venerdì 7 aprile 2017

Il castello di venerdì 7 aprile






SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP) - Caserma Pontificia in frazione Porto d'Ascoli

Chiamata anche "Caserma Guelfa", è ubicata al bivio tra la S.S. 16 Adriatica e la via del Mare, strada principale di Porto d'Ascoli. Edificio cinquecentesco fortificato a pianta quadrangolare con chiostro interno e portale d'ingresso in pietra, conserva ancora lo stemma in pietra della città di Ascoli ed è stata la sede di un'importante dogana pontificia presso il fiume Tronto, per secoli confine col Regno di Napoli divenuto poi Regno delle Due Sicilie. Nel secolo XVI gettate le fondamenta, i lavori si protrassero per oltre 20 anni, durante i quali il Comune di Ascoli inviava dei periti per verificare se vi fosse corrispondenza fra progetto e manufatto. L'ampliamento del cortile e la realizzazione del porticato sovrastato dal loggiato con archi a tutto sesto, testimoniò il progressivo miglioramento di un preciso progetto architettonico. Il primo aprile la costruzione volgeva ormai al termine ed il suo geniale esecutore, certo ''Magister Ioannes Andrea faber cementarius de Monte Sancti Poli'' chiedeva alla città un'ispezione per trarre elementi di giudizio utili alla continuazione o alla chiusura dei lavori. Dopo una breve pausa il monsapolitano terminò la direzione della "fabrica della nuova Hosteria al Porto''. Era il penultimo decennio del XVI secolo. La costruzione quadrilatera provvista ai lati di simulacri di torrioni angolari, prese il nome di "Magazzino del Porto'' e alloggiò convenientemente il castellano, il fornaio, l'oste, i viandanti, i pescatori e le guardie marine ''destinate al servizio della Sanità'' e all'avvistamento delle fuste turchesche. I locali inferiori erano invece destinati al ricovero del bestiame, al deposito dei cereali, alla relegazione dei malviventi ''con ferri ai piedi'' e alla rimessa dell'utensileria domestica, agricola e marittima. Una delle notizie su detto edificio risale alla fine del secolo XVII ed è tratta da un volume sui disegni e descrizioni delle fortezze dello Stato Pontificio: "Quivi è un forte casamento quadro, fiancheggiato dalle feritoie e capace di alloggiare molta gente e bestiami. E' guardato da sei soldati di Fanteria e sei di cavalleria di Milizia. In distanza di esso, ad un tiro di moschetto, sopra un monte vi è un Castelletto con una Torre per scoprire i Corsari''. La seconda descrizione proviene dalla ''Asculana Innovationum'' del 1760 e rileva: ''...detto Porto altro non è che un gran Magazzino lontano dalla spiaggia più di un miglio....''. Nel secolo XIX, caduto Napoleone, uno speciale "Motu Proprio" di Pio VII, del 6 luglio 1816, istituì in Ascoli la Delegazione Apostolica ed il magazzino del porto cominciò ad ospitare anche i ''Ministri di Finanza'', con relativi inservienti, per la risoluzione dei problemi doganali con il Regno delle Due Sicilie. Nel febbraio 1821 da Roma giunse l'ordine al Delegato Apostolico di Ascoli di eseguire nel fabbricato tutti i lavori necessari per sistemarvi un picchetto di fanteria, che sotto gli ordini della polizia doveva far osservare le nuove leggi governative. Qualche mese più tardi vennero sistemate due stanze per l'abitazione dell'ispettore di polizia. Dopo la gloriosa epopea garibaldina, l'Italia trovò pace nell'unificazione ed il forte di Porto d'Ascoli cessò per sempre di ''appartenere alla classe delle proprietà militari'' con Decreto Reale dell' 8 aprile 1863. Nel 1551 un certo "Piero mastro lombardo" chiese ed ottenne dall'Almo Consiglio ( supremo moderatore del mondo politico ed economico ascolano) il permesso di erigere nel porto un grosso edificio che avesse funzioni residenziali e di osteria. Il succedersi degli eventi costrinse quel ricco signore ad abbandonare il progetto e far ritorno in patria. Nell'ottobre del 1551 un altro lombardo, Antonio di Franceschino da Como, supplicava l'Almo Consiglio per la medesima cosa, cioè di poter ''fabricare una hosteria appresso il porto dove appariscono certi fundamenti et muraglie antiche ( i ruderi del porto vecchio demolito dai fermani nel 1348) appresso la strada pubblica ...'' La risposta fu positiva ma il lombardo non poteva trasferire ad altri il diritto di proprietà del manufatto e della mezza quarta di terreno concessa, che in ogni caso sarebbero rimaste alla città. Il 27 settembre 1558 il Consiglio diede formalmente il via alla nuova "fabrica Hospitii Portus'' che ampliò vistosamente la piccola osteria costruita dal lombardo Antonio di Franceschino. Tra i vari progetti presentati all'attenzione degli esperti, ebbe esito favorevole quello del bolognese Giovanni Saclamonte, di buona matrice geometrica. Tra il 2001 e il 2002 sono stati eseguiti i lavori di restauro dell'intera copertura dell'edificio, con il rifacimento del tetto attraverso la sostituzione della travatura lignea. La struttura, in epoca recente, è stata in parte trasformata in un tipico ristorante marchigiano dove poter gustare i migliori piatti di San Benedetto in un ambiente rustico e suggestivo (http://www.osteriacasermaguelfa.it/).

Fonti:  http://www.beniculturali.marche.it/Ricerca.aspx?ids=66459, https://it.wikipedia.org/wiki/Porto_d%27Ascoli#Caserma_pontificia, http://www.instoria.it/home/san_benedetto_tronto.htm

Foto: entrambe sono prese da http://www.beniculturali.marche.it/Ricerca.aspx?ids=66459

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