MONTE ARGENTARIO (GR) - Fortezza Spagnola di Porto Santo
Stefano
Porto Santo Stefano, situato nella parte settentrionale del Monte
Argentario, è il maggior centro di questo promontorio. Per la sua posizione
geografica favorevole fu frequentato dagli antichi popoli che navigavano nel
Mediterraneo. I romani hanno lasciato notevoli tracce della loro presenza, tra
le quali i resti dei bagni di Domiziano e nelle loro carte indicavano la
località con nomi vari, come
Portus Traianus e
Portus ad Cetarias.
Sotto la dominazione dei senesi che va dagli inizi del XV alla metà del XVI
secolo il luogo divenne un approdo di scarsa importanza soggetto alle frequenti
incursioni dei pirati. In questo periodo vennero costruite la torre
dell'Argentiera nel 1442, ed alcune torri costiere. Lo sviluppo del centro ebbe
inizio intorno al 1550 sotto il governatorato spagnolo di Núñez Orejón de
Ávila, e continuò dopo la creazione dello Stato dei Presidi e la costruzione
della fortezza spagnola. Nel 1646 Porto Santo Stefano fu conquistato dai francesi
per poi tornare sotto la dominazione spagnola nello stesso anno, nel 1707 passò
sotto il governo degli austriaci, insieme a tutto lo stato dei Presidi, nel
1737 finì sotto il controllo dei Borboni ed in questo periodo si registrò il
primo sviluppo demografico importante con l'afflusso di molte famiglie
provenienti dalla Campania, dall'Isola d'Elba, e dalla riviera Ligure. Nel 1801
si unì al regno di Etruria e nel 1815 con il trattato di Vienna passò sotto il Granducato
di Toscana. Nel 1842 il granduca Leopoldo II di Lorena istituì la comunità di
Monte Argentario, dove Porto Santo Stefano rappresentava il capoluogo e Porto
Ercole la frazione. La fortezza venne costruita dagli Spagnoli tra la fine del XVI
e gli inizi del XVII secolo, dopo che Porto Santo Stefano entrò a far parte
dello Stato dei Presidi. Il luogo scelto per la costruzione della struttura
fortificata difensiva era già stato scelto dai Senesi per la realizzazione
della torre di Santo Stefano durante il XV secolo. Della preesistente torre
furono utilizzati alcuni materiali edilizi dopo la sua demolizione voluta dagli
Spagnoli perché non ritenuta all'altezza del più efficiente sistema difensivo
costiero in fase di realizzazione. I lavori di costruzione del complesso
difensivo andarono tuttavia avanti molto a rilento, terminando soltanto nel 1636
con alcune modifiche migliorative apportate dopo l'elaborazione di un
successivo progetto migliorativo dell'ingegnere militare Pedro Alvarez. La
fortificazione svolse efficacemente per secoli le sue funzioni difensive,
riuscendo in varie circostanze a resistere e a respingere attacchi ed
incursioni nemiche provenienti dal mare. All'inizio del XIX secolo i francesi
potenziarono la struttura difensiva per resistere ad eventuali assalti di navi
britanniche durante il periodo napoleonico. In seguito, l'intero territorio
entrò a far parte del Granducato di Toscana e i Lorena effettuarono alcuni
interventi di restauro delle pavimentazioni. Dopo l'unità d'Italia, la fortezza
continuò a svolgere le funzioni militari divenendo un presidio strategico durante
la prima guerra mondiale, mentre nel dopoguerra della seconda guerra mondiale
furono aggiunti i due corpi di fabbrica sulla terrazza più elevata per ospitare
temporaneamente gli uffici comunali a seguito dei pesanti bombardamenti che
avevano interessato l'intero abitato. Una serie di restauri portati avanti
nella seconda metà del XX secolo hanno permesso di riportare l'intero complesso
agli antichi splendori, e dal 1997 è stato adibito a complesso museale con
l'inaugurazione di mostre su argomenti del territorio. La fortezza spagnola di
Porto Santo Stefano si presenta come un imponente complesso che si sviluppa a
pianta quadrangolare (poggia su un basamento quadrato di metri 35 x 35), con
imponenti basamenti a scarpa che nella parte alta culminano con un coronamento
di mensole sporgenti che racchiudono altrettante caditoie, ove trova appoggio
il parapetto che delimita le terrazze sommitali: tale coronamento ricorda negli
elementi stilistici quello che caratterizza anche la torre di Buranaccio (https://castelliere.blogspot.it/2017/03/il-castello-di-lunedi-20-marzo.html).
La fortificazione è costituita da due corpi di fabbrica addossati tra loro, con
quello di altezza minore che si articola sul lato rivolto verso il mare. Le
pareti esterne presentano alcuni tratti rivestiti in pietra (prevalentemente
agli angoli) ed altri in intonaco scialbato, con numerose feritoie che si
aprono a varie altezze. L'accesso al complesso avviene sul lato rivolto verso
terra, ove una porta d'ingresso si apre al livello superiore, preceduta da una
lunga e caratteristica rampa di scale esterna che termina con un ponte che ha
sostituito il perduto ponte levatoio ligneo originario. Superato il portone
d'ingresso si arriva ad un cortile con al centro l'apertura di una cisterna e
sui lati i sei locali della guarnigione. Proseguendo si ha accesso alla
terrazza, in posizione dominante sul porto, nella quale si conservano tutt'oggi
i cerchi in pietra che permettevano la rotazione degli affusti dei cannoni
ottocenteschi. Per mezzo di due rampe laterali si sale sul piano superiore dove
troviamo un'altra terrazza con quattro feritoie per i cannoni che puntavano
verso il mare. Sul lato opposto del forte, verso il monte, ci sono due camminamenti
sovrapposti con piccole feritoie per la piccola artiglieria. Una serie di
camminatoi, protetti da cortine murarie, collegano le varie parti della
fortezza, tra i quali una serie di rampe di scale coperte che conducono alla
terrazza più elevata, ove furono costruiti i due fabbricati posticci per
ospitare la sede e gli uffici comunali dopo la seconda guerra mondiale. Originariamente,
la parte sommitale era caratterizzata dalla presenza di una serie di garitte
purtroppo perdute. Nella parte interna corrispondente al basamento a scarpa vi
erano le cisterne che garantivano grandi depositi di acqua, mentre ai livelli
superiori si trovavano gli spazi adibiti per gli alloggi delle sentinelle. La
fortezza spagnola di Porto Santo Stefano ospita al suo interno le mostre
permanenti
Memorie sommerse e
Maestri d'ascia, allestite con
l'intenzione di renderle parte, nel futuro, di un eventuale museo del mare di
Porto Santo Stefano. Le mostre fanno parte della rete museale provinciale "
Musei
di Maremma". La mostra permanente
Memorie sommerse occupa i due
piani della fortezza ed è allestita al fine di ripercorrere le varie tappe
della ricerca archeologica subacquea, esponendo i vari reperti rinvenuti dagli
anni sessanta ad oggi nel mare prospiciente le coste della Maremma, quale
testimonianza delle intense attività commerciali lungo le rotte del Mediterraneo.
Nel cortile centrale della fortezza è posta la ricostruzione di una nave romana
con il suo carico di anfore da trasporto, mentre nelle sale al primo piano si
possono ammirare i reperti provenienti dai relitti trovati nel mare presso le Formiche
di Grosseto, Talamone, il monte Argentario e l'isola di Giannutri. Interessante
il relitto rinvenuto a Giannutri nel 1961 presso Punta Scaletta, alla
profondità di 37 metri; a partire dal 1963 alcune ricerche hanno permesso il
recupero di parte delle scafo in fasciame di rovere e di buona parte del carico
trasportato, come anfore, ceramica a vernice nera, vasellame da mensa,
risalenti ad un periodo tra il 140 e il 130 a.C.. Un altro relitto era stato
individuato a Giannutri, presso cala Scirocco, nel 1959 e anch'esso recuperato
in parte nel corso degli anni sessanta: sono esposte anfore vinarie e varie
attrezzature di bordo, risalenti agli inizi del II secolo a.C.. Al piano
superiore, sono ospitati i carichi commerciali dei relitti recuperati nei
fondali di Punta Ala e dell'isola del Giglio. A Punta Ala, presso il porto moderno
della località balneare, fu rinvenuto nel corso degli anni settanta un relitto
di nave romana del III secolo d.C. contenente anfore per il trasporto
dell'olio, ceramica di produzione africana ed alcune monete emesse durante
l'impero di Severo Alessandro (228-235 d.C.); lungo la costa, a punta Hidalgo
nel 1993 fu individuato un relitto che trasportava anfore vinarie e olearie di
produzione greca e ceramica in bucchero, risalenti tra la fine del VI e la fine
del V secolo a.C.;; nello stesso periodo, a Cala del Barbiere, è stato
recuperato il carico di un altro relitto costituito da anfore per il trasporto
del vino e dell'olio, coppe in vetro e vasellame in ceramica sigillata di
produzione italica, databili intorno agli inizi del II secolo d.C.. All'isola
del Giglio, presso Giglio Porto, è stato recuperato il relitto di una nave
romana del III secolo d.C., proveniente forse dalla coste dell'Africa e che
trasportava anfore contenenti pesce e salsa di pesce; presso punta Lazzaretto,
invece, sono stati individuati due relitti del II secolo a.C. che trasportavano
anfore vinarie di tipo greco-italiche; infine, presso la baia del Campese, è
stato riportato alla luce il carico di una nave greca naufragata nel VI secolo
a.C., proveniente probabilmente dal porto ionico di Clazomene e diretta a Marsiglia,
che consiste in anfore greche ed etrusche,
aryballoi, lingotti di
metallo e oggetti di vario genere (ornamenti, suppellettili, strumenti di
bordo, ami e pesi da rete). Sono esposti anche carichi provenienti da una nave
naufragata a Capel Rosso, nuovamente al largo del Giglio, il 14 giugno 1646,
identificata nella fregata spagnola Santa Catalina; e alcuni reperti ritrovati
nei pressi di punta degli Stretti, nella laguna di Orbetello, che testimoniano
la presenza di insediamenti databili all'età del Bronzo finale. La mostra
permanente
Maestri d'ascia intende documentare la tradizione dei costruttori
di imbarcazioni, perlopiù legate alle attività di pesca, che all'Argentario
possono vantare una storia millenaria. L'arte della carpenteria navale viene
illustrata al visitatore tramite un'esposizione di strumenti di lavoro e di
modelli in scala delle tipiche imbarcazioni – dalle più antiche ai moderni
pescherecci – e grazie all'ausilio di fotografie e pannelli esplicativi. Altri
link consigliati: https://www.youtube.com/watch?v=VsFVcv5keO8 (video di
enzosorrentino100), http://www.capodomo.it/Torri/Fortezza/La%20fortezza.htm
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Porto_Santo_Stefano#Storia,
https://it.wikipedia.org/wiki/Fortezza_Spagnola, http://www.castellitoscani.com/italian/porto_santo_stefano.htm,
https://www.tuttomaremma.com/fortezzaspagnola.htm
Foto: la prima è di nurnariel su http://mapio.net/pic/p-44507821/, la seconda è
presa da https://t-ec.bstatic.com/images/hotel/max1024x768/896/89619544.jpg
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