MAZZO DI VALTELLINA (SO) - Castello di Pedenale
Fra Tirano, capoluogo
dell'antico terziere superiore di Valle e Bormio, il territorio della
cosiddetta Magnifica Terra e sede dell'antica contea (la Contea senza conte)
sta un gruppo di paesi fra loro non distanti - Mazzo, Grosotto e Grosio - fra i
più ricchi di storia ed arte della Valtellina tutta. Fu qui che nei tempi
andati - quelli delle lotte fra Papato e Impero, tra guelfi e ghibellini -
dominò la signoria dei Venosta venuti dall'omonima valle altoatesina sotto il
nome di Matsch. Che Mazzo derivi il nome da Matsch e quindi dai Venosta è assai
probabile se non certo. In un documento dell'824 è riferito che vi erano allora
in Valtellina o almeno nell'Alta Valle tre chiese battesimali e cioè ad Amatia,
Bormio e Poschiavo: la data essendo anteriore alla venuta dei Venosta o Matsch
in Valle, l'indicata origine del toponimo non avrebbe ragion d'essere, ma
Enrico Besta, forse il più autorevole storico della Valtellina, ha pensato ad
una successiva interpolazione e così Mazzo deriverebbe proprio da Matsch. Certo
è che all'illustre casata, dapprima stanziatasi in quel di Mazzo e poi estesasi
fino a Grosio risalendo la valle adduana, si deve il volto medioevale della
zona ricca di torri e castelli, fra cui quello di Mazzo (Qel Castel de Mazzu
ancora oggi in dialetto), poi detto di Pedenale forse perchè connesso
all'omonima contrada un tempo fortificata nella quale non ci si poteva muovere
che a piedi (onde Pedenale") a non voler dar credito ad un etimo illirico
dove "pedena" varrebbe per luogo munito. Mazzo fu capoluogo di
un'antica pieve di Valle, anzi di una delle quattro più antiche e
conseguentemente anche sede del capitanato di pieve. La chiesa appunto plebana
di Santo Stefano - l'odierna parrocchiale - estendeva in origine la sua potestà
da Sondalo fino a Sernio. Gioverà accennare alle ragioni per cui, oltre alla
famiglia princeps dei Venosta, mettessero piede a Mazzo altre illustri casate
come i Quadrio e i Lavizzari, contrassegnati i primi sui portoni delle vecchie
case - come nel resto dell'alta e media Valtellina - dallo stemma coi tre
famosi quadri, gli altri, ossia i Lavizzari, dall'aquila e dalla torre (ma lo
stemma più antico esistente nel borgo - ovviamente quello dei Venosta). Furono
soprattutto due - sembra - i motivi del cospicuo insediamento: quello accennato
dell'importanza della pieve all'ombra dei due poteri sovrani di allora, quello
signorile e quello ecclesiastico, e l'altro della salubrità del clima. Infatti,
se si pone mente alla collocazione delle case patrizie dei Venosta, dei Quadrio
e dei Lavizzari nel contesto urbanistico, per così dire, del borgo, si rileverà
come essa discosti signorilmente dalla vita del traffico e quasi nascosta in
una quinta del borgo, giustappunto vicina all'antica Plebana. Collocato
nei boschi sopra Mazzo di Valtellina, il castello di Pedenale è un esempio del
complesso sistema difensivo posto a guardia delle vie che conducevano al Passo
del Mortirolo, comprendente anche il Castello di Bellaguarda. La torre (secolo
XII) è ciò che rimane di un antico castello edificato dalla potente famiglia
Venosta. Ben conservata, ha una pianta quadrangolare e si sviluppa su quattro
piani, nelle mura sono state ricavate feritoie e finestre aventi scopo
difensivo. Attorno ad essa poche case a schiera ed un alto muro su cui si apre
una porta costituiscono l'antica contrada fortificata di Pedenale.
Fonti: http://www.calendariovaltellinese.com/territorio/mazzo-di-valtellina,
http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1n120-00097/, http://www.waltellina.com/valtellina_valchiavenna/dalla_storia/castello_di_bellaguarda/castello_di_bellaguarda.html
Foto: la prima è presa da http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1n120-00097/,
la seconda è di Giorgio Sari su http://mapio.net/a/73543153/
Nessun commento:
Posta un commento