TRIPI (ME) - Castello
Emblema rimasto immutato nei tempi,
contrariamente al frenetico avvicendarsi dei "padroni" di Tripi, è il
Castello, che a completamento del paesaggio, incorona l’alto e scosceso cono
montuoso su cui si inerpica il paese. E’ collocato nel punto più alto (610 m.
s.l.m.) del rilievo che funge da spartiacque tra i torrenti Tallarita e
Mazzarrà; la sua posizione elevata consente di dominare visivamente la costa
tirrenica, da Tindari a Milazzo fino alle montagne più interne, risalendo il
corso dei torrenti. Sulle sue origini non si hanno notizie, o sono incerte; nel
1061 Malaterra menziona una località con il nome di Scalatribolis, che si
vorrebbe identificare con l’attuale abitato di Tripi. Il geografo arabo Edrisi
menziona Tarbilis (Tripi), come “rocca bella e spaziosa” (qal’a) in uno scritto
del 1154. Documenti del 1262 ricordano l’abitato come casale, mentre tra il
1282 e il 1285 Tripi fu concessa da Pietro III d’Aragona a Ruggero di Lauria.
Nel XIV secolo il paese è più volte menzionato in qualità di “terra” e
“castrum” e nel 1340 entrò in possesso dell’abitato Matteo Palizzi, insieme a
Saponara, Novara e Caronia. Nel 1392 fu sovrano di Tripi, per concessione,
Guglielmo Raimondo Moncada; nel 1408 risulta in possesso del feudo Luigi
Aragona e successivamente il castrum e le terre circostanti passaono alla
famiglia Ventimiglia. Nel 1451 Pietro Gaetano comprò da Federico Ventimiglia la
baronia di Tripi, mantenendone il possesso fino al 1595. Successivamente beni e
titolo passaono nelle mani delle famiglie Sammaniati, Marino, Graffeo,
Paratore. Nel 1750 Vito Amico ricorda il castello come esistente, ma in rovina.
Negli anni della Seconda Guerra Mondiale, probabilmente nel 1943 subito dopo lo
sbarco alleato, si usarono le rovine come luogo di avvistamento. Si sa di certo
che nella prima metà del 1300 si sono svolte delle azioni militari per il possesso
del castello e che qui soggiornarono l’ammiraglio Ruggero di Lauria, il re
Federico II ed altri personaggi di alto rango fino alla seconda metà del XVII
secolo. Il Castello è delimitato dai resti di una cinta muraria e da rocce che
ne costituivano una difesa naturale; vi si accede dal lato sud, tramite un
sentiero tortuoso che, partendo dal paese, si inerpica per 100 metri e si ferma
davanti ad un varco, creato nelle mura, che fa supporre la presenza, in
origine, del portale di accesso. Consistenti ruderi resistono nonostante i
lunghi secoli di abbandono. Tuttavia quanto rimane non permette che una
parziale ricostruzione dell’intero impianto. La pianta è trapezoidale irregolare, con una stretta terrazza naturale,
su cui si affacciano parti della cinta muraria merlata ed un muro con finestre
poste ad intervalli regolari; vicino ad esso sorge anche un bastione
cilindrico. Nel cortile sono presenti anche due cisterne di diversa grandezza:
la più piccola è quasi integra in quanto ha mantenuto la copertura con la volta
a botte. Ad est, insieme alle tracce del muro perimetrale si nota un bastione
quadrangolare, mentre a sud – in corrispondenza del punto più elevato - emergono
i resti di una torre a pianta rettangolare. La muratura si compone di pietrame
vario non lavorato, tenuto insieme da malta e frammenti di laterizi, oltre a
blocchi di arenaria parzialmente squadrati, utilizzati nei cantonali. Lo stato
in cui versa il maniero è completamente di abbandono. Tutta la vetta del rilievo su cui insiste il maniero è
purtroppo abbandonata a sè stessa, lasciata totalmente all'incuria dell'uomo e
del tempo; si necessitano lavori di restauro conservativo per salvaguardare e
valorizzare le strutture esistenti. Ecco un’escursione al castello, documentata
con un video di Vincenzo Bilardo: https://www.youtube.com/watch?v=ZFMB3Uifqy0.
Fonti: http://www.medioevosicilia.eu/markIII/castello-di-tripi/,
http://www.icastelli.it/it/sicilia/messina/tripi/castello-di-tripi,
http://www.comune.tripi.me.it/
Foto: la prima è di phils su http://static.panoramio.com/photos/medium/25567744.jpg,
la seconda è presa da http://www.icastelli.it/uploaded/castelli/1257156583.jpg
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