GORNATE OLONA (VA) - Torre in frazione Torba
Il primo nucleo del complesso (detto castrum) sorse per opera dei Romani nel
IV-V secolo d.C. come uno degli avamposti militari edificati a scopo difensivo
contro i Barbari lungo la fascia nord-occidentale delle Alpi. La zona del fiume
Olona dove sorge Torba, detta
Sibrium, in età romana costituiva infatti
un luogo di importanza strategica sia per l'approvvigionamento delle acque, sia
per la posizione lungo un fondamentale asse di comunicazione transalpino. Il
castrum
venne utilizzato nei secoli successivi anche da Goti, Bizantini e Longobardi.
Fu proprio durante il lungo periodo della pax longobarda che il complesso di
Torba, perdendo il suo scopo militare, acquisì una funzione civile e, in
seguito, religiosa, grazie all'insediamento, nell'VIII secolo, di un gruppo di
monache benedettine che fece costruire il monastero e che aggiunsero
all'edificio originale i locali che ospitavano le celle, il refettorio e la
sala di preghiera, oltre a un portico a tre arcate e, nell'XI secolo, la
piccola chiesa intitolata alla Vergine. Durante l'epoca franca il Seprio
divenne sede di un contado, acquisendo così anche una funzione
agricolo-produttiva; nei secoli successivi il sito divenne terreno di scontro
fra alcune delle più potenti famiglie milanesi, in particolare tra i Della
Torre e i Visconti nel XIII secolo: nel 1287 Ottone Visconti, per eliminare
ogni traccia dei rivali, ordinò l'abbattimento di tutto il
castrum, a
eccezione degli edifici religiosi (all'interno dei quali era nel frattempo
stata inglobata anche la torre romana). Dai documenti conservati (le prime
testimonianze scritte risalgono al 1049) è possibile ricostruire la storia del
monastero, particolarmente articolata soprattutto nel periodo rinascimentale.
Ristabilito l'ordine, molte famiglie nobili si avvicendarono per incaricare
come badessa una persona della propria stirpe, sino ad arrivare ai Pusterla, ai
quali si deve il definitivo trasferimento delle monache a Tradate, nel 1482,
lasciando la cura della terra a massari. Iniziò quindi il cosiddetto
"periodo agricolo" del complesso, finché, in epoca napoleonica, nel
1799, con le soppressioni degli ordini religiosi Torba perse definitivamente lo
status di monastero. L'intera costruzione venne in tal modo riadattata alle
mansioni agricole: il portico venne murato, l'entrata della chiesa ampliata e
trasformata in magazzino per carri e attrezzi e tutti gli affreschi vennero
coperti da un nuovo intonaco. I secoli successivi furono contrassegnati da
numerosi passaggi di proprietà, fino al 1971, epoca in cui l'ultima famiglia di
contadini abbandonò il sito. Dopo anni di incuria e abbandono, il complesso
venne acquistato nel 1977 da Giulia Maria Mozzoni Crespi che lo donò al Fondo
Ambiente Italiano, il quale ha provveduto a ristrutturarlo. Nel 1986 si conclusero
i lunghi lavori di restauro che consentirono di aprire la proprietà al pubblico.
La torre, con funzione di avvistamento all'interno del sistema difensivo
romano, ne diventò così la punta avanzata verso il fiume Olona, e rappresenta
una delle poche testimonianze rimaste nel nord Italia di architettura romana
difensiva del V-VI secolo. Costruita con materiale tratto dalla demolizione di
complessi cimiteriali romani, essa è caratterizzata da una struttura possente,
ma al contempo slanciata. I muri perimetrali, realizzati in ciottoli di fiume
con alcuni inserimenti di frammenti di monumenti sepolcrali romani, infatti si
assottigliano progressivamenti dalla base (in cui hanno una profondità di circa
2 m) fino alla copertura della torre (circa 85 cm), creando una serie di
gradini (detti "riseghe") visibili sia all'interno che all'esterno
della struttura architettonica, alta più di 18 m. Gli angoli dei muri a valle
sono inoltre rinforzati da contrafforti. Alla
Torre di tre piani, eretta
nel V secolo, probabilmente come residenza dell'autorità civile-militare
romana, nel VIII secolo, con l’arrivo delle monache a Torba, venne aggiunto un
quarto piano destinato a colombaia. Una cornice in cotto e una fascia
intonacata, forse quattrocentesca, concludono la struttura. In corrispondenza
degli spigoli della torre a nord-ovest e a sud-ovest si immorsa la cinta
muraria che saliva lungo tutto il pendio sino a raggiungere il
castrum. Gli
interni della torre rivelano in modo più evidente la complessa storia dell'edificio:
al primo piano infatti, accanto alle finestre a feritoia di epoca militare,
figura una finestra ogivale del XV secolo. I lacerati di affresco conservati
sulle pareti e gli incavi ricavati nella muratura testimoniano come, in epoca
longobarda, questa stanza fosse stata destinata a sepolcreto delle badesse
della comunità. Da notare fra gli affreschi ancora leggibili la figura di una
monaca che riporta nell'iscrizione il nome tipicamente longobardo di Aliberga. Nell'ultima
nicchia a destra, un tempo imbiancata, è tuttora visibile un ampio campo
bianco contornato di ocra rossa su cui è dipinta una grande croce: una
decorazione funebre che di frequente si trovava nei sarcofagi longobardi. Come
si evince dall’iscrizione dell'epoca, la nicchia conteneva la tomba di una
badessa di nome Alessandra, e, sempre in base ad alcune interpretazioni della
scritta, l’ordine delle monache di Torba doveva essere benedettino. Fra i
materiali reimpiegati per la costruzione del piano spicca una lapide romana in
marmo con il rilievo di un elmo crestato. Tra l'VIII e l'XI secolo il secondo
piano fu adibito a oratorio dalle monache, come testimonia la presenza dell'altare
(oggi perduto) e delle raffigurazioni a carattere religioso delle pareti. Sulla
parete est vi è una rara testimonianza di velario, al di sopra del quale si
trova la figura di un Cristo Pantokrator imberbe e in trono, affiancato da due
angeli e accanto al quale in origine dovevano essere raffigurati anche la
Vergine e gli apostoli (attualmente si distinguono solo san Giovanni Battista,
probabilmente atto a formare una Deesis con Maria, e forse san Pietro); sulla
parete ovest scorre invece una teorie di santi martiri e sante (l'unica
riconoscibile è sant'Eufemia, grazie a un frammento di nome), al di sotto della
quale sono raffigurate otto monache in processione, con un espressionistico atteggiamento
delle mani in preghiera; sulla parete sud restano parti di affresco
raffiguranti la Vergine col Bambino e una committente inginocchiata con un cero
in mano; infine, sulla parete nord, appare il resto di una testa di leone, che
alcuni vorrebbero identificare con quello di san Marco. Ecco un video, di FAIchannel,
sul monumento: https://www.youtube.com/watch?v=wD_6JuyBAV0.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Monastero_di_Torba#La_torre,
https://it.wikipedia.org/wiki/Monastero_di_Torba, http://www.visitfai.it/monasteroditorba/descrizione
Foto: la prima è di Adelchi su https://it.wikipedia.org/wiki/Torba_(Gornate_Olona)#/media/File:Torre_di_Torba_2.JPG,
la seconda è presa da https://it.pinterest.com/pin/547468898425846244/
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