lunedì 24 luglio 2017

Il castello di lunedì 24 luglio






FONTECCHIO (AQ) - Palazzo baronale Corvi

Intorno all'XI secolo i piccoli vicus di San Giovanni, San Pietro, Sant'Arcangelo, San Felice e "Fons Tichiae", si unirono dando vita al "Castrum Fonticulanum"; ma, sebbene uniti per ragioni di sicurezza, inizialmente tali piccole realtà mantennero ognuna una propria chiesa, fondando solo intorno al 1080-1095 la comune parrocchia di Santa Maria della Pace, tutt'oggi sede parrocchiale del paese. Grazie allo storiografo aquilano Anton Ludovico Antinori, si apprendono ulteriori frammentarie notizie collocabili in epoca basso medioevale. Due sono i riferimenti principali, di cui l'Arcivescovo Antinori, nel XVIII secolo, ci dà menzione: nel 1145 Fontecchio è feudo di Gualtiero di Gentile, contribuendo alle milizie dello stesso con due soldati a cavallo; nel 1360, invece, il paese risulta appartenere alla diocesi "Valvense", con ben quattro chiese (San Pietro, San Biagio, Santa Maria a Graiano e San Nicola). La storia di Fontecchio sembra entrare bruscamente nel vivo nel XV secolo, quando, a partire dal maggio del 1425, la quasi totalità dei castelli del circondario dell'Aquila vennero cinti d'assedio dallo spregiudicato condottiero mercenario Braccio da Montone, detto "Fortebraccio". Se per i restanti borghi del circondario la resa fu il naturale epilogo dell'invasione subìta, tutto ciò non avvenne per Fontecchio. Anzi, grazie alle gesta ed al coraggio dei suoi abitanti, il tutto arditamente narrato nel De bello Bracciano Aquilae gesto dell'illustre Girolamo Pico Fonticulano, il paese riuscì a respingere l'attacco delle truppe mercenarie, anche attraverso l'aiuto di un altro nobile condottiero fontecchiano del tempo, accorso a dar manforte ai propri concittadini: Rosso Guelfaglione (membro della famiglia Benedetti, originaria del posto, di cui fa parte anche l'astrologo del XVI secolo Giulio Cesare, che predisse il papato al futuro Sisto V). L'episodio che però sembra assurgere a simbolo e tradizione di Fontecchio è senza dubbio rappresentato dall'assedio del 1648 ad opera delle truppe spagnole, logica conseguenza dei moti popolari che incendiarono il Regno delle Due Sicilie nell'anno 1647. Non le fonti più attendibili (che parlano di un assedio durato una decina di giorni), bensì fonti frammentarie e popolari ci tramandano una versione dei fatti che ad oggi impernia in maniera così evidente il simbolismo e la ritualità della civiltà fontecchiana da non poterne tralasciare il racconto. Infatti, si narra, l'assedio durò ben cinquanta giorni ed il paese, ormai allo stremo delle forze, fu liberato dal coraggio della Marchesa Corvi, la quale, dal suo palazzo, sparò un colpo di spingarda colpendo a morte il capo degli assalitori e liberando così il borgo. Ancora oggi ogni sera, a ricordo di tale episodio, l'orologio della Torre batte cinquanta rintocchi, mescolando così storia, leggenda, tradizione, fierezza ma soprattutto respiro di tempi lontani ancora impregnati nei vicoli e nelle mura di Fontecchio. Il paese fu gravemente danneggiato dal terremoto dell'Aquila del 1703, ed in seguito anche da quello del 2009. Il centro storico, di straordinaria bellezza, conserva intatta la caratteristica di borgo fortificato medievale, con porte di accesso, tratti di alte mura, torri, stretti percorsi a gradini acciottolati, eleganti archi in pietra levigata e maestosi palazzi, tra i quali spicca il possente palazzo fortificato dei baroni Corvi (sec. XV-XVI). Nella zona posteriore dell'edificio si colloca la possente torre d’origine romana, più volte rimaneggiata. Si tratta sicuramente di uno dei palazzi signorili più importanti della Valle dell’Aterno che rivela il sovrapporsi di strutture cinque – seicentesche più armoniose a quelle massicce medioevali. La storia lo fa risalire all’epoca romana ove sul sito si posizionava la torre di difesa a pianta quadrata alla quale si aggiunsero successivamente mura bastionate. Nel 1400 intorno ad una grande cisterna si costruì il portico colonnato interno con volte a vela e sovrastante loggiato. Assediata, e probabilmente gravemente danneggiata nel 1423 da parte di Braccio da Montone e, circa due secoli dopo, nel 1648 dagli spagnoli, modificò il suo aspetto prettamente militare e difensivo per diventare una vera e propria residenza baronale. Nel XVIII e XIX sec. si susseguirono vari interventi di manutenzione e razionalizzazione funzionale e nel nostro secolo, durante la seconda guerra mondiale, fu sede del Comando Tedesco e venne danneggiato dall’esplosione di una mina, il Palazzo subì il rifacimento dei tetti di copertura con l’abbassamento delle facciate nella zona d’angolo. La stretta stradina di Via Palazzo divenne, in questa parte, quasi privata in quanto alcune attività svolte dai numerosi servitori alle dipendenze dei Baroni si esercitavano proprio su di essa; infatti vi troviamo le antiche stalle sulla sinistra, le piccole porte che immettevano nelle cantine e nei magazzini del Palazzo, ed ancora, ben mantenuto un caratteristico, grosso caldaio di rame (veniva utilizzato per la coloritura dei panni e la bollitura del mosto o per fare sapone con il grasso di maiale) incastrato a terra al di sopra di un rudimentale focolare, in un angolo reso ancor più suggestivo da porticati soppalcati in legno, e da un bel portale in pietra con sopra incisa la data del 1690 riferita, probabilmente, all’affresco raffigurante un Santo con al di sotto lo stemma della famiglia Corvi. Scendendo per una porta secondaria si arriva lungo la via che si affaccia sulla valle, sotto quella parte del Palazzo più imponente ed austera che con la sua mole occupa l’angolo di nord ovest di Fontecchio. Altro link suggerito: http://www.youreporter.it/video_Palazzo_Corvi_a_Fontecchio_danneggiato_1 (video).




Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Fontecchio, http://www.viaggioinabruzzo.it/aq/fontecchio.htm, https://www.mondimedievali.net/Castelli/Abruzzo/laquila/provincia000.htm#fontecc


Foto: la prima è una foto Ansa presa da http://www.ansa.it/webimages/img_457x/2013/7/1/638a70e49bc5958382c1f696180f3c0a.jpg, la seconda è presa da http://www.viaggioinabruzzo.it/aq/images/Fontecchio/Fontecchio-photogallery/slides/04_P5255073+.html

Nessun commento: