BRIONA (NO) – Castello sforzesco in frazione Proh
Sorge in pianura nell'omonima frazione del comune di Briona, al limitare dei primi pendii delle colline novaresi. Fu edificato per volere di Francesco Sforza verso la metà del XV secolo probabilmente non per scopi militari in quanto a breve distanza esistevano già i castelli strategici di Briona, Barengo e Castellazzo Novarese. Già all'inizio del XII secolo Corrado III del Sacro Romano Impero aveva concesso il feudo ai Conti di Biandrate che eressero il cosiddetto "castellaccio" sulle alture retrostanti, primo serio baluardo difensivo sulla strada che da Novara saliva verso la Valsesia, andato distrutto nel 1362 durante la guerra tra il Marchese del Monferrato e Galeazzo Visconti. Come il vicino castello di Briona, a metà del 400 passò in feudo ai Tornielli, seguendone le stesse sorti. Nel 1495 fu occupato dall'esercito di Ludovico il Moro. Nel 1597 passò ai Caccia di Mandello Vitta mentre nel 1672 fu acquistato dai fratelli Cattaneo di Cavaglietto. Nell'Ottocento fu trasformato in cascina dalla famiglia Fantoni e, sul finire del secolo, venduto al Conte Arese Lucini. Nel XX secolo fu acquistato dapprima dalla famiglia Varelli ed infine passò agli attuali proprietari, i Marelli di Milano. La rocca ha pianta rettangolare asimmetrica con due torri circolari agli angoli nord-est e sud-ovest, le mura perimetrali sono sormontate dai caratteristici camminamenti merlati coperti, muniti di sottostanti lunghe caditoie decorate a dente di sega. Tutto l'edificio ha un'altezza uniforme, ad esclusione del tratto di cortina tra la torricella d'ingresso e l'inizio del primo fabbricato sul lato orientale. La torretta, rettangolare e situata sopra la pusterla pedonale, venne fatta erigere da Francesco Sforza nel XVI sec. In passato era circondato da un fossato, oggi scomparso, e presentava due ingressi dotati di ponte levatoio: una pusterla sul lato est ed una porta carraia ad ovest. Come indicato dalla targa apposta all'ingresso, il castello, ormai in rovina, fu riedificato nel 1960, rispettando le forme originarie. Oggi è visitabile solo su autorizzazione dei proprietari.
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