E’ stato un insediamento posto sul versante collinare sinistro della bassa val di Magra, lungo un crinale secondario, fra le località di Falcinello e Ponzano Superiore, in località Torraccio, nel comune di Sarzana, al confine con il comune di Santo Stefano di Magra. La postazione difensiva, costituita per lo più da una torre circolare, fu voluta nella seconda metà dell'XI secolo dai conti-vescovi di Luni per il controllo della strada che, dal centro di Sarzana, conduceva al borgo di Ponzano e, oltrepassando l'Appennino, raggiungere la Pianura Padana. La via costituiva un'alternativa alla più nota "rotta commerciale" passante per i borghi di Santo Stefano di Magra ed Aulla. Il toponimo "Brina" è menzionato per la prima volta in un contratto di vendita del 25 maggio 1055 dove, tra i testimoni dell'atto, si cita un certo Giacomo Corradi di Brina. Le case, i terreni e le mura del castello "della Brina" vengono altresì citati in un documento di vendita del 14 giugno 1078; nell'atto, un certo Pellegrino di Burcione cedeva al vescovo di Luni Guido II (o Guidone) tutti gli averi e possedimenti al di fuori le mura della postazione difensiva. Nel 1279 la collina della Brina e il suo castello, forse per la sua importanza strategica, furono al centro di una violenta lotta per il suo possedimento tra la nobile famiglia Malaspina e il vescovo lunense Enrico da Fucecchio. Tale contesa condusse alla demolizione della torre con il resto del cassero duecentesco dopo la pace di Castelnuovo del 1306. L’abbattimento di queste strutture fu un atto simbolico importante, di definitivo annullamento del potenziale militare del castello. Una volta evacuata la rocca e dopo un periodo di breve abbandono nel quale erano già crollati parte dei tetti, si mise mano alla sua distruzione. Per la torre si usò una tecnica utilizzata quando ancora non si conosceva la polvere da sparo: man mano che si scalzavano le pietre alla base del paramento, vi venivano alloggiati dei puntelli di legno, per sostenere la struttura durante l’opera di asportazione; in seguito vi si appiccava il fuoco, in modo da far mancare il sostegno e provocarne il cedimento. Il muro di cinta del ridotto fortificato e i perimetrali del palazzo ebbero sorte analoga: furono scalzati facendo leva su dei cunei inseriti alla base e tirandoli dalla parte opposta con corde agganciate alla sommità. L’annullamento della rocca comunque non comportò l’abbandono totale del sito, che continuò a essere frequentato in diverse sue parti. La zona più elevata del ridotto difensivo con il tempo fu liberata dalle macerie più ingombranti e livellata per consentirne l’uso come punto di avvistamento. Anche lo spazio esterno alla rocca verso est fu regolarizzato per ospitare almeno una capanna e altri piccoli edifici con murature legate a secco, e la stessa stalla potrebbe essere rimasta in funzione per una parte del Trecento. Un’area di guardia più attrezzata fu costruita con materiale di reimpiego presso gli accessi meridionali della cinta. Essa era costituita da un ampio edificio che prospettava su uno spiazzo acciottolato antistante la porta principale. Era probabilmente questa la parte principale del podium che secondo i documenti avevano realizzato al 1386 i Malaspina, ai quali era rimasto il possesso del castello dopo la pace con il Vescovo. Per tali motivi ancora nel Quattrocento fu collocata qui la dogana di Sarzana. Dal 2000, sino all'estate del 2013, una serie di campagne archeologiche hanno portato alla luce gli ambienti del castello, due ordini di cinte murarie dell'insediamento, alcuni tratti di abitato. Sono state trovate inoltre tracce di un insediamento pre-romano, facendo retrocedere la datazione della fruizione del sito di molti secoli. Oggi l’unica interessante testimonianza del castello è il “torraccio”, la torre del sistema difensivo, spezzata ad arte da cunei e adagiata su un fianco. Per approfondimenti, suggeriamo la visita del sito ufficiale: http://castellodellabrina.it/, nonché del seguente link: http://old.comune.sarzana.sp.it/citta/territorio/Fortezze/Castello_Brina.htm
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_della_Brina, http://www.terredilunigiana.com/castelli/castellobrina.php, http://castellodellabrina.it/storia/
Foto: la prima è presa da http://castellodellabrina.it/wp-content/uploads/2015/11/cover_3.jpg, la seconda è presa da http://www.liguriaheritage.it/heritage/it/liguriaFeudale/LaSpezia.do?contentId=30096&localita=2183&area=212
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