarsi nella valle del Pantano sulle pendici del monte Corvale - sono in corso ricerche per rintracciare il sito). Nel 1045 fu restituito ai monaci e nessuna notizia se ne ha fino al 12 marzo 1166, quando un certo Jonathas de Mala Cuclaria è presente a Belmonte del Sannio per la sottoscrizione di una donazione fatta con il consenso di Oderisius filius Borrelli. La prima notizia concreta sulla esistenza di una chiesa e della relativa parrocchia (che una volta si chiamava plebs) si ricava da una pergamena che Papa Lucio III inviò nel 1182 a Rainaldo, vescovo di Isernia, dove per la prima volta appare il nome attuale del paese: in Monte Nigro plebem S. Mariae. Si tratta certamente dell'attuale S. Maria di Loreto, trasformata ripetutamente nel tempo. Ci si arriva facilmente se si entra nel paese dalla parte di sopra, come probabilmente si faceva una volta seguendo la strada che passa davanti alla cappella rurale della Madonna Incoronata. La parte alta di Montenero Val Cocchiara sembra saper resistere alle violenze urbanistiche che caratterizzano molti paesi circostanti. Anzi, girando per i vari borghi come quello pittoresco del Colle (dove forse era l'antico castello), dai portali, loggette e balconi settecenteschi, si ha l'impressione che una gran quantità di persone, anche straniere, abbiano deciso di fare di Montenero una specie di rifugio tranquillo, conservando ed esaltando le sue caratteristiche ambientali. Tra il XII secolo e il Settecento si alternarono diversi proprietari feudali: i Collalto, i Carafa, i Caracciolo, i Cantelmo, i de Sangro che ne furono investiti da Alfonso I d’Aragona, i Bucca che estesero il loro dominio fino ad Alfedena, i Greco e di nuovo i Carafa di Forlì del Sannio che esercitarono i diritti sul territorio fino al termine dell'epoca feudale, dopodiché il titolo di marchesi di Montenero passò ai Pulce Doria. Il palazzo ducale, oggi chiamato De Acangelis-Del Forno, è un edificio a tre piani con delle eleganti finestre che ricordano l’architettura rinascimentale. Passò nelle mani aragonesi (XV secolo) dopo l'abbandono degli Angioini costruttori. Fino al XVIII secolo fu dei Carafa, dei Sangro e dei Caracciolo. Si tratta di una struttura a forma rettangolare, residenza signorile oggi, con tracce medievali nell'arco che sovrasta la via di accesso, e nelle piccole logge poste sopra l'arco stesso. Un secondo loggiato è visibile con arcate a tutto sesto.

Fonti: http://www.francovalente.it/2007/09/14/montenero-valcocchiara/, https://it.wikipedia.org/wiki/Montenero_Val_Cocchiara, http://www.italiapedia.it/comune-di-montenero-val-cocchiara_Storia-094-029, http://www.mondimedievali.net/Castelli/Molise/isernia/provincia000.htm#montener

Foto: la prima è presa da http://www.mondimedievali.net/Castelli/Molise/isernia/montenerovalcocc01.jpg, la seconda è presa dalla pagina Facebook “Castelli del Molise” (https://www.facebook.com/CastelliMolise/?fref=ts)

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