martedì 18 aprile 2017

Il castello di martedì 18 aprile




BERTINORO (FC) - Rocca

Il nome della città è già una storia da raccontare. La leggenda vuole che Galla Placidia, figlia dell'imperatore Teodosio, di passaggio in questi luoghi, assaggiato un vino servito in un'umile coppa di terracotta dicesse: "Non di così rozzo calice sei degno, o vino, ma di berti in oro ". Da qui il nome della città. È questa l’atmosfera che si respira a Bertinoro, percorrendo le vie acciottolate del borgo, fra palazzi storici, chiese e abitazioni come pure sui sentieri che costeggiano i resti dell’antica cinta muraria, alla scoperta di scorci suggestivi. In realtà pare che il nome derivi dal genitivo dei frati britannici che anticamente soggiornarono qui, britannorum , poi modificatosi nelle varie trascrizioni. Il vino era l' Albana, prodotto da sempre in questo generoso territorio, conosciuto sin dall'epoca romana. Salendo da via del Soccorso, strada che porta alla Rocca, l’orizzonte si amplia fino a dominare le colline di Monte Casale e di Teodorano e la zona di Forlì. Lungo questa via si incontra la Porta del Soccorso, da cui nel 1172 la Contessa Aldruda Frangipane, fiera signora di Bertinoro, fece uscire il suo esercito per portare aiuto alla città di Ancona assediata dall’arcivescovo Cristiano di Magonza e dai Veneziani. Nell'Alto Medioevo le cime del monte Cesubeo e di monte Maggio (più alto del Cesubeo con i suoi 328 metri) furono dotate di una fortificazione difensiva. Entrambe le rocche avevano merlatura ghibellina; i torrioni e le mura erano perfettamente integrati sugli speroni di roccia naturali che da soli rappresentavano già un baluardo difensivo per i castra. A quel tempo l'influenza della città di Ravenna giungeva fino queste terre. La città adriatica era anche il principale alleato, nel Nord Italia, della dinastia germanica erede di Carlo Magno. Fu durante il regno di Ottone III (imperatore del Sacro Romano Impero dal 996 al 1002) che l'arcivescovo di Ravenna istituì la contea bertinorese. Il metropolita ordinò l'atterramento della rocca di monte Maggio ed il trasferimento dei suoi abitanti nel Castrum Cesubeum. Da questo momento Castrum Cesubeum diventò Castrum Brittinori. Il nuovo titolo di Conte fu assegnato presumbilmente ad un casato locale, fedele all'imperatore e legato da un rapporto vassallatico al metropolita ravennate. La dinastia comitale mantenne il titolo per oltre un secolo e mezzo, esaurendosi nel 1177. Successivamente il territorio bertinorese fu devoluto all'imperatore. Attorno a quell'anno la rocca di Bertinoro ospitò l'imperatore Federico I di Svevia e la sua corte. Nel 1278 gli Asburgo cedettero la Romagna alla sede pontificia: anche Bertinoro passò sotto la sovranità dello Stato della Chiesa. Nel 1306 per volere di Pino degli Ordelaffi, fu edificato il Palazzo Comunale nell'area della piazza centrale sottostante la rocca. Da allora divenne ininterrottamente la sede del comune. Sempre in questi anni il castrum venne abbellito con la Colonna dell'Ospitalità, presente tuttora in Piazza della Libertà accanto al Palazzo Comunale, e con una serie di opere architettoniche. Nel 1361 Bertinoro fu elevata a sede vescovile, titolo trasferito dalla vicina Forlimpopoli. Nei documenti ufficiali del tempo passò dall'essere indicata come castrum a civitas. Dieci anni dopo, secondo il censimento fiscale del cardinale Anglico de Grimoard (Descriptio provinciae Romandiolae), Bertinoro contava 177 focularia, per una popolazione complessiva di circa 700-800 abitanti. Nel 1394 papa Bonifacio IX cedette la contea ai Malatesta di Rimini, che divennero così i nuovi signori di Bertinoro. All'inizio del XVI secolo Bertinoro tornò sotto la sovranità dello Stato della Chiesa. Nel 1548 Bertinoro contava 930 abitanti. La Rocca fu costruita probabilmente intorno all'anno mille, ad opera dei Conti di Bertinoro. Interessante notare come la sua posizione rialzata permise a Bertinoro di difendersi egregiamente nel corso dei secoli tanto da renderla quasi imprendibile. Caratteristica importante inoltre, la Rocca venne costruita in modo tale da fonderla perfettamente con gli speroni di roccia sui quali poggia e questa la dota di un ulteriore strumento di difesa naturale. Naturalmente questa costruzione rappresenta il nucleo di un sistema difensivo che comprendeva una forte cerchia di mura rinforzate da 4 torrioni, un ponte levatoio ed una serie di porte fortificate che garantivano la sicurezza del borgo. Dalla descriptio Romandiole del car. Anglic (1371) sappiamo che gli ingressi alla cittadella, in numero di tre, erano chiamati Porta Cardinalis, Porta Francha e Porta Sancte Marie. All'interno della rocca si trovavano la residenza signorile e il borgo, dotato di abitazioni e botteghe provviste di acqua, depositi alimentari. Nella fortezza originariamente dotata di quattro torri, esisteva anche una caserma, dove risiedevano e venivano addestrati i soldati, oltre ad alcuni locali ad uso prigione. La Rocca fu per molto tempo il cuore pulsante del paese ed oltre che residenza signorile (abitata dai conti Cavalcaconte), fungeva anche da deposito di provviste ed acqua, prigione ed era il centro della vita militare (all'interno di essa infatti vivevano e si addestravano i soldati). Dopo aver ospitato Federico Barbarossa nel 1177, le sue mura ospitarono personaggi legati alle famiglie. Malatesta, Sforza e Borgia, fino a divenire sede vescovile. La trasformazione più consistente del complesso si ebbe proprio in questa fase storica, nel 1584; fu comunque mantenuto intatto il perimetro murario, su cui è ancora visibile parte della merlatura. Nel 1986, a seguito dell'unificazione delle Diocesi di Forlì e Bertinoro, la rocca ha cessato dopo quattro secoli, di essere sede vescovile. Dal 1994 la Rocca è sede del Centro Residenziale Universitario legato all’Alma Mater Studiorum di Bologna, ospita corsi di formazione, seminari e convegni. Al pianterreno è allestito il Museo Interreligioso, un unicum assoluto in Italia, dove ammirare sale dedicate ai luoghi, ai gesti e agli oggetti che legano l’uomo e la sua storia ai culti delle tre religioni monoteiste: Cristianesimo, Ebraismo e Islam. Costruita in sasso e mattoni, la rocca risulta attualmente dotata di torrioni angolari, tra i quali, quello di sud-est funge da ingresso, dotato di ampio scalone sovrastato da un arco a tutto sesto, rivestito con bugnato e affiancato da due colonne ioniche. Altri link suggeriti: http://www.geometriefluide.com/pagina.asp?cat=bertinoro&prod=rocca-bertinoro, http://www.ceub.it/default.asp?id=355#.WPYrtjea19M, http://www.archiviostorico.unibo.it/it/struttura-organizzativa/sezione-archivio-fotografico/archivi-fotografici-aggregati/fondo-scatasta/polo-romagnolo---forli/rocca-di-bertinoro/?IDFolder=526&LN=IT

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Bertinoro, http://www.comune.bertinoro.fc.it/HOME_PAGE/il_territorio/storia_arte_cultura/Storia.aspx, http://www.cittadarte.emilia-romagna.it/luoghi/forli-cesena/rocca-di-bertinoro, http://www.appenninoromagnolo.it/castelli/bertinoro.asp (da visitare per approfondire le notizie storiche)

Foto: la prima è presa da http://www.comune.bertinoro.fc.it/ecm/UserFile/Image/Immagini/LaMaestosaRocca.jpg, la seconda è presa da http://www.forli24ore.it/news/forli/0044763-domenica-15-maggio-una-giornata-festa-alla-rocca-bertinoro-ecco-programma

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